UNA NOTTE IN PATTUGLIA CON GLI AGENTI: “ROMENI, ROMANI O MUSULMANI, NON POSSIAMO FIDARCI DI NESSUNO”
ASSIEME AI POLIZIOTTI DI ROMA DOPO L’ALLERTA TERRORISMO: “MA ORA I CITTADINI CI AIUTANO”
Lampeggianti nella notte, accelerazioni e frenate, adrenalina. La notte delle Volanti è tutta qui.
Attaccati ad una radio che recita una litania continua di furti in casa, liti, schiamazzi, gente che sente rumori nelle scale, quello che è stato minacciato con un coltello dopo un tamponamento al semaforo…
E allora su e giù dall’auto, una mano sul calcio della pistola, un torcione nell’altra, a guardare in faccia gente sospetta, verificare documenti, controllare targhe.
E’ la notte di Roma. Il IV Nucleo Volanti fa base in via Guido Reni, al Flaminio.
Da qui attorno alle 23 escono una trentina di volanti demandate al controllo del territorio, che si affiancano alla quarantina di auto dei commissariati e a tutte quelle dei carabinieri.
Saranno più di un centinaio le pattuglie notturne di Roma. Sotto le Festività , poi, i controlli s’intensificano. Mancava il terrorismo a complicare i sonni di chi deve garantire la sicurezza nella Capitale.
Eppure, a sentirli, a vederli, a stare con loro, dagli equipaggi delle Volanti viene un segnale di speranza: mai come in questi ultimi tempi i cittadini chiamano, avvertono, confidano in loro.
L’episodio di Sesto San Giovanni, con quella pattuglia così ordinaria che fa il colpaccio, un controllo banale di documenti che diventa conflitto a fuoco, e il terrorista Anis Amri freddato a terra, sembra il frutto di un calcolo probabilistico esatto: se controlli sul serio il territorio, qualcosa ti resterà .
Sono le 2.30 di notte, vigilia di Capodanno.
La radio di Zara 58 gracchia una segnalazione importante: «Un tassista ha fermato un’auto di passaggio dei carabinieri. Un tizio in un bar di piazza Venezia, grassoccio e capelli brizzolati, s’è aperto troppo il giaccone giallo e sotto aveva una pistola».
Dice molte cose, questo messaggio. Che la gente, come il tassista del turno di notte, di questi tempi ha paura e si guarda attorno. Che non gira più la testa da un’altra parte. Quel cittadino sa che può essere importante anche la sua piccola segnalazione. E s’affretta a condividerla.
Scatta così la catena di comando. I carabinieri avvertono i loro equipaggi, la polizia i propri. Zara 58 accende il lampeggiante e corre nella notte.
Nel giro di 2-3 minuti piazza Venezia pullula di autopattuglie. Tra loro non hanno bisogno di parlarsi. Basta un cenno del capo. Così Zara 58 se ne va lenta per via del Plebiscito, e poi per via del Corso, su fino a piazza Barberini, e poi verso la Stazione Termini. Altri girano in via dei Fori, o verso l’Anagrafe, o su per Monti. E’ un pattugliamento attento e nervoso. Lungo la strada s’avvertono anche i militari nelle piazze del centro storico. Gente in strada ce n’è davvero poca, fa un freddo cane, sono ormai le 3.
Di «giaccone giallo» non c’è traccia. Forse è salito su un autobus, forse è andato a casa sulla sua auto. Chissà chi era. Questa volta la segnalazione del tassista è arrivata tardi. Ma una settimana fa, con un brandello di descrizione, hanno beccato due rapinatori che avevano appena aggredito un passeggero alla stazione e cercavano di nascondersi quattro strade più in là .
Il meccanismo delle Volanti è questo, immutabile negli anni: uno più giovane al volante, uno più esperto di capopattuglia. Girano e girano e girano dalle 23 alle 5 del mattino. Centocinquanta, duecento chilometri a notte.
Uno zigzag forsennato dal centro alla periferia più estrema e ritorno. Continuamente.
«Uno stress non da poco», dice Claudio, poliziotto di lungo corso, otto anni di servizio notturno e prima vent’anni alla Stradale.
«Non ti capisce nessuno, ma vuoi mettere la soddisfazione di arrivare nel mezzo di una lite di famiglia e impedire che si alzino le mani? Oppure beccare dei rapinatori che hanno appena terrorizzato una persona perbene?».
Certo, c’è il ginocchio scassato dallo speronamento di un ladro d’auto che non voleva proprio fermarsi, ma che importa. Lo ascolta avido Francesco, il giovane, solo 3 anni in polizia, ma già sulla buona strada del suo capopattuglia. E’ il momento di qualche «amarcord», ma appena un’ora prima s’era lanciato a tutta birra sul Raccordo anulare per correre verso un grande centro commerciale dove un vigilante era alle prese con una banda di 5 ladri e chiedeva aiuto.
Volanti. Da sempre alle prese con il mondo noir della Capitale. Per fortuna è arrivata in aiuto la tecnologia.
Il computer di bordo riceve una mail: la foto di un ricercato, un evaso, che forse stanotte s’aggira per la città . La telecamera frontale intanto inquadra la targa di un’auto: immediata arriva la risposta della banca dati, se il veicolo è rubato, se l’assicurazione è in regola. E si va avanti.
Ma cambia qualcosa, ora che c’è la paura di una ritorsione degli jihadisti contro chi veste una divisa?
Claudio ci pensa un attimo: «Romani, musulmani, romeni… Chi sta sulla Volante non si deve fidare mai di nessuno».
Francesco Grignetti
(da “La Stampa“)
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