SILVIO È ORA L’AZIONISTA DELLA DITTA DI RENZI: IL PREMIER CHIEDE IL SOCCORSO AZZURRO CHE ARRIVA PUNTUALE
RENZI NON HA I NUMERI PER L’ITALICUM, BERLUSCONI CONCEDE TUTTO, MA LA CONTROPARTITA E’ IL COLLE E LA SALVA SILVIO
Il prezzo è il Quirinale. O meglio: il Nazareno al Colle.
Matteo Renzi e Silvio Berlusconi inizieranno a sfogliare i petali della rosa dei nomi nel prossimo incontro già fissato per martedì a palazzo Chigi.
Ma è in nome del grande obiettivo che Silvio Berlusconi accetta di offrire un “soccorso” a Renzi sulla legge elettorale. E dice sì a una legge che fa esplodere la rivolta in Forza Italia: “Mi raccomando — dice all’uscita da palazzo Chigi — niente scherzi sul Quirinale”.
Perchè il “sì” non è gratuito. Anzi, è particolarmente oneroso.
Eccola, la trattativa arrivata al dunque. Palazzo Chigi, attorno a Mezzogiorno.
Da un lato ci sono Denis Verdini e Gianni Letta. Dall’altro Lorenzo Guerini.
La consuetudine tra il premier e l’ex premier consente, dopo pochi minuti dall’inizio dell’incontro, di superare preamboli e giri di parole.
È così che Matteo Renzi, con stile diretto, chiede a Berlusconi il sostegno totale sulla legge elettorale, non solo sui punti pattuiti nelle scorse settimane, ma anche su quelli dove non era previsto il sostegno di Forza Italia.
Chiede cioè di votare il cosiddetto l’emendamento Esposito. Perchè, aggiunge, altrimenti non c’è più maggioranza. E a quel punto rischia di saltare tutto: legge elettorale, riforme, e si arriva all’elezione del capo dello Stato in un clima incandescente.
Blindare l’Italicum invece le riforme significa poi far arrivare il Nazareno al Colle.
Ragionamento, quello sul Colle, particolarmente esplicito nelle parole di Berlusconi, nel corso del vertice.
Anche se, all’uscita, il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini spiega che non si sarebbe parlato di Quirinale ma solo di riforme.
A conferma dell’asse tra i due, l’incontro si conclude con l’impegno a un nuovo incontro, già la prossima settimana, per entrare nel merito dei nomi.
Al momento la “rosa” concordata da Berlusconi con Alfano e, ovviamente, nota anche al premier è composta da tre petali. Giuliano Amato, che è la best option del Cavaliere; Pier Ferdinando Casini, nome che compatta l’area dei moderati; Anna Finocchiaro, l’unico nome di sinistra gradito al centrodestra.
Mentre, al momento, Sergio Mattarella avrebbe un veto non solo da Berlusconi ma soprattutto da Alfano, che considera un cattolico di centrosinistra al Colle un ostacolo per il suo disegno di costruzione del Ppe in Italia.
E se di “nomi” si parlerà soprattutto nel prossimo vertice è anche perchè tutto l’incontro odierno è servito alla trattativa sulla legge elettorale.
E allora, ecco cosa è successo.
L’accordo (fino a ieri) prevedeva che Forza Italia avrebbe votato la legge elettorale in modo spacchettato: sì ai capilista bloccati, no al premio di lista al partito essendo la sua posizione favorevole al premio di coalizione, come nella prima versione dell’Italicum.
Renzi chiede invece un sostegno a tutta la legge elettorale perchè, con l’opposizione della sinistra del suo partito, non ci sono più i numeri.
Di fatto, invoca un soccorso azzurro in nome della rottura a sinistra.
Propone cioè uno schema in cui, per dirla con un bersaniano di rango, “da un lato c’è il partito del Nazareno, dall’altro la minoranza di sinistra”. Oggi al Senato e domani al Quirinale.
Il “soccorso”, per Berlusconi, è particolarmente costoso.
Sembrano dettagli, ma è sostanza. Dice un azzurro di rango: “Secondo l’ultimo sondaggio il centrodestra è solo 4 punti sotto il centrosinistra. Con una coalizione ce la giochiamo. Con una legge elettorale che prevede il premio di lista, è la sconfitta sicura”.
E c’è anche un secondo motivo per cui la richiesta è onerosa. E riguarda la tenuta dei gruppi di Forza Italia.
A Renzi, Berlusconi spiega che, con queste richieste, si spaccano come una mela. Previsione che trova conferma nella riunione che, dopo poche ore, convoca Fitto con i suoi venti senatori: “Se Berlusconi vota con Renzi il premio di lista — dice — noi comunque votiamo contro”.
Ecco perchè Berlusconi, dopo l’incontro con Renzi, chiede tempo, per una verifica coi suoi.
A palazzo Grazioli si consuma l’ultimo dramma.
Perchè, per molti, l’Italicum così articolato è “la sconfitta elettorale per legge”.
Ma l’ex premier dice sì dopo una riunione dei senatori a palazzo Grazioli da tregenda. La posta in gioco è il Quirinale.
Che è sinonimo di “agibilità politica”. Il che significa, in primo luogo, che la “salva-Silvio” resterà congelata fino al prossimo capo dello Stato.
La prima rassicurazione per Berlusconi che sarà un grande elettore di un nome che dà “garanzie” è anche nelle parole al vetriolo che ha ascoltato da Matteo Renzi riguardo all’atteggiamento della sinistra del Pd: “Il premier – dice un azzurro di rango – con loro non vuole trattare”.
Domani alla Camera si riuniranno 150 parlamentari di area bersaniana, duri e dialoganti.
Al quarto scrutinio i voti di Pd senza sinistra, Forza Italia e Ncd sono sufficienti a portare al Colle il garante del Nazareno.
(da “Huffingtonpost”)
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