STUPRO FIRENZE, VERSIONE FOTOCOPIA DEL SECONDO CARABINIERE, MA ORA SI SCOPRE CHE DOPO IL FATTO SONO SPARITI PER UN’ORA DAL CONTROLLO DELLA CENTRALE
I MAGISTRATI IPOTIZZANO CHE ABBIANO USATO QUEL TEMPO PER RIPULIRE AUTO E DIVISE O PER CHIEDERE AIUTO A QUALCHE COLLEGA
Una versione “fotocopia”, la definisce il Messaggero. Martedì 12 settembre anche il secondo carabiniere di Firenze, accusato di stupro da due studentesse americane insieme a un collega, si è recato in procura per la sua deposizione.
Pietro Costa, 32 anni, originario di Palermo, ha confermato quanto detto nei giorni scorsi da Marco Camuffo, 53. Continua il Messaggero:
Ho fatto un errore, ma non ho violentato nessuno. Lei era d’accordo, anzi per dire tutta la verità , tutte e due erano d’accordo. Sono state loro a insistere per farci salire a casa.
Ma la versione dei due militari “non tende a sminuire il loro comportamento, ma […] sembra invece avere l’effetto di aggravare la posizione di entrambi”, scrive il Corriere della Sera.
Uno dei due avvocati delle ragazze statunitensi, Gabriele Zanobini, ha spiegato alla Stampa:
Non c’è consenso che tenga. Anzi c’è l’aggravante della minore difesa.
Inoltre – continuano i quotidiani cartacei – ci sarebbe almeno un’ora di buio nella notte dei due carabinieri tra il momento in cui hanno lasciato l’appartamento delle ragazze e un posto di blocco effettuato dalle 4 di mattina alla fine del turno, le 6.45.
Dal Corriere della Sera:
Per almeno un’ora dopo essere usciti dal palazzo delle due straniere, i carabinieri hanno fatto perdere le proprie tracce. Dove sono andati? Hanno incontrato qualcuno, oppure avevano bisogno di tempo per cancellare eventuali prove? Si torna dunque alla notte del 6 settembre. Il turno di Camuffo e Costa comincia a mezzanotte e 45 minuti, deve finire alle 6,45. Alle 2,10 la centrale operativa «riceve la chiamata di un avventore della discoteca Flo che chiede un intervento per una rissa». Sul posto, in piazzale Michelangelo, arrivano tre gazzelle, in tutto sei carabinieri. Alle 2,45 due pattuglie comunicano che l’intervento è terminato. Della terza auto non si sa nulla. Nell’avviso a comparire notificato ieri dal procuratore militare Marco De Paolis e dal sostituto Antonella Masala, che contestano la violata consegna e il peculato, è scritto: «Senza alcuna autorizzazione e in assenza di ragioni di servizio, Camuffo e Costa facevano accedere nella autoradio Fiat Bravo due civili non legittimate, che provvedevano a trasportare dalla discoteca sino all’abitazione in Borgo Santi Apostoli. Per farlo modificavano arbitrariamente il previsto itinerario, portandosi in settore di competenza di altra forza di polizia, nonchè omettