SEI PERSONAGGI IN CERCA DI ETRURIA
IL PRESUNTO CAPO MASSONE, DUE FACCENDIERI , DUE MANAGER E QUEL VICEPRESIDENTE
C’è il presunto capo di una loggia massonica, c’è il faccendiere ex leghista che fece da tramite e aspira alla politica, c’è il manager che dice di essere stato contattato ma rifiutò la poltrona, c’è l’altro manager che fu consigliato per la poltrona ma alla fine non fu scelto, c’è poi l’imprenditore che doveva contattare un fondo arabo ma si tirò indietro, e c’è infine il vice presidente che attira su di sè tutta l’eco mediatica in quanto padre della ministra e però non parla, non fornisce la sua versione dei fatti.
Sei personaggi che compongono il puzzle su Banca Etruria.
Flavio Carboni è convinto che chi lo tira in ballo voglia in realtà colpire dritto a Palazzo Chigi.
In un’intervista alla Stampa, quello che viene considerato il presunto capo della Loggia massonica P3 cerca di buttarla sull’ironia e non teme il polverone: “Ho retto 34 anni di inchieste, sono sempre stato assolto, tranne una volta: mi considero un fenomeno vivente”. Carboni nega di aver tirato i fili della vicenda Banca Etruria.
“Mi hanno attribuito di tutto, c’è qualcuno che mi chiama santità . Ora mi vorrebbero utilizzare per creare fastidio al Governo […] Dire che le banche scelgono i direttori tramite uno condannato per il crac del Banco Ambrosiano è una bella notizia. È funzionale al piano per colpire il Governo […] Io non ho mai avuto il tempo di parlare con Boschi della sua banca. L’Ho visto due volte. Solo pochi secondi, in strada e nel mio ufficio. Era lì per un altro incontro, non con me […] Doveva incontrare il mio amico Valeriano Mureddu, lo stesso che me l’ha presentato […] Valeriano Mureddu, credo su richiesta del signor Boschi, mi ha chiesto di aiutarlo a trovare qualcuno per il ruolo di direttore generale di Banca Etruria. E io mi sono attivato con altri amici […] Non avevo conoscenze dirette e ho chiesto a Ferramonti. Lui mi ha segnalato Fabio Arpe e io l’ho segnalato al mio amico Mureddu. Non al signor Boschi […] Chi frequento a Palazzo Chigi? Solo Verdini. Non è ministro, ma è lui che tiene in piedi il Governo di Renzi. Siamo amici e l’inchiesta P3 l’ha già rivelato”.
Gianmario Ferramonti spiega in colloqui con il Fatto Quotidiano e La Repubblica i fatti di Banca Etruria come una storia basata sull’amicizia, e non su affari o massoneria.
“A un certo punto — racconta al Fatto – mi chiama Flavio Carboni e mi dice: senti, tra le migliaia di persone che conosci, hai il nome di qualcuno in grado di fare il direttore generale di Banca Etruria? Io gli dico: uno giusto ce l’ho. E così gli presento il manager Fabio Arpe, che avevo visto più volte a Roma nel giro di politici e gente del business che frequento. Il mio ruolo finisce qui. Non ho partecipato ad altri incontri, nè col padre della ministra Maria Elena Boschi, nè con Valeriano Mureddu, il suo vicino di casa con cui non ho mai avuto rapporti […] Tutto questo casino mi fa comodo. Perchè sto studiano una rentrèe in politica seria. Perchè non c’è più un Partito della Nazione”
“Stanno cercando di far cadere il governo Renzi per quattro bazzecole, ma è un tentativo maldestro” spiega poi alla Repubblica.
“Stanno cercando di mettere politicamente in difficoltà Maria Elena Boschi, è evidente. Però stavolta do ragione ad Alfano, che dice che non ci riusciranno e tutto si risolverà in una bolla di sapone” […] “Arpe lo conosco da anni, anche se ora leggo nelle sue interviste che finge di non conoscermi […] L’ho portato una volta a Roma nello studio di Carboni di via Ludovisi. Hanno parlato, lui gli ha chiesto se fosse interessato, e lo era. Ma poi non ho sentito cosa altro si sono detti, non mi interessava. Io metto in contatto le persone, come vanno a finire le cose non è affar mio. Poi so che Fabio Arpe si è incontrato con Pier Luigi Boschi e qualcun altro della dirigenza di Etruria […] È una notizia falsa che ho suggerito a Carboni anche il nome di Gaetano Sannolo. Gli ho parlato solo di Arpe”.
Gaetano Sannolo rivela al Fatto Quotidiano di essere stato contattato e di aver rifiutato l’incarico di direttore generale di Banca Etruria.
Secondo l’imprenditore romano Riccardo Starace, fu Flavio Carboni a presentarlo ai vertici dell’istituto di credito.
“I conti stavamo messi troppo male” […] “Sono andato ad Arezzo e ho incontrato il presidente Rosi, il vice presidente Boschi e i consiglieri. Mi hanno proposto di fare il direttore generale, ma dopo aver appreso quale era la situazione ho declinato. E ho fatto bene”.
Riccardo Starace parla a Libero della vicenda Banca Etruria e nega di essere un massone, ma spiega la sua versione dei fatti.
Fu contattato per provare a salvare la banca, gli chiesero un nome da consigliare come direttore generale e se poteva intercedere con un fondo arabo. Racconta di un incontro nell’ufficio di Flavio Carboni, alla presenza di Lorenzo Rosi e Pier Luigi Boschi, ex presidente e vice presidente di Banca Etruria. Lui propose Gaetano Sannolo come d.g..
“Erano timidi e taciturni. Ricordo che erano vestiti elegantemente, con l’abito. Sembravano stupiti, quasi imbarazzati per la mia età . Probabilmente non si immaginavano un salvatore così giovane. Quando Boschi mi ha detto il suo cognome, visto che la figlia era appena stata nominata ministro, ho fatto due più due e ho intuito chi fosse”[…]“Era come se mi dicessero: tu ci trovi il fondo che porta i soldi e noi facciamo un favore a un tuo amico”.
(da “Huffingtonpost”)
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