Settembre 13th, 2017 Riccardo Fucile
SE SI INVENTA UNA FALSA AGGRESSIONE E UN FALSO SEQUESTRO DI PERSONA CALUNNIANDO UN ERITREO IN PREMIO VIENE REGALATO UN CONSIGLIO STRAORDINARIO “CONTRO I PROFUGHI”
Il Consiglio straordinario del IV Municipio al Tiburtino III che il MoVimento 5 Stelle e il Partito
Democratico hanno concesso su richiesta di Casapound finisce in rissa.
Un ragazzo è stato ferito alla testa durante gli scontri.
Dopo aver cercato di forzare da un lato ed essere stati respinti, gli antirazzisti sono riusciti a entrare da un secondo ingresso del centro anziani dove stava andando in scena il consiglio, nel cortile antistante alla sala dove è avvenuta la colluttazione.
Poi l’intervento della polizia in in assetto antisommossa ha diviso di nuovo i due schieramenti. CasaPound nella sala, gli antirazzisti in via del Badile.
Il consiglio straordinario è stato prima sospeso e poi annullato.
Come abbiamo raccontato, il consiglio straordinario è stato concesso sulla base di una bufala: quella dell’aggressione e del sequestro di una persona da parte dei richiedenti asilo che si trovano nel centro di via del Frantoio.
Una bufala messa in giro dall’estrema destra nelle ore immediatamente successive all’assedio del centro di accoglienza fondato su una ricostruzione falsa di quanto accaduto nella notte tra il 29 e il 30 agosto scorsi.
Casapound infatti il 30 agosto aveva fatto sapere che “una donna è stata rapita dagli ospiti del centro gestito dalla croce rossa”.
E questo nonostante già il 30 agosto si sapesse che un uomo era stato ferito con un’arma impropria proprio nell’occasione della presunta esplosione della bomba sociale al Tiburtino III. Ma c’è di più.
Perchè Pamela Pistis, la donna che secondo le false informazioni diffuse in quelle ore aveva subito un’aggressione, è invece accusata di aver infilzato sulla schiena Yacob Misgn con un tondino, un pezzo di ferro di quelli usati nell’edilizia e per questo è indagata per lesioni aggravate dall’uso di un’arma.
Ma il pubblico ministero sosterrà anche l’accusa di calunnia, ovvero il reato di chi accusa qualcun altro di aver commesso un reato davanti all’autorità giudiziaria sapendolo innocente.
È stato infatti accertato che le contusioni e i graffi sul corpo dell’indagata erano precedenti e non causati dall’aggressione degli altri immigrati del centro.
L’unica ferita recente le era stata provocata anzi dal marito con un pugno nel tentativo di strapparla da una eritrea a sua volta aggredita per essersi permessa di aiutare il connazionale ferito
La rissa e lo spray al peperoncino
“Sono in corso trattative di mediazione al fine di evitare interventi con la forza”, fa sapere la Questura di Roma. Nei momenti di tensione davanti al centro anziani a Tiburtino III, dove si sarebbe dovuto svolgere il consiglio straordinario del IV Municipio, alcuni agenti sarebbero stati attaccati con spray urticanti, dice sempre la Questura.
“Non ci sono i termini per portare avanti la democrazia. Quello che è accaduto è inammissibile e non condivisibile”, fa sapere la presidente del IV Municipio, Roberta Della Casa, che evidentemente non ha capito che il consiglio è stato convocato sulla base di una bufala.
“Non è stato possibile dare svolgimento al consiglio per colpa degli estremismi — sottolinea -. Non è nostra intenzione portare avanti l’assemblea, strumento democratico per eccellenza, davanti a questo tipo di atteggiamento”, conclude.
Il consiglio straordinario, ufficialmente richiesto da Fratelli d’Italia, è andato in scena al centro anziani di via del Badile.
Circa trenta esponenti di Casapound hanno raggiunto il centro, dove era in corso la manifestazione dei movimenti territoriali. Le due fazioni hanno rischiato la collisione scongiurata dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa.
Durante l’ingresso dei ‘fascisti del terzo millennio’ nella sede dove si terra’ il consiglio del Municipio IV, i momenti di maggiore tensione, con cori, grida e anche lancio di oggetti da parte dei movimenti. Poi un tentativo di ingresso anche da parte degli antirazzisti, scongiurato a fatica dalle forze dell’ordine.
