VIOLENZE NEI CORTEI PER RAMY, LA CONDANNA DELLA FAMIGLIA: “NON STRUMENTALIZZARE LA SUA MORTE”
NOI CHIEDIAMO SOLO VERITA’ E GIUSTIZIA, IL SUO OME NON VENGA UTILIZZATO PER ATTI DI VIOLENZA O PER FINI POLITICI”
La famiglia di Ramy Elgaml, il ragazzo di 19 anni morto dopo un inseguimento dei carabinieri a Milano, “condanna fermamente ogni forma di violenza e vandalismo che si è verificata nelle manifestazioni delle scorse ore” e chiede che “la sua figura non venga strumentalizzata per fini che non hanno nulla a che fare con la nostra richiesta di verità e giustizia per cui abbiamo riposto massima fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine”. Il riferimento è a quanto è accaduto ieri sera e ieri notte soprattutto a Roma e Bologna, proteste e vandalismi – nei giorni scorsi avvenuti anche a Torino – condannati anche dalla premier Giorgia Meloni.
Nella dichiarazione all’Agi tramite l’avvocato Barbara Indovina, i familiari del giovane, a cominciare dal padre Yehia Elgaml, prendono per l’ennesima volta le distanze da episodi di violenza legati al nome del figlio – morto durante l’inseguimento da parte dei carabinieri lo scorso novembre –, con particolare riferimento a quanto avvenuto ieri durante il corteo di ieri a Roma: “Noi, la famiglia di Ramy Elgaml, desideriamo esprimere con chiarezza e fermezza la nostra posizione riguardo agli avvenimenti che hanno seguito la tragica morte del nostro caro Ramy”.
Continua l’avvocata della famiglia, a nome degli Elgaml, commentando le manifestazioni di ieri sera nelle altre città italiane, mentre a Milano non si sono registrati problemi: “La perdita di Ramy è per noi un dolore immenso e insopportabile. Il nostro unico desiderio è che la giustizia segua il suo corso senza strumentalizzazioni. Siamo profondamente turbati nell’apprendere che il nome di Ramy venga utilizzato come pretesto per atti di violenza. Condanniamo fermamente ogni forma di violenza e vandalismo che si è verificata nelle manifestazioni delle scorse ore. Crediamo che il ricordo di Ramy debba essere un simbolo di unità, non di divisione o distruzione.Il nostro appello è rivolto a tutti coloro che scelgono di onorare la sua memoria: fatelo in modo pacifico e costruttivo, attraverso il dialogo e il rispetto reciproco”.
Inoltre, proseguono i familiari, “ci dissociamo da qualsiasi utilizzo politico del nome di nostro figlio. Ramy era un ragazzo pieno di vita, amato dalla sua famiglia e dai suoi amici, e non vogliamo che la sua figura venga strumentalizzata per fini che non hanno nulla a che fare con la nostra richiesta di verità e giustizia per cui abbiamo riposto massima fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine. Chiediamo a tutti di rispettare il nostro dolore e di unirsi a noi nella ricerca di un percorso che porti a una vera giustizia, senza odio, senza violenza e senza divisioni”.
(da agenzie)
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