SCONCIO ITALICO: “VIA DA QUI, CI DEPREZZATE LE CASE”
RESIDENTI DI ROMA NORD CONTRO UN CENTRO PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA… IL DEGRADO ETICO NON HA PIU’ CONFINI: POI SONO QUELLI CHE SI SCANDALIZZANO PER LE NOTIZIE DI VIOLENZE SULLE DONNE
E’ successo durante un sopralluogo della presidente di Telefono Rosa in uno degli immobili messo a bando dal Comune di Roma per scopi sociali. E non è la prima volta. E’ già successo pochi giorni fa ai Parioli in un analoga casa-rifugio aperta in un appartamento sottratto alle mafie
Una casa rifugio vicino ad altre case di pregio per donne umiliate, vittime di soprusi, spezzate dalla violenza maschile, che cercano solo di riprendere in mano la propria esistenza: quanto basta per scatenare un putiferio tra i condòmini di una palazzina in via Cassia, a Roma Nord.
“Noi, in quel palazzo, non le vogliamo: ci deprezzano il valore del bene”, “non sia mai che un giorno i nostri figli dovessero trovarsi in classe con i bambini di quelle donne”, “ci sono pure molti studi di professionisti in zona, ne risentirebbero anche loro”.
Nulla è ancora deciso. Ma è bastato ieri mattina un sopralluogo della presidente dell’associazione Telefono Rosa, Maria Gabriella Cernieri Moscatelli, in uno dei tre immobili sottratti alle mafie inseriti nell’ultimo bando del Comune di Roma e della Regione Lazio, destinato a supportare progetti sociali e che dovrebbe ospitare 5 posti letto, per additare come bersaglio madri, mogli, sorelle, amiche, donne ancor prima di tutto vittime di violenza.
“Quando vengono aperte case rifugio in zone in cui ci sono case di pregio succede anche questo — taglia corto la presidente Moscatelli, da 33 anni in prima linea per contrastare la violenza di genere – Per i condòmini, le donne sono considerate una scocciatura. Per chi pensa agli affari, la causa di un possibile deprezzamento del bene. È una questione culturale e di mentalità , pensano che non facciano parte del loro mondo”.
“Sentire offendere persone che già in passato sono state trattate male, è un dispiacere enorme — aggiunge ancora la presidente di Telefono Rosa – Ai Parioli, poi, è un continuo”.
È accaduto già a febbraio scorso, infatti, con la casa rifugio in zona Parioli, che i condòmini e i residenti manifestassero il loro disappunto sulle “nuove arrivate”.
“I primi mesi abbiamo avuto un sostegno — riconosce Moscatelli – ma i primi di settembre la situazione è precipitata nuovamente: una domenica mattina mi sono sentita dire davanti la casa “lei, qui, dà fastidio”, “la denunciamo”.
Tutto questo perchè le donne stendono i panni sul prospetto. La trovo una cosa assurda”. Troppi dubbi, troppe ingiustizie per chi dalla vita ne ha già subite parecchie. “Ci sono anche italiane tra quelle donne — precisa Maria Gabriella Cernieri Moscatelli – persone educate, istruite e con bimbi piccoli. Uno di loro ha sei mesi, che colpe ha lui? Qual’è il suo futuro?”.
(da agenzie)
Leave a Reply