UNIVERSITA’: GOVERNO BATTUTO ALLA CAMERA, BLOCCHI E CORTEI IN TUTTA ITALIA, ROMA BLINDATA
PASSA UN EMENDAMENTO DI FABIO GRANATA E IL GOVERNO VA SOTTO…APPROVAZIONE PREVISTA PER LE 20, MA IN TUTTA ITALIA CRESCE LA PROTESTA CONTRO LA RIFORMA GELMINI…A MILANO TENTATA IRRUZIONE A PALAZZO MARINO, A BARI OCCUPATO IL PETRUZZELLI, ROMA IN STATO D’ASSEDIO, A BOLOGNA INVASE AUTOSTRADE
Proteste in tutta Italia contro la riforma dell’Università , mentre la Camera ha ripreso l’esame del ddl Gelmini.
Il via libera sul testo, secondo accordi presi in conferenza dei capigruppo, potrebbe giungere verso le 20 mentre centinaia di cortei di studenti e ricercatori si riversano per le strade dei capoluoghi italiani.
A Roma almeno 50mila studenti si sono diretti in piazza Montecitorio e ad attenderli una fila di camionette delle forze dell’ordine si è disposta a semicerchio per circondare piazza Montecitorio ed impedire che gli studenti possano fare irruzione davanti al portone della Camera.
Presidiata anche via del Plebiscito, davanti alla abitazione privata del Premier.
A Brescia mattinata di tensione per gli scontri in piazza Loggia e l’occupazione dell’aula magna della facoltà di Economia e Commercio. Intorno alle 10 il corteo degli studenti ha cercato di forzare il cordone di sicurezza che si trovava di fronte a palazzo Loggia, per entrare nella sede dell’amministrazione comunale. Ne sono nati dei tafferugli in cui i manifestanti hanno lanciato bottiglie contro le forze dell’ordine e gli agenti hanno fatto ricorso al manganello.
A Torino, mentre i cortei paralizzano il centro città , alcune decine di studenti si sono staccati e hanno effettuato un blitz negli uffici del Ministero dell’istruzione università e ricerca (Miur), in via Pietro Micca.
Dapprima hanno colpito il portone d’ingresso dell’edificio con un lancio di uova, poi hanno sfondato due portoni e sono saliti al secondo piano, dove si trovano gli uffici, rompendo una sbarra. Si sono fermati soltanto davanti ai vetri antiproiettile che proteggono i dipendenti del ministero.
A Genova circa 3.000 manifestanti gridano «Ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città » gridano, mentre nell’atrio del rettorato universitario di via Balbi alcuni ricercatori precari dell’ateneo hanno installato un maxi schermo per seguire in diretta dalla tarda mattina la discussione della riforma in Parlamento.
A MilanoI manifestanti hanno occupato per una ventina di minuti i binari della stazione Cadorna e Garibaldi, causando il ritardo di alcuni convogli. Una decina di studenti ha cercato, senza riuscirci, di entrare a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano.
A Napoli lanci di uova, sacchetti di immondizia e vernice rossa contro il portone della sede dell’Unione degli industriali di Napoli, in piazza dei Martiri.
A Palermo gli universitari di Lettere e Filosofia e Scienze hanno occupato simbolicamente la Cattedrale di Palermo. Un troncone della protesta si è poi mosso verso viale Regione siciliana, paralizzando il traffico dell’arteria che si immette nell’autostrada, all’altezza di corso Calatafimi.
All’Aquila tante le adesioni, nonostante la neve caduta copiosa stanotte e le temperature rigide. Per la città dell’Aquila, l’occupazione di facoltà universitarie rappresenta un evento straordinario: gli ultimi episodi, ad eccezione di qualche caso sporadico, risalgono a quindici anni fa.
A Firenze «Blocchiamo la riforma, blocchiamo la città ». Questi i cori dei manifestanti.
A Bari gli studenti hanno occupato il ponte di corso Cavour, nel centro cittadino. L’occupazione sta creando notevoli disagi alla circolazione dei veicoli. Un’altra parte del corteo si sta dirigendo invece verso il teatro Petruzzelli.
A Foggia, questa mattina un centinaio di studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo di Foggia sono saliti sul tetto della sede di via Arpi.
Intanto il Governo è stato battuto in aula alla Camera.
Le opposizioni e il Fli hanno votato a favore di un emendamento presentato da Fabio Granata.
Si tratta dell’articolo 19 sugli assegni di ricerca che vieta «oneri aggiuntivi» anzichè «nuovi o maggiori oneri».
Il testo, su cui c’era il parere contrario di governo, commissione e commissione Bilancio, è stato approvato con 277 sì e 257 no.
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