SCELTA CIVICA PRONTA AD ACCOGLIERE I TRANSUGHI DEL PDL
MANCANO 14 SENATORI PER UNA NUOVA MAGGIORANZA…E SOLO CHE DAL PDL POTREBBERO ARRIVARNE OLTRE DIECI
Un appello al “buon senso”, per non seguire Silvio Berlusconi sulla strada di una crisi che danneggerebbe il Paese.
L’accelerazione data dal Cavaliere, che oggi toglie la fiducia al Governo Letta anticipando quello che sarà l’orientamento del Pdl se il Premier confermerà il passaggio in Parlamento, scuote con forza anche il lavorio dei centristi, Casini e Mauro in testa, per fornire una ciambella di salvataggio alle larghe intese.
Appena uscita la nota di fuoco del Cavaliere si sono intensificati i contatti tra Mario Mauro, Andrea Olivero, Gianluca Susta con potenziali dissidenti tra le fila del Pdl al Senato: l’obiettivo è quello di rivolgere un appello a tutti quelli, dice Olivero, “che in questo momento vogliono il bene dell’Italia”.
Anche Casini, da New York, conferma questo orientamento.
Ma in quanti risponderanno? “Davanti al tribunale della propria coscienza molti sapranno scegliere il bene comune, cioè l’Italia”, dichiarava stamani il ministro della Difesa lasciando intendere che l’operazione per sottrarre consensi al Pdl a Palazzo Madama stia portando i primi frutti.
A Palazzo Madama, dove i rapporti di forza sono più sfavorevoli al Pd, la partita sulla fiducia che Letta chiederà martedì (il calendario sarà fissato domani dalla conferenza dei Capigruppo) si gioca sul filo: se il Pdl confermasse l’intenzione di non votarla, al Premier mancherebbero 14 voti: ora conta su una maggioranza di 238 senatori tra Pd, Scelta civica, Autonomie, Gal e Pdl, e senza questi ultimi si fermerebbe a 147 mentre la soglia per avere la fiducia è di 161 senatori.
Quattordici teste che potrebbero emergere tra i grillini, ma in gran parte dagli stessi azzurri.
Di certi ad ora ci sarebbero i siciliani pattugliati dal sottosegretario Castiglione che anche oggi ribadisce la sua ferma contrarietà alla crisi di Governo.
Ma è sugli altri dieci, e anche più, che è partito, serrato, il pressing centrista, con Casini Mauro Susta e Olivero che stanno lavorando ai fianchi i colleghi senatori maldisposti dalle impennate del Cavaliere versione falco.
E così a sfilarsi dall’ultimatum imposto da Berlusconi, oltre a Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi, potrebbe essere Maurizio Sacconi, che nonostante la missiva per le dimissioni non sarebbe affatto pronto a sfiduciare palesemente Letta.
Così come, a quanto pare, Guido Viceconte, senatore della Basilicata.
In ogni caso nelle prospettive dei civici, i dissidenti da accogliere potrebbero superare non di poco la decina, tutto dipenderà dall’offerta in campo, proprio quella su cui – da parenti in rotta – lavorano in parallelo con Casini.
L’obiettivo è comune: parallelamente al passaggio di Letta in Senato, dar vita ad un gruppo parlamentare nuovo che accolga i dissidenti.
La prospettiva, in parte anche: condizionare la fiducia al Governo Letta ad una prospettiva di medio-lungo periodo, opponendosi ad un semplice esecutivo di scopo che si limiti ad approvare il Def e la modifica della legge elettorale prima che la Consulta si pronunci, e votare subito, nella prima finestra utile, magari a dicembre. Per dirla con Monti, Letta dovrebbe presentarsi in Parlamento con un patto di coalizione”, con l’obiettivo di restare in piedi fino alla primavera del 2015.
Altre soluzioni “non ci sono”, sottolinea l’ex Premier.
Quello che vede ancora lontani Casini e Monti è la paternità dell’operazione, e dunque i futuri rapporti interni al nuovo soggetto che si vuole creare.
In ogni caso, chiarisce Olivero “non c’è nessuna intenzione di spaccarci, anzi se procediamo in maniera unitaria sarà solo meglio”.
Intanto si procede già domani a ridosso del voto in Senato, i civici potrebbero fare un punto e tirare le somme.
“Ed è chiaro – dice Olivero – che il punto non è il tradimento di Berlusconi ma la creazione di un progetto più forte, per dar vita ad un soggetto moderato che superi l’attuale bipolarismo. Un progetto che ha una prospettiva e non si limiterà ad accogliere transfughi”.
Martina Cecchi De Rossi
(da “L’Huffington Post”)
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