VOTO DI SCAMBIO: DOVEVA ASFALTARE SILVIO, ALLA FINE RENZI GLI HA COSTRUITO UN’AUTOSTRADA
A BERLUSCONI RENZI HA CONCESSO LA NORMA SALVA-SILVIO, IL NON INTERVENTO SULLA PRESCRIZIONE E UN PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON OSTILE… TUTTO PER NON PERDERE LA POLTRONA
Matteo Renzi punta a chiudere il passaggio della legge elettorale in Senato entro la prossima settimana, prima che il Parlamento si riunisca in seduta comune a Montecitorio per eleggere il nuovo capo dello Stato.
Così, per portare a casa l’Italicum, il premier si affida all’alleato del Nazareno.
E’ bastata un’ora di colloquio, martedì, per trovare l’accordo: “Voteremo compatti per l’emendamento Esposito”, annunciava Silvio Berlusconi ai suoi al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con il leader del Pd.
Cosa ha fatto cambiare idea all’ex Cav, che per mesi ha temporeggiato e fino a pochi giorni fa sembrava intenzionato a dare ancora battaglia?
Tutti gli indizi portano in un’unica direzione.
A Silvio Berlusconi Matteo Renzi ha fatto tre promesse: la cosiddetta norma salva-Berlusconi, l’impegno di non intervenire sulla prescrizione e un presidente della Repubblica non ostile.
Il quotidiano La Stampa parla di “grandi vantaggi per tutto e in special modo per Berlusconi, al quale non potrà essere negata una prelazione sul prossimo Presidente, nè una riabilitazione piena dalla condanna, magari attraverso la famosa norma ‘salva-Berlusconi’ contenuta nel decreto fiscale”.
Ovvero quell’articolo 19 bis al decreto attuativo della delega fiscale che consentirebbe all’ex Cav, condannato a 4 anni e 2 di interdizione dai pubblici uffici nel processo per i diritti tv Mediaset, di chiedere al giudice di far decadere la sentenza perchè il reato si è estinto.
Un’ipotesi confermata da quanto confidato ieri da Denis Verdini, l’uomo cui Berlusconi ha affidato il dossier riforme, ai ribelli capitanati da Raffaele Fitto per convincerli a sotterrare l’ascia di guerra almeno sull’Italicum: “Non dimenticate che Renzi ha congelato l’articolo 19 bis”. Congelato perchè quando bloccò la norma per mettere a tacere le polemiche, Renzi non annunciò che avrebbe riformato il testo ma si limitò a spiegare che “questa norma la rimanderemo in Parlamento soltanto dopo l’elezione del Quirinale”.
E di fronte a ciò il Cavaliere è pronto anche a spaccare il partito, salendo sulla barca del premier e lasciando a terra il ras pugliese e tutti i suoi dissidenti.
Ma sul tavolo ci sarebbe dell’altro, ovvero la promessa incassata tempo fa da Matteo Renzi di non procedere ad una riforma della prescrizione.
Uno dei fronti giudiziari con cui Berlusconi deve fare i conti è il processo sulla compravendita dei Senatori in corso a Napoli in primo grado: poichè nell’autunno di quest’anno la prescrizione interverrà ad annullare definitivamente il procedimento, l’alleato Silvio non vuole scherzi.
Sul tema, scrive La Repubblica, “l’accordo con gli uomini dell’ex Cavaliere è di antica data”. Per questo “non sono ammessi giochi sottobanco o peggio sgambetti furbeschi. Come quelli che secondi FI, ma anche Ncd, sarebbero stati fatti a Montecitorio una settimana fa”.
Quando si è ricominciato a parlare di una riforma “che blocca l’orologio dell’azione penale dopo la sentenza di primo grado e lo congela per due anni, per dare tempo ai giudici dell’appello di riesaminare il caso”.
Un principio che, applicato al caso De Gregorio, potrebbe costare all’ex Cav una nuova condanna.
Il 29 gennaio, poi, il Parlamento si riunisce in seduta comune a Montecitorio per eleggere il successore di Giorgio Napolitano.
Un successore che — ed è la terza contropartita di B. — non dovrà essere ostile all’ex Cav.
Tra i nomi che con maggiore insistenza si rincorrono da settimane sono quelli di Giuliano Amato, Anna Finocchiaro e Pier Ferdinando Casini, graditi a Berlusconi.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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