Alla fine i “fascisti del III millennio” sono stati fatti entrare nella sala dove si terrà il consiglio, mentre gli antirazzisti sono stati lasciati fuori e hanno iniziato a intonare cori: “Casa lavoro, diritti sociali sono questi i problemi dei proletari”, “Annullate sto consiglio, annullate sto consiglio”.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Roma | Commenta »
Settembre 13th, 2017 Riccardo Fucile
RAZZISTI NELLO SCONFORTO: PAZIENZA CHE NON FOSSE UN NEGRO ISLAMICO, MA ANCHE UN PALESTINESE POTEVA ANDARE BENE E INVECE…
Una turista belga ha denunciato di avere subito la scorsa notte un tentativo di stupro sulle scale del Campidoglio da parte di un ragazzo israeliano.
Sulla vicenda sono in corso indagini della polizia di Roma Capitale per fare piena luce sull’accaduto. Entrambi si trovano ora al comando dei vigili urbani.
Gli agenti stanno anche ascoltando altre persone che avevano trascorso la serata con i due ragazzi.
Secondo la ricostruzione fornita dai due ragazzi ai vigili urbani i due giovani si conoscono nella notte tra ieri e oggi al pub inglese di largo Argentina. Lei, studentessa universitaria di 23 anni, a Roma in vacanza, è nel locale con le tre amiche con cui è partita. Lui, invece, 26 anni, vive a Roma e lavora in un’agenzia aerea che ha la sede a Fiumicino.
Una chiacchiera tira l’altra e poi i due decidono di fare una passeggiata, lasciando gli amici al pub. Vanno in piazza Venezia, percorrono via del Corso, poi tornano indietro. Si dirigono verso il Campidoglio e lungo la scalinata lui tenta un approccio che lei respinge. Ci prova ancora e lei ancora lo respinge.
Alla sua insistenza la ragazza inizia a urlare: gli agenti della polizia di Roma Capitale in servizio al Campidoglio la sentono e accorrono. Fermano entrambi e li portano al comando di via della Consolazione, dove si trovano ancora adesso.
Vengono ascoltati, lui viene denunciato per tentata violenza sessuale, appunto, e gli viene assegnato un avvocato d’ufficio.
“Io non volevo, non avevo nessuna intenzione di avere rapporti sessuali con lui” ha detto lei agli agenti, coordinati dal vice comandante Antonio Di Maggio, che li hanno ascoltati. “Mi piaceva, ci stavamo divertendo: ma perchè questo vorrebbe dover dire qualcosa di più?”. Lui si difende: “Lei ci stava, assolutamente: mi aveva già dato un bacio, avevamo parlato tutta la sera, bevuto insieme, passeggiato, baciati ancora: ci stava, non c’è altro da dire”.
Intanto la ragazza è stata raggiunta dalle sue amiche, che si trovano con lei ancora adesso, in attesa di poter lasciare il comando e poi Roma e l’Italia.
(da agenzie)
argomento: violenza sulle donne | Commenta »
Settembre 13th, 2017 Riccardo Fucile
CASO SICILIA, IL PADRONE DEL M5S NON SA CHE FARE… SE FA RIENTRARE GIULIVI RISCHIA ALTRE CAUSE, SE GLI DICHIARA GUERRA RISCHIA DI PERDERLA
Ilario Lombardo sulla Stampa oggi ci racconta che dopo la sospensione delle Regionarie M5S in
Sicilia volute dal giudice per il caso di Mauro Giulivi, Beppe Grillo è nervosetto.
Un po’ perchè odia i remake e invece si trova sempre davanti gli stessi avversari a Napoli, a Roma, a Genova e in Sicilia (e perde).
Un po’ perchè vive un dilemma del prigioniero niente male:
In questo film, poi, Grillo ha di fronte a sè sempre lo stesso antagonista: Lorenzo Borrè, avvocato che, dopo Napoli, Genova e adesso la Sicilia, è specializzato nel vincere la cause contro i 5 Stelle e mandare in crisi i suoi leader.
Grillo ne ha abbastanza di tutto questo ma sa anche che una deroga alle decisioni imposte, anche per una sola persona, potrebbe tirarsi dietro un fiume di altri ricorsi.
