UNESCO: “BUTTATO GIA’ UN MILIARDO PER IL PONTE SULLO STRETTO E LA SICILIA AFFONDA”
LA REGIONE DI SCIASCIA E PIRANDELLO FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI, TRANNE CHE DAI RUBINETTI DEI CITTADINI
A Sambuca di Sicilia c’è una piscina olimpionica di 50 metri dove fino a qualche tempo fa gli allevatori portavano le vacche ad abbeverarsi.
Ad Altavilla Milicia c’è uno stadio ormai abbandonato costruito in un paese che non aveva neanche la squadra di calcio.
A Cefalù il Palazzetto dello sport “Marzio Trico-li”,costato 8 milioni di euro, ha il parquet coperto da teloni di plastica da agosto: infiltrazioni d’acqua dal tetto l’hanno reso inagibile.
A Giarre il teatro è un cantiere aperto da 50 anni, lo stadio, la piscina e la casa di riposo sono scheletri in costruzione da più di vent’anni.
Con il record di opere incompiute in Europa, oltre venti, c’era persino un campo di polo (“di polo!”) per 20 mila spettatori, tanti quanti gli abitanti, il paese ha guadagnato una citazione sul sito di Usa Today: per capitalizzare quei monumenti allo spreco il sindaco ha istituito l’assessorato alle Incompiute progettando con un’associazione privata il “Parco delle Incompiute.”
Quasi la metà di dighe, strade, viadotti, palestre, piscine, stadi iniziati e mai conclusi (160 su 360, denunciò nel 2007 il procuratore antimafia Pietro Grasso) è nella Sicilia del “disastro infrastrutturale”descritto il 9 ottobre scorso da Laura Boldrini: l’annuncio di Renzi del Ponte sullo Stretto suona come “una presa per il culo”.
Non solo per Beppe Grillo, ma per chi oggi deve andare da Palermo a Catania con l’autostrada interrotta a metà dal crollo del viadotto Imera, vicino a Scillato, sommerso dalle promesse del governo e dell’Anas che ancora non sono riusciti neanche ad aprire un cantiere per realizzare una bretella tampone di raccordo e dove, in direzione Catania, si transita, da decenni e per una decina di chilometri su un solo asse della carreggiata.
Nei sogni di Renzi e di Alfano il pilone siciliano del ponte previsto a Ganzirri è la porta d’ingresso in un’isola che si sta sbriciolando sotto i colpi del dissesto idrogeologico: un mese fa una frana ha interrotto anche l’autostrada Messina-Catania, all’altezza di Letojanni, e in commissione territorio e ambiente l’assessore Giovanni Pizzo ha lanciato l’allarme sulla massa di terra rimasta (può “scivolare a valle”) che insiste su un depuratore “tutto abusivo.”
Ad Agrigento i lavori sul ponte Verdura, crollato nel 2012, sono iniziati dopo il crollo del viadotto Scorciavacche, sulla Palermo-Agrigento: l’asfalto ha ceduto a capodanno, due giorni dopo la consegna.
E dieci giorni fa, dopo una pioggia leggera, l’asfalto di San Giorgio, in provincia di Catania,si è aperto inghiottendo una 126. Sulla Messina-Palermo la manutenzione è ferma da anni, la segnaletica orizzontale ormai quasi cancellata dal tempo e di notte la curva che immette al viadotto di Pollina-Castelbuono è una trappola per chi non ne conosce l’insidia.
Non va meglio a chi viaggia in treno: in Sicilia circolano ogni giorno 397 treni, in Lombardia, 2.300 convogli;nei due mesi successivi al crollo del viadotto Imera i pendolari hanno fatto i conti dei ritardi, scoprendo che su 634 treni analizzati solo 27 sono arrivati in orario: i convogli giunti in ritardo da 1 a 5 minuti sono stati 300 (47%); 134 da 6 a 10 minuti (21%); 56 da 11 a 20 minuti di ritardo (8,2%); 52 con un ritardo superiore ai 20 minuti (7,8%); e 10 con più di 60 minuti (1,5%). Messina senz’acqua ha avuto l’onore delle prime pagine, ma a Gela l’acqua arriva una volta a settimana e ad Agrigento l’ erogazione è stata sospesa per la presenza di un batterio.
Giuseppe Lo Bianco
(da “il Fatto Quotidiano”)
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