VALERIO ONIDA: “IL LODO CONTE BIS SULLA PRESCRIZIONE E’ UNA FORTISSIMA ATTENUAZIONE DELLA RIFORMA BONAFEDE”
PER IL PRESIDENTE EMERITO DELLA CONSULTA NON SONO FONDATI I DUBBI DI INCOSTITUZIONALITA’
Il lodo Conte bis sulla prescrizione? Per Valerio Onida è “una fortissima attenuazione” della riforma entrata in vigore il primo gennaio 2020.
“Molti processi si prescrivono in appello”, spiega il presidente emerito della Corte costituzionale ad Huffpost, quindi lo stop dopo il secondo grado di giudizio per i condannati “ha chiaramente degli effetti diversi”.
Per il noto giurista lo stop alla prescrizione non è il mostro che alcuni dipingono, “non sarà questo a rendere i processi più lenti”, dice.
Per snellire la macchina della giustizia bisogna intervenire altrove. Come? “Depenalizzando, ad esempio. Riducendo i tempi morti del procedimento penale. Aumentando le risorse a disposizione”.
Quanto alla diversità di trattamento nel caso di imputato assolto o condannato, prevista dal lodo Conte bis come dalla prima bozza di accordo, Onida afferma che non sembrano fondati i dubbi di incostituzionalità .
Professore, la maggioranza – senza Italia Viva – è arrivata a un nuovo accordo sulla prescrizione. Il lodo Conte bis, in sintesi, farebbe scattare lo stop alla prescrizione solo dopo la condanna di secondo grado. Per il Pd, con questo accordo, Bonafede ha rinunciato all′80% delle sue pretese. È così?
È una fortissima attenuazione della riforma entrata in vigore il primo gennaio. Molti processi, infatti, si prescrivono in Appello: ciò significa che la decisione di secondo grado è in molti casi una sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione, che rende inutile tutta l’attività processuale già svolta. Se si sposta a dopo il secondo grado lo stop, è chiaro che gli effetti saranno diversi rispetto a quanto può accadere fermando la prescrizione dopo il verdetto di primo grado.
Anche in questo caso, come abbozzato nel primo lodo Conte, si prevede un trattamento diverso tra assolti e condannati. Non ravvisa profili di incostituzionalità ?
Secondo me non ce ne sono. Anche se il diritto alla durata ragionevole del processo (ma prima ancora ad un giusto processo) c’è sempre, altra è la posizione di chi, assolto, deve attendere, per vedere consolidata l’assoluzione, che si esauriscano i procedimenti messi in moto dai ricorsi del Pubblico Ministero, altra quella di chi, già condannato, ha interesse soprattutto a vedere riesaminata in meglio la sua posizione esperendo tutti i ricorsi, e anche, se del caso, rinunciando alla prescrizione, ciò che nel nostro ordinamento è sempre ammesso. Poi, magari, qualcuno può avere di fatto l’interesse a far prolungare i tempi in modo da fare scattare la prescrizione. L’imputato assolto non può essere costretto a dover attendere a lungo prima che la sua assoluzione passi in giudicato. La differenza di posizione e di interesse è intuitiva.
Lo stesso timore riguarda anche i condannati. Non c’è il rischio che il sovraccarico di processi dovuti allo stop alla prescrizione li costringa a processi infiniti?
Ma questo problema non si risolve ricorrendo alla prescrizione, alla quale peraltro l’imputato fra l’altro può rinunciare. Vorrei poi ricordare che i reati più gravi, per i quali è previsto l’ergastolo, non si prescrivono. Vogliamo forse dire che è sbagliato? Insomma, se si riesce ad evitare che i processi vengano conclusi con il non doversi procedere per intervenuta prescrizione, è una cosa sacrosanta.
Lo stop voluto da Bonafede e ora rimodulato d’accordo con Pd e LeU, dunque, non è il mostro che alcuni dipingono?
Esatto, non lo è. Certamente poi ci sono modi per rendere i processi più veloci. Ma bisogna innanzitutto pretendere che siano giusti. Cosa vogliamo, un processo di pochi mesi senza tutte le garanzie? Vorrei inoltre ricordare che il decorso della prescrizione parte da quando il reato è stato commesso, non da quando è stato scoperto. Da ciò può derivare il fatto che il reato si prescriva mentre ancora il processo non è iniziato o si sta da poco celebrando.
Il processo, appunto. Il legislatore promette da mesi una riforma di quello penale che, forse, arriverà in cdm tra qualche giorno. Non era invece il caso in intervenire prima su tutto il procedimento anzichè stravolgere solo un istituto?
Per fare una riforma globale del processo penale è chiaro che ci vuole più tempo. In ogni caso non è lo stop alla prescrizione, dopo il primo o dopo il secondo grado che sia, a rendere più lunghi i processi. Certamente ci sarà bisogno di altri interventi
Quali?
Interventi di depenalizzazione, ad esempio. Siamo così sicuri che ci sia bisogno di tutti questi reati? Forse anche un maggior ricorso ai riti alternativi potrebbe essere utile. Poi ci sono le risorse: certamente attraverso la dotazione di maggiore personale, laddove manchi, oltre che attraverso una migliore organizzazione (e qui conta anche la capacità dei capi degli uffici) si possono rendere i tempi della giustizia più veloci.
Il ministro Bonafede ha promesso che arriveranno nuove assunzioni. Nella bozza di riforma del processo penale sono previste anche delle sanzioni per i magistrati che non rispettano i tempi. Cosa ne pensa?
Sanzioni disciplinari sono già previste, perchè è una mancanza disciplinare quella del magistrato che non rispetta i tempi stabiliti per il deposito della motivazione, in molti casi fissati, entro certi limiti massimi, dallo stesso Giudice A volte ci sono dei ritardi clamorosi. Ma naturalmente occorre soprattutto mettere i giudici e tutto l’apparato giudiziario in grado di rispettare i tempi e di procedere più celermente.
(da “Huffingtonpost”)
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