La scelta tra le due alternative che gli hanno prospettato gli avvocati non è semplice. Perchè se accetta di trovare quella che definiscono «una soluzione amichevole» con Giulivi (traduci: sospendere il provvedimento disciplinare, riammetterlo nel M5S e permettergli una candidatura futura magari in Parlamento), il M5S salverebbe le regionarie siciliane, perchè l’attivista ritirerebbe la denuncia, ma allo stesso tempo aprirebbe un’altra falla.
Perchè da tutta Italia altri attivisti sospesi si rivolgerebbero ai giudici, nella speranza di rientrare in gioco:
Se invece Grillo dovesse andare davanti al giudice con l’intenzione di sostenere che «è nelle sue prerogative di garante e capo politico» dichiarare come «legittima» la squadra di candidati votati dalla rete lo scorso 9 luglio, il comico si esporrebbe alle stesse accuse subite a Genova: il voto online è una farsa perchè tanto decidono tutto Grillo e Casaleggio.
Che fare dunque? Tenendo presente anche che mancano solo dieci giorni alla festa di Rimini dove Luigi Di Maio sarà incoronato candidato premier?
Oggi gli avvocati delle parti si sentiranno per tentare un ultimissimo accordo, pur sapendo che Grillo d’istinto vorrebbe far fuori ogni piantagrane, soprattutto uno come Giulivi, fidanzato della parlamentare Chiara Di Benedetto, sospesa per il caso firme false di Palermo e considerata vicina alla fronda ortodossa di Riccardo Nuti (altro deputato in via d’uscita dal M5S) e Roberto Fico.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Grillo | Commenta »
Settembre 13th, 2017 Riccardo Fucile
“I TEMPI DELLA BUROCRAZIA EUROPEA SONO ESTENUANTI”
“La battaglia è difficilissima ma vale la pena combatterla fino in fondo”. Lo dice al Corriere della Sera Piero Longo, deputato di Forza Italia e avvocato difensore di Silvio Berlusconi, in vista della trasferta a Strasburgo per l’udienza davanti alla Grande Chambre della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) che stabilirà se il Senato italiano ha commesso oppure no un abuso applicando la legge Severino e deliberando nel 2013 la decadenza dal seggio parlamentare dell’ex premier dopo la sua condanna definitiva per frode fiscale.
“La Grande Chambre è fissata per il 22 novembre, ma per avere la pubblicazione della sentenza bisognerà attendere i tempi estenuanti della burocrazia europea”, dice Longo. “È improbabile che il tutto avvenga entro il mese di febbraio del 2018”.
“Probabile”, dice, che la sentenza arrivi prima delle elezioni politiche del 2018, se si dovesse votare a maggio, “ma c’è una ragione politica, non solo italiana, che regolerà i tempi: perchè si tratta di stabilire se un leader europeo, un ex premier, ha avuto una decisione conforme alla legge oppure no. Non è semplice il quesito da sciogliere”.
In secondo luogo, prosegue, “per la riammissione in Senato sarà lo stessa Aula a decidere se riconsiderare la sua decisione del 2013. E il Senato, in forza dell’autodichia, può decidere quello che crede. Fino a non applicare la sentenza di Strasburgo eventualmente favorevole a Berlusconi pur rischiando un conflitto tra istituzioni sull’immediata esecuzione della stessa”.
L’ex premier punta anche sulla riabilitazione che, se arrivasse prima delle elezioni, neutralizzerebbe gli effetti della legge Severino consentendogli di candidarsi alle politiche 2018: “L’8 marzo del 2018 scattano i tre anni dal momento in cui è stata espiata la pena. Decide il tribunale di Sorveglianza di Roma, luogo di residenza di Berlusconi, ma anche qui non c’ è certezza sui tempi”.
(da “Huffingtonpost“)
argomento: Berlusconi | Commenta »
Settembre 13th, 2017 Riccardo Fucile
L’INDAGINE SUI FATTI CHE PORTARONO ALLA MORTE DI UNA DONNA E AL FERIMENTO DI 1526 PERSONE: TURISMO TORINO NON CI STA AL TENTATIVO DELLA APPENDINO DI SCARICARE SU DI LORO TUTTE LE COLPE DELLA SERATA
Non è ancora arrivata nel vivo l’indagine su Piazza San Carlo e su quel 3 giugno in cui durante la
finale di Champions League una donna è morta e 1526 persone sono rimaste ferite. Ma in tribunale ci si arriverà presto lo stesso.
