SPACCIANO PER ACCORDO SUL LATTE QUELLO CHE ACCORDO NON E’: CENTINAIO PROPONE UNA TREGUA DI TRE GIORNI PERCHE’ HA PAURA CHE SALVINI VENGA CONTESTATO
DOMENICA SI VOTA E IL TIMORE DI UNA FORTE ASTENSIONE FA TREMARE LEGA E M5S… DALLA RIUNIONE DI OGGI E’ SOLO USCITA UNA BOZZA RIDICOLA CHE NON HA FIRMATO NESSUNO: 72 CENTESIMI DI EURO IVA COMPRESA E’ UN INSULTO AI PASTORI
Nove ore chiusi nelle stanze della Prefettura di Cagliari. Un tavolo dopo l’altro in un vortice di incontri tra pastori e industriali.
Con aria sfinita, il ministro dell’Agricoltura Gianmarco Centinaio attraverso un giro di parole annuncia che “c’è una bozza di accordo, vediamo se verrà apprezzata da chi sta fuori”.
Ma il futuro è ancora da scrivere e la bozza non è firmata da nessuno.
E soprattutto, come ha detto lo stesso Centinaio, “non c’è un piano b”. Quindi prendere o lasciare.
I pastori sono con le spalle al muro. Da 60 centesimi il prezzo passa a 72 compreso di iva, dopo aver rifiutato solo due giorni fa i 70.
E nonostante chiedessero un euro più iva, dal momento che produrre il latte gli costa 80 centesimi a litro.
La parola ora passa ai presidi.
Dunque la bozza prevede “72 centesimi al litro iva compresa per tre mesi, come acconto. A maggio si stabilirà un nuovo prezzo di acconto. E a novembre dovrebbe esserci un conguaglio che riconoscerà un prezzo più alto”. O anche più basso, ovviamente.
I pastori hanno chiesto tre giorni di tempo per pensare e confrontarsi, ma il loro mondo è talmente variegato che va “dai pastori singoli”, a quelli di Coldiretti, passando per i “cani sciolti”. E in questo movimento spontaneo non è detto che tutti siano d’accordo.
Ma per la Lega trovare una soluzione significa tirare la volata sull’isola che si prepara alle elezioni regionali. “Sono per portare a casa il risultato”, dice prima di entrare in Prefettura e far sedere allo stesso tavolo – dopo il vertice di giovedì al Viminale – pastori, industriali, Coldiretti e cooperative.
“E’ stata una giornata surreale”, ammette al termine lo stesso Centinaio, “talmente assurda che il mio Parma ha perso contro il Cagliari”. Sì, perchè nel frattempo si è giocata anche la partita di calcio con il titolare del dicastero fuori casa.
La partita del latte non si sa ancora come sia finita, ci vorrà del tempo per capire che reazioni ci saranno sull’isola e se i pastori saranno o meno compatti nel dire sì.
Nell’immediato però gli occhi sono puntati alle urne e forse il ministro un contentino lo ha dato, almeno a una parte di loro.
A caldo però la sensazione è che sia industriali sia pastori siano andati via scontenti.
I rappresentanti dei pastori, che vanno da quelli che si definiscono “pastori singoli” a quelli che fanno capo a Coldiretti, sbuffano: “Non lo accetteremo mai”.
Alcuni industriali, quando ormai è buio, scendono le imponenti scale della prefettura senza proferire parola, con la rabbia che trapela da tutti i pori e vanno via: “E’ dura”, si limita a dire uno di loro.
Negli occhi dei pastori da giorni si legge tutta l’esasperazione: “Non vogliamo arrivare come i gilet gialli in Francia e poi ci scappa il morto. Non vogliamo, siamo persone pacifiche ma stanno tirando troppo la corda”.
A parlare è Stefano Arzu di Talana da dietro la transenna sorvegliata dai carabinieri: “I miei campi si trovano a trecento metri dal mare, ma ormai che senso ha lavorare quando veniamo solo sfruttati? Così ci portano a rubare”.
