Ottobre 21st, 2007 Riccardo Fucile
CAMBIANO I TEMPI , CAMBIA LA MUSICA….. DALL’INTERNAZIONALE A RINO GAETANO
Genova ha votato! Una massa festante domenica scorsa ha sancito (dopo la fine del PCI, del PDS, della Quercia e dell’Ulivo) anche la fine dei DS e della Margherita (e fin qui non si sarebbe perso molto…)…è nata la creatura…il Nuovo che avanza, il Partito demo nonche’ cratico, e Genova si è precipitata alle urne funerarie per chiudere col passato e aprirsi a nuovi orizzonti….Se le Brigate Rosse erano “sedicenti” che dire dei “sedicenti” 45.000 elettori che avrebbero votato alle Primarie a Genova? La Sciarelli ne farà forse un servizio a “Chi li ha visti?” o qualcuno verificherà l’attendibilità dei dati? Senza notai, senza fotocopie di documenti magari erano 450.000 invece che 45.000 oppure 4.500.000 , certamente una moltitudine che non ha resistito alla brillante dialettica di Marco Tullo, alla suadente voce del Walter nazionale, al nuovo look della Rosy Bindi. Un’ operazione di immagine, una scelta imposta dalle contingenze, una operazione pilotata dalla grande finanza che vuole liberarsi di un Prodi perdente e ormai impresentabile, sperando che il “nulla” veltroniano dia una scossa a coscienze sopite e depresse. Continua »
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Ottobre 21st, 2007 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA…
COME LA POLITICA DISTRUGGE L’ARTE DECORATIVA TRADIZIONALE
L’arte decorativa, importata dagli antichi Romani, si è sviluppata a Genova attraverso i secoli. Essa è presente e racchiusa in tante delegazioni e quartieri della città , ciascuno dei quali ha una propria storia da raccontare, avendo subito i cambiamenti nell’arte figurativa degli interni, attraverso gli influssi di maestri artigiani e architetti del tempo. Un esempio: il grande pittore e scultore Nicolò Barabino era di Sampierdarena e varie sono le sue opere. Nella chiesa di S. Maria della Cella ( che racchiude, oltre a dipinti famosi, alcuni sepolcri dei Doria) vi è uno dei dipinti più espressivi dell’Arte Sacra, la “Madonna degli Ulivi”; inoltre è presente nelle decorazioni ornamentali in stucco anche nella sala riunioni del Banco di Roma, a De Ferrari, dove con mio padre nel 1980 abbiamo rilevato su calco e ripreso i suoi meravigliosi sovrapporta da lui stesso modellati e decorati. Per non dire di Villa Grimaldi e dell’area tra via D’Aste, via Carzino e via Sampierdarena, innumerevoli fondi di palazzi adibiti a negozi che racchiudono volte a crociera completamente decorate a mano dai mastri d’epoca. Continua »
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Ottobre 21st, 2007 Riccardo Fucile
AZIONE FUTURISTA E FONTANA DI TREVI…..FINALMENTE VELTRONI HA VISTO IL ROSSO : ESPULSIONE DIRETTA
Maggioranza e opposizione hanno trovato finalmente un momento di intesa, immaginate su cosa…sulla colorazione rossa della Fontana di Trevi, a Roma, ad opera di un “attivista” di Azione Futurista. Anche se la tempera lavabile solubile in acqua si è rivelata poi una sostanza innocua ed ecocompatibile, anche se nessun danno è stato arrecato alla Fontana nota in tutto il mondo e in 4 ore l’acqua è tornata a scorrere trasparente, abbiamo assistito a dichiarazioni incredibili: “Indignazione per un gesto intollerabile e irresponsabile” secondo Francesco Rutelli, “condanna univoca e senza appello per l’azione teppistica” il commento di Gianni Alemanno, “occorre una punizione esemplare per potersi redimere e riflettere sul gesto” sostiene Roberto Calderoli, “gesto assurdo e scellerato contro cui serve la massima durezza” ha detto Pecoraro Scanio, “uno spettacolo terribile che ha rischiato di danneggiare per sempre la Fontana di Trevi” ha affermato l’Unità , per finire a ” un atto molto grave, estraneo alla cultura democratica e un’offesa a Roma” secondo il sindaco etereo Walter Veltroni. Peccato che quando sono state danneggiate sul serio, senza goliardia e futurismo di mezzo, ma solo per stupidità , la “barcaccia” del Bernini a Piazza di Spagna, la fontana della navicella al Celio, la fontana delle Api a piazza Barberini o la fontana dei Fiumi a piazza Navona, non si ricorda lo scatenarsi di una simile canea. Continua »
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Ottobre 21st, 2007 Riccardo Fucile
Ite Missa est. E subito si accende un fragore di tuoni e lampi e la tempesta si abbatte spietata sulla Chiesa e, naturaliter (che bello il latino!) , sul Papa che è il suo parafulmine.
Dal 14 settembre scorso, festa dell’Esaltazione della Santa Croce – la data non è stata scelta a caso – i fedeli che desiderano seguire la messa in latino non dovranno più riunirsi come carbonari, di nascosto, vergognandosi, agli occhi della nostra società così colta, così smart e hi-tech, di questa loro debolezza da catacomba.
Benedetto XVI ha fatto quello che anche il suo predecessore, Giovanni Paolo II, avrebbe approvato e a cui aveva iniziato a porre mano.
Con il Motu Proprio sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970, il Pontefice ha di fatto ribadito – perchè l’uso del vecchio Messale romano non era mai stato vietato nè tanto meno abolito – la possibilità di celebrare la messa seguendo, appunto, il Messale Romano promulgato da San PioV e nuovamente edito dal Beato Giovanni XXIII. “Sono infatti due usi dell’unico rito romano”, ha tenuto a precisare Benedetto XVI. Continua »
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