Perchè Turismo Torino, l’ente strumentale della città a cui era stata affidata l’organizzazione della serata, andrà al Tribunale Amministrativo Regionale per contestare l’ordinanza con cui il primo giugno ha messo nero su bianco il fatto che tutta la responsabilità , penale e civile, sarebbe stata in capo proprio a Turismo Torino. Spiega oggi La Stampa:
Può apparire una mossa fuori tempo massimo. Non è così: il ricorso è destinato a giocare un ruolo non secondario nell’attribuzione delle responsabilità in sede civile. Con quella postilla Palazzo Civico intendeva scrollarsi di dosso qualunque ruolo nella vicenda. Non a caso a quel comma si sono appellati in molti, dentro il Comune, per spiegare come lacune organizzative e carenze andassero contestate solo a Turismo Torino. Il ricorso al Tar punta a smontare questo meccanismo.
Visto che le responsabilità penali non si attribuiscono via ordinanza comunale, l’ordinanza in quel punto non ha alcun valore.
Ma è il civile — e i risarcimenti — che preoccupa Turismo Torino e il Comune. Al momento sono 136 le diffide depositate a Palazzo Civico, ma il numero potrebbe lievitare nei prossimi mesi se non addirittura nei prossimi anni:
È il motivo per cui nelle settimane scorse l’avvocato Riccardo Montanaro, per contro di Turismo Torino, ha notificato agli uffici legali di Palazzo Civico il ricorso. L’ordinanza firmata dalla sindaca Appendino, oltre ad attribuire le responsabilità a Turismo Torino, incaricava l’ente strumentale di garantire «durante lo svolgimento della manifestazione ogni misura di prevenzione contro i pericoli per l’incolumità pubblica degli stessi partecipanti».
Poi c’è una questione formale. Il documento non è mai notificato a Turismo Torino che ha appreso dell’ordinanza solo nei giorni successivi alla drammatica serata.
Anche su questo aspetto il Tar dovrà pronunciarsi.
(da “NextQuotidiano“)
argomento: denuncia | Commenta »
Settembre 13th, 2017 Riccardo Fucile
“SU REGENI PRESI IN GIRO DALL’EGITTO”
“Il Pd non riesce più ad aggregare, a essere attraente e attrattivo” e “il centrosinistra si sta rassegnando a giocare un gioco secondario, a non vincere le prossime elezioni”. Lo ha detto Enrico Letta, intervistato da Massimo Giannini a ‘Circo Massimo’ su Radio Capital.
“Noto una contraddizione: il Pd, l’Ulivo e il centrosinistra – ha spiegato – hanno sempre ricercato leggi elettorali che ricercavano l’aggregazione perchè era la parte politica italiana più aggregante, questa era la forza del centrosinistra. Oggi la contraddizione è che il Pd sembra scegliere questa legge elettorale che è quella rispetto a cui la capacità di aggregazione non conta, consapevole che la sua capacità di aggregazione è minore e si è visto alle amministrative. Il Pd non riesce più ad aggregare, ad essere attraente e attrattivo”.
Secondo Letta c’è “una situazione per la quale il centrosinistra si sta rassegnando a giocare un gioco secondario, a non vincere le prossime elezioni e sta guardando il ritorno di Berlusconi e questa è la vera notizia: la legislatura termina con il ritorno di Berlusconi”.
Letta ha ribadito di non essere iscritto al Pd (“non è una notizia: non ce l’ho da anni la tessera”) evitando ogni polemica con Matteo Renzi, che nel suo libro lo aveva definito in “modalità broncio” dopo la caduta del suo governo. “Sono in modalità sorriso”, ha assicurato l’ex premier.
Quindi un suggerimento ai politici italiani. “Chi fa politica deve dire cosa vuole fare e non diventare il follower dei propri follower”. “C’è la tentazione di seguire coloro che seguono, mentre il politico deve dire cosa vuole fare e poi la gente decide se voltarlo o no. Non è solo un vizio della Lega o dei 5 Stelle, mi sembra generalizzato”, ha aggiunto l’ex premier.
