“SOFIA E QUELLE DUE BIMBE DEL BURKINA FASO NON HANNO MAI GIOCATO INSIEME”
IL NONNO DELLA PICCOLA: “NESSUNO LE FACCIA SENTIRE IN COLPA, PRENDERSELA CON GLI STRANIERI O CON I MEDICI NON FA ONORE A CHI FINGE DI VOLERE LA VERITA'”
“Sofia e le due bambine del Burkina Faso non hanno mai giocato assieme, nemmeno nella piccola ludoteca in fondo al corridoio”.
A dirlo al Corriere della Sera è la primaria dell’ospedale Santa Chiara di Trento, dove ad agosto Sofia Zago – 4 anni – è stata ricoverata per diabete per poi morire il 4 settembre a Brescia colpita dalla malaria.
Annunziata Di Palma, 64 anni, è la primaria di Pediatria. Quasi in lacrime continua il suo racconto:
“Stavano in stanze differenti, piuttosto lontane. Lei era in una camera con un altro bambino italiano di 3 anni, anche lui malato di diabete e per quello avevamo deciso di farli stare assieme: lui è stato dimesso, ora sta bene”.
Oltre ai due bambini africani in pediatria, all’ospedale di Trento c’erano anche la mamma e un fratello più grande, adolescente, ricoverati invece nel reparto degli adulti. Entrambi, come i bimbi più piccoli, che erano due femmine di 4 e 11 anni, sono guariti e sono ormai stati dimessi.
A parlarne è Nunzia Di Palma, direttrice dell’unità operativa di pediatria dell’ospedale di Trento, dove era stata ricoverata la bimba di 4 anni morta poi luned௠a Brescia.
La primaria non si dà pace.
“Non so come Sofia abbia preso la malaria, è un caso in cui la realtà supera ogni supposizione e fantasia. E il cui esito mi sta distruggendo”.
A Repubblica, invece, parla Rodolfo Ferro, nonno materno di Sofia. Da lui, nonostante il dolore per il suo “raggio di sole che si è spento”, nessun attacco alle piccole del Burkina Faso .
“Mia figlia e il marito li ricordano bene, li avevano incontrati nella pediatria del S. Chiara, non li abbiamo più sentiti. Da nonno, ora penso a quelle due bambine, la piccola aveva la stessa età di Sofia. Spero che nessuno le faccia sentire in colpa, o che non si ceda alla tentazione di isolarle. Sono innocenti e non sono mai state un pericolo per nessuno. […] Prendersela con gli stranieri, o con i medici, non fa onore a chi finge di avere a cuore la verità per gli altri”.
(da “Huffingtonpost”)
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