Per tutta la giornata Centinaio cerca di far dialogare le parti, anche su diversi tavoli, almeno dieci in contemporanea per far incontrare le varie parti sociali anche separatamente. Il clima è surreale. Numeri, cifre, chi propone 70 centesimi a litro, chi rilancia con un euro, chi in modo fallimentare cerca una via di mezzo che si ferma a 72 centesimi.
Le lancette scandiscono un tempo che appare infinito. “Adesso le cooperative parlano con gli industriali”. “Ora gli industriali con i pastori”. E si avanti così.
Lega coop è fiduciosa, Coldiretti no. I pastori sono tanti e combattivi, le donne lo sono ancora di più. Centinaio viene tirato da una parte e dell’altra. All’ora di pranzo arriva il catering ma è solo l’inizio di una trattativa che non finisce certo all’ora della merenda. Anzi, il sole è tramontato e si va avanti quasi fino a cena
Centinaio prova a risolvere il caso mettendosi al centro della trattativa, come ha fatto lo stesso Salvini che domenica inizierà il tour elettorale per tre giorni: “Quindi – spiega il ministro dell’Agricoltura – per ritirare le forme di formaggio in esubero e far salire il prezzo del latte, 10 milioni li mette il sottoscritto”. La parola “sottoscritto” in campagna elettorale può fare effetto alle orecchie degli elettori. “Poi 14 li mette il Viminale”, che tra l’altro è guidato da Matteo Salvini, che poche settimane fa ha stanziato da un fondo del ministero dell’Interno altri 10 milioni per Rigopiano a ridosso delle elezioni in Abruzzo.
“E per finire – spiega ancora Centinaio – 10 milioni li stanzia il banco di Sardegna e dieci la Regione”. Per un totale di 44 milioni che servono a ritirare dal mercato 67 quintali di forme di formaggio non vendute, in questo modo dovrebbe aumentare la richiesta di latte per produrlo e di conseguenza il prezzo.
Ma i pastori vogliono la garanzia del prezzo più alto: “Nel 2017 – ricordano – sono stati già dati 45 milioni di euro, ma il prezzo è rimasto quello di sempre, fermo a 60 centesimi”.
In sostanza non si fidano e non è detto che tutti si fideranno dell’acconto di 72 centesimi.
Una cosa è certa: “Se il governo dà i soldi agli industriali gli fa l’ennesimo favore”, spiega ancora Stefano Arzu: “Li arricchisce e poi loro non pagheranno il latte a un prezzo più alto. Se non viene data garanzia dell’aumento del prezzo, niente ritiro delle forme di formaggio. Altrimenti gli industriali si prendono solo i soldi”.
La posta in gioco a una settimana dal voto delle regionali è troppo alta per buttarla via così.
I giorni verso il voto si assottigliano e un piano b non c’è, come ammette lo stesso ministro dell’Agricoltura: “Questa è la migliore soluzione”.
Fernando Scano, che ha percorso svariati chilometri per arrivare a Cagliari da Mogoro e posizionarsi dietro le transenne insieme agli altri pastori, non ha dubbi: “Stanno passando solo adesso a chiederci quali siano le problema perchè tra una settimana si vota. Lunedì prossimo si saranno scordati di noi per questo non possiamo accettare che vengono dati soldi agli industriali senza garanzie perchè non ci sarà nessuno più a vigilare”. Anche per questo è difficile fidarsi.
Occorrerà ancora del tempo. Il 21 febbraio ci sarà a Roma un tavolo di tutta la filiera, dovrebbe essere presente anche Luigi Di Maio ma l’obiettivo della Lega è strappare il sì già fra tre giorni. Il 19 febbraio, Centinaio incontrerà il commissario europeo per l’Agricoltura Phil Hogan perchè lo stanziamento dei 44 milioni passa anche e soprattutto dall’ok che deve arrivare dall’Unione europea.
A tarda sera i pastori lasciano la piazza davanti la Prefettura e insieme ai compagni che hanno trattato tornano a presidiare i caseifici dai quali non fanno entrare e uscire il latte così da bloccare l’intera filiera, quindi la produzione di formaggio.
E’ qui che discuteranno per decidere se accettare o meno. Se concedere la tregua e andare anche a votare.
O se, anche solo una parte di loro, continuare a bloccare l’isola.
(da “Huffingtonpost“)
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