Come appare l’Italia dall’estero? “C’è fiducia per la prospettiva dell’economia ma preoccupazione per un possibile stallo politico”, ha affermato l’ex premier.
Da fuori confine, ha sostenuto, “si ha l’immagine di un Paese che sta avendo qualche utile e importante segnale di recupero”, che “otto mesi fa era considerato un buco nero per il sistema delle banche, adesso il picco della situazione sembra” risolto, ha aggiunto.
“Tutti – ha insistito l’ex presidente del Consiglio – guardano con attenzione all’Italia perchè l’anno prossimo sarà il grande Paese europeo che voterà e la preoccupazione riguarda il potenziale vicolo cieco politico rispetto a un destino già scritto con la peggiore legge elettorale che ci possa essere e a un sistema che presumibilmente non darà alcuna maggioranza”.
Enrico Letta affronta poi il Caso Regeni, invitando l’Italia a non farsi prendere in giro dal Cairo. “E’ incredibile che la vicenda sia ancora insoluta e che continui a esserci questo balletto inaccettabile delle autorità egiziane. Su questo non credo ci possa essere realpolitik: bisogna reagire con fermezza. Le autorità egiziane hanno dimostrato di prenderci in giro e l’Italia non può farsi prendere in giro di fronte a una tragedia come questa”.
(da “Huffintonpost”)
argomento: Letta Enrico | Commenta »
Settembre 13th, 2017 Riccardo Fucile
IL RAGAZZO 17ENNE HA CONFESSATO, INDAGATO ANCHE IL PADRE, IL CORPO NASCOSTO NELLE CAMPAGNE DEL SALENTO
Il fidanzatino 17enne di Noemi Durini ha confessato di averla uccisa. È stato trovato anche il
cadavere della ragazza: era nascosto in un pozzo nelle campagne di Castrignano del Capo, in provincia di Lecce.
È stato il ragazzo a portare i carabinieri sul luogo dove aveva gettato il corpo.
L’iscrizione del nome del 17enne nel registro degli indagati per omicidio volontario era stata disposta in seguito all’analisi delle dichiarazioni rese dal minorenne ai carabinieri dopo la scomparsa di Noemi e sulla base degli elementi finora raccolti dagli investigatori, coordinati dal pm del Tribunale per i minorenni Anna Carbonara. Più volte interrogato dopo la scomparsa della giovane, il fidanzatino aveva fornito dichiarazioni contraddittorie. Indagato anche il padre del ragazzo per concorso in omicidio volontario.
Le indagini
La ragazza era scomparsa il 3 settembre; i carabinieri, avevano individuato e sequestrato l’auto su cui l’adolescente è stata vista per l’ultima volta: una Fiat 500 di proprietà di un familiare del fidanzato diciassettenne di Noemi.
Il ragazzo l’avrebbe utilizzata proprio la mattina in cui la giovane è sparita.
Per motivi anagrafici il ragazzo non avrebbe potuto guidarla Interrogato più volte dai carabinieri, aveva detto di aver incontrato la fidanzata all’alba del 3 settembre e di averla lasciata nei pressi del campo sportivo di Specchia, a poca distanza dalla sua abitazione.
Le analisi successive al sequestro della vettura, a ogni modo, non hanno rilevato nè tracce di sangue nè altri elementi che possano far pensare ad un evento violento sulla Fiat 500.
La certezza che i due fossero sull’auto poche ore prima della scomparsa della giovane arriva dalle riprese di una telecamera di sicurezza di un’abitazione di Specchia. L’auto, di proprietà della famiglia del ragazzo, è da giorni sotto sequestro su disposizione della magistratura che indaga contro ignoti per sequestro di persona.
Gli investigatori si sono concentrati sulla ricostruzione della versione fornita dal ragazzo, analizzando i tabulati telefonici di diverse persone, al fine di ricostruire i loro movimenti in quella domenica mattina.
Come racconta Repubblica, il fidanzatino di Noemi non piaceva ai suoi familiari e parenti.
“Un violento” dicono oggi. “Uno sbandato”, con un padre chiacchierato, che oggi insegue i giornalisti che provano a fare qualche domanda. […] I fatti sono precisi: raccontano come Noemi abbia litigato con il suo fidanzato sabato sera. Un lungo scambio di messaggi”.
(da agenzie)
argomento: Giustizia | Commenta »
Settembre 13th, 2017 Riccardo Fucile
I MAGISTRATI IPOTIZZANO CHE ABBIANO USATO QUEL TEMPO PER RIPULIRE AUTO E DIVISE O PER CHIEDERE AIUTO A QUALCHE COLLEGA
Una versione “fotocopia”, la definisce il Messaggero. Martedì 12 settembre anche il secondo carabiniere di Firenze, accusato di stupro da due studentesse americane insieme a un collega, si è recato in procura per la sua deposizione.
Pietro Costa, 32 anni, originario di Palermo, ha confermato quanto detto nei giorni scorsi da Marco Camuffo, 53. Continua il Messaggero:
Ho fatto un errore, ma non ho violentato nessuno. Lei era d’accordo, anzi per dire tutta la verità , tutte e due erano d’accordo. Sono state loro a insistere per farci salire a casa.
Ma la versione dei due militari “non tende a sminuire il loro comportamento, ma […] sembra invece avere l’effetto di aggravare la posizione di entrambi”, scrive il Corriere della Sera.
Uno dei due avvocati delle ragazze statunitensi, Gabriele Zanobini, ha spiegato alla Stampa:
Non c’è consenso che tenga. Anzi c’è l’aggravante della minore difesa.
Inoltre – continuano i quotidiani cartacei – ci sarebbe almeno un’ora di buio nella notte dei due carabinieri tra il momento in cui hanno lasciato l’appartamento delle ragazze e un posto di blocco effettuato dalle 4 di mattina alla fine del turno, le 6.45.
Dal Corriere della Sera:
Per almeno un’ora dopo essere usciti dal palazzo delle due straniere, i carabinieri hanno fatto perdere le proprie tracce. Dove sono andati? Hanno incontrato qualcuno, oppure avevano bisogno di tempo per cancellare eventuali prove? Si torna dunque alla notte del 6 settembre. Il turno di Camuffo e Costa comincia a mezzanotte e 45 minuti, deve finire alle 6,45. Alle 2,10 la centrale operativa «riceve la chiamata di un avventore della discoteca Flo che chiede un intervento per una rissa». Sul posto, in piazzale Michelangelo, arrivano tre gazzelle, in tutto sei carabinieri. Alle 2,45 due pattuglie comunicano che l’intervento è terminato. Della terza auto non si sa nulla. Nell’avviso a comparire notificato ieri dal procuratore militare Marco De Paolis e dal sostituto Antonella Masala, che contestano la violata consegna e il peculato, è scritto: «Senza alcuna autorizzazione e in assenza di ragioni di servizio, Camuffo e Costa facevano accedere nella autoradio Fiat Bravo due civili non legittimate, che provvedevano a trasportare dalla discoteca sino all’abitazione in Borgo Santi Apostoli. Per farlo modificavano arbitrariamente il previsto itinerario, portandosi in settore di competenza di altra forza di polizia, nonchè omettevano di riportare nell’ordine di servizio la modifica e l’accompagnamento delle due civili».
Fuori dal loro percorso, fuori da qualsiasi regola, dunque. La gazzella rimane ferma sotto l’abitazione fino alle 3,13, almeno a guardare i video delle telecamere di sorveglianza che si trovano di fronte.
Poi si allontana, ma nessuno è in grado di dire dove vadano Camuffo e Costa. Ufficialmente scompaiono per quasi un’ora perchè nelle relazioni di servizio si parla genericamente di un posto di blocco effettuato alle 4 e fino al termine del servizio. In realtà anche su questo si stanno effettuando verifiche per scoprire che cosa abbiano fatto davvero, se abbiano chiesto aiuto a qualche altro collega, se quel tempo sia stato utilizzato per «ripulire» auto e divise e così nascondere quanto era accaduto con le due giovani. Era la seconda volta che i due uscivano insieme in pattuglia, sembra strano che abbiamo agito con tanta sicurezza. O forse è vero – come viene ipotizzato – che non sono gli unici a utilizzare le auto di servizio per uso privato e a prendersi «pause» durante il turno, quindi erano fiduciosi che l’avrebbero fatta franca.
