TRA PDL E LEGA ALLE AMMINISTRATIVE L’ALLEANZA E’ OBBLIGATORIA: ALTRIMENTI LA LEGA RESTEREBBE A SECCO
SENZA L’ACCORDO CON LA “MEZZA CALZETTA” BERLUSCONI, IL CARROCCIO PERDEREBBE LE POLTRONE IN CITTA’ CHIAVE COME MONZA, COMO E SESTO CALENDE
Lega e Popolo delle libertà divisi alle elezioni amministrative?
I numeri dicono che la corsa solitaria non conviene a nessuno dei due. Così sono sempre di più gli osservatori che puntano sull’accordo in extremis.
In queste settimane Umberto Bossi sta facendo la voce grossa contro l’ex alleato Silvio “mezza calzetta” Berlusconi, minacciando addirittura il Pdl di far cadere la giunta lombarda qualora l’uomo di Arcore non si decida a staccare la spina al governo Monti.
Parole urlate dal palco della grande manifestazione leghista del 22 gennaio e ribadite in ogni occasione utile dai colonnelli in missione sul territorio.
Il tutto mentre Roberto Maroni non perde occasione per esprimere l’auspicio di una corsa separata dagli ex alleati in tutte le città che andranno al voto a maggio, anche a costo di perdere: “Perchè quello che conta è riaffermare l’identità leghista e diventare il partito egemone del nord, senza più compromessi”.
Mentre la Lega sbraita, raccogliendo la crescita nei sondaggi e l’entusiasmo della base (che non ha mai visto con favore l’alleanza con i berluscones), l’ex premier si frega le mani ostentando sicurezza.
I bene informati riferiscono infatti che Berlusconi è sicuro che alla fine il rapporto con l’amico Bossi verrà recuperato e l’accordo per le amministrative sarà raggiunto, se non dappertutto, quasi ovunque.
L’unica vera incognita resta Verona, dove il sindaco Flavio Tosi, forte di un consenso altissimo, sta puntando i piedi spingendo per presentarsi alle urne sotto il simbolo della Lega e quello dalla sua lista civica.
Una situazione che sta innervosendo, oltre al Popolo delle Libertà , anche il segretario nazionale veneto del Carroccio, Giampaolo Gobbo (ma, come recitava uno striscione alla manifestazione milanese: “Il Veneto no xe Gobbo, il veneto xe Tosi”).
Eccezione scaligera a parte, l’asse del nord sembra destinato (per forza o per amore) a essere rinsaldato, pena la consegna delle amministrazioni “padane” nelle mani del centro sinistra.
Un fatto con cui Lega e Pdl dovranno fare i conti in tutto il nord Italia.
In Veneto si vota anche a Belluno, dove Pdl e Lega non hanno altra scelta se non quella di chiudere un accordo se vogliono restare alla guida dell’amministrazione cittadina e di quella provinciale.
Si vota anche a Monza, dove si sente forte l’influenza di Silvio Berlusconi, che sta monitorando le vicende politiche locali tramite il suo uomo di fiducia Francesco Mangano (appositamente nominato coordinatore).
Il tutto mentre la Lega sembra intenzionata a puntare sulla candidatura del sindaco uscente Marco Mariani, nonostante gli scetticismi interni e l’eredità pesante del fallimento dei ministeri del nord di Villa Reale.
A Sesto San Giovanni, roccaforte rossa, la corsa in tandem sembra obbligatoria per abbattere la Stalingrado d’Italia.
Dubbi e tentennamenti tra correnti, stanno ritardando l’accordo, così anche a Como. Tra le realtà minori merita attenzione Cassano Magnago (Varese), città natale del Senatùr, amministrazione da 20 mila abitanti, dove il Pdl è già pronto e la Lega non ha un candidato presentabile.
Anche qui l’alleanza sembra inevitabile.
A Genova i problemi sono tutti interni al Pdl, qui l’ex liberale Enrico Musso ha annunciato la corsa in solitaria e il resto del partito sta cercando di orientarsi.
Il Carroccio intanto reclama la candidatura di un proprio uomo (a questo proposto circolano i nomi di Edoardo Rixi, Francesca Bruzzone e Alessio Piana).
Se a Genova Pdl e Lega dovessero rompere ne risentirebbero inevitabilmente le giunte delle altre città liguri guidate dall’asse (Imperia, Savona, Albenga e Diano Marina). Sulla Liguria incombe inoltre anche la presenza di Claudio Scajola, uomo forte del Pdl, che potrebbe rientrare in gioco facendo l’asso piglia tutto (magari stringendo accordi con Casini e Fini).
In Piemonte si vota ad Alessandria e Cuneo, anche qui non c’è ancora nulla di definito
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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