SONDAGGI: RENZI GIA’ CON IL FIATONE, MENTRE IL PD RISCHIA DI AFFONDARE
LA STAFFETTA NON PAGA E IL PD PERDE OLTRE IL 2% DI CONSENSI
I numeri cambiano, la sostanza rimane la stessa.
Per i sondaggisti Matteo Renzi rischia tantissimo (e questo si sapeva). La notizia è che la sua ambizione avrebbe già mietuto la prima vittima: il Partito democratico.
La fiducia nel nuovo presidente del Consiglio rimane su livelli accettabili (anche se non trascendentali), mentre le percentuali del Pd nei giorni della nascita del governo sono calate in maniera sensibile.
Antonio Noto, direttore di Irp Marketing, ha in mano i numeri freschi dell’ultimo sondaggio, realizzato dopo i due discorsi di Renzi a Montecitorio e Palazzo Madama. “Esattamente un italiano su due ha fiducia nel nuovo capo del governo. Renzi piace al 50 per cento degli intervistati. È un risultato discreto, non eccezionale: Letta era attorno al 48, mentre Monti, Berlusconi e Prodi all’inizio avevano un consenso personale più alto, tra il 54 e il 58 per cento”.
Roberto Weber, sondaggista di SWG, commenta numeri simili, leggermente più lusinghieri per il presidente del Consiglio.
Il gradimento personale di Renzi sarebbe attorno al 52 per cento, ma l’ultimo campione risale alla scorsa settimana, prima della presentazione della squadra di governo: per conoscere gli effetti dei primi discorsi del rottamatore in Parlamento bisognaaspettare ancora qualche giorno.
Su un dato i due sondaggisti non hanno nessun dubbio: gli elettori del Partito democratico sono disorientati.
La “staffetta” tra Letta e Renzi non è stata capita. E se è stata capita, non è stata apprezzata.
Secondo Irp, la settimana in cui la direzione del Pd ha sancito il passaggio di consegne a Palazzo Chigi, il partito ha subìto un’immediata diminuzione dei consensi, di circa due punti e mezzo.
“Un fenomeno di questa entità in così poco tempo è rarissimo — spiega Noto —. La ‘staffetta’ è stata vissuta come un evento traumatico. Dopo le primarie di Renzi il Pd era stabilmente sopra il 30 per cento. Prima del colpo di mano al governo era al 32. Dopo la fiducia è sceso al 29,3”.
Weber riconosce la stessa tendenza, attenuandone un po’ le proporzioni: “Il Pd ha perso circa un punto e mezzo.
Alle Europee rischia molto. I voti in uscita vanno divisi tra M5s, indecisi e Lista Tsipras. L’investimento personale su Renzi invece rimane alto: la sua figura prevale sui contenutio”.
Anche secondo Alessandra Ghisleri, di Euromedia, il blitz di Renzi a Palazzo Chigi non ha fatto bene al Pd: “Nelle ultime settimane ha perso quasi un punto e mezzo, scendendo attorno al 28 per cento”.
Ma per Ghisleri l’operazione ha macchiato l’immagine dello stesso premier: “Renzi è passato in poche settimane dal 48-49 per cento al 42-43”.
Pure le cifre sulla fiducia dell’esecutivo non sono di buon auspicio: “Il consenso sulla sua squadra non supera il 33 per cento. Un numero più basso di quello dei primi giorni del governo Letta e non molto più alto dei suoi ultimi: dopo un anno difficile e deludente, Enrico era al 24”.
Un quadro non confortante, per l’ex rottamatore. Ora Renzi deve correre.
I tre sondaggisti hanno numeri diversi, ma lo stesso, identico pronostico: “Si gioca tutto nei primissimi mesi”.
Tommaso Rodano
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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