La ministra della Difesa Roberta Pinotti ha infine espresso il suo punto di vista: “La sospensione non può bastare”. I due carabinieri rischiano il congedo e la radiazione.
(da agenzie)
argomento: violenza sulle donne | Commenta »
Settembre 13th, 2017 Riccardo Fucile
“L’EUROPA NON E’ E NON SARA’ MAI UNA FORTEZZA, SARA’ SEMPRE IL CONTINENTE DELLA SOLIDARIETA'”… “E CHI NON HA DIRITTO E’ GIUSTO CHE SIA RIMPATRIATO”
“Vorrei rendere omaggio all’Italia per la sua perseveranza e generosità ” sulla gestione dei flussi di
migranti. “Nel Mediterraneo l’Italia ha salvato l’onore dell’Europa”.
Così il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha elogiato pubblicamente l’Italia per il modo in cui ha gestito la crisi migratoria.
La platea è la sessione plenaria del Parlamento europeo, e l’occasione è delle più importanti: il discorso sullo stato dell’Ue tenuto ogni anno dal numero uno della Commissione.
L’immigrazione è uno dei passaggi centrali del discorso. “L’Europa non è non sarà mai una fortezza, sarà sempre il continente della solidarietà “.
Juncker si è poi detto “basito per le condizioni disumane che prevalgono nei centri di detenzione in Libia. L’Ue ha la responsabilità collettiva e la Commissione lavorerà con l’Onu per non far perdurare questa situazione scandalosa”.
L’Europa “resterà un’area di solidarietà per i rifugiati”, ha promesso Juncker, annunciando che prossimamente la Commissione presenterà una proposta per assicurare “vie di emigrazione legale”.
Allo stesso tempo, il presidente della Commissione Ue ha comunicato l’intenzione di “intensificare i rimpatri” a partire da questo autunno. “Le persone che non hanno il diritto di soggiornare in Europa devono tornare nel loro Paese di origine”.
Oggi “solo il 36% dei migranti in situazione irregolare” vengono rimpatriati: “dobbiamo intensificare significativamente la nostra azione”, ha detto.
Secondo il presidente della Commissione, “è solo in questo modo che l’Europa potrà dar prova di solidarietà nei confronti dei rifugiati che hanno bisogno di protezione”.
Juncker ha aperto il suo discorso rimarcando la differenza rispetto allo scorso anno, quando il voto sulla Brexit e l’ondata populista sembravano minacciare il concetto stesso di Europa. “Un anno fa non eravamo in un buono stato” ma l’Unione europea “ha mostrato che possiamo dare risultati” e “il vento è di nuovo nelle nostre vele”, ha esordito Juncker.
“Abbiamo una finestra di opportunità ma non durerà per sempre”, ha aggiunto”, dobbiamo usare questo tempo per finire quanto iniziato a Bratislava e completare la nostra agenda positiva”. “È il momento di costruire un’Europa più unita, più forte e più democratica”.
Sul piano delle proposte, il presidente della Commissione Ue ha caldeggiato l’idea di un ministro europeo dell’Economia e delle Finanze, che sia anche commissario agli Affari economici e presidente dell’Eurogruppo.
Secondo il progetto di Juncker, l’attuale fondo salva-stati Esm diventerà un vero e proprio fondo monetario europeo e ci sarà una proposta entro dicembre per definire le competenze dell’Unione e della Commissione.
Poi il super ministro “dovrà favorire le riforme strutturali negli Stati membri e si baserà sui lavori della Commissione europea, dovrà ricoprire il ruolo di commissario agli Affari economici e finanziari come vicepresidente dell’esecutivo Ue oltre a diventare il presidente dell’Eurogruppo”. “Non si tratta di creare strutture parallele, ma se non abbiamo poi bisogno di un bilancio separato per l’Eurozona è necessario avere un bilancio nell’ambito del bilancio Ue”, ha aggiunto juncker. Il presidente della Commissione si è però dichiarato contrario alla nascita di un ‘Parlamento della zona euro’.
Altro punto del piano presentato da Juncker è la fusione delle presidenze della Commissione europea e del Consiglio europeo. Juncker ha spiegato che questa riforma permetterebbe di rendere il paesaggio politico “più comprensibile” con “la nave europea guidata da un solo capitano”.
(da “Huffingtonpost“)
argomento: Europa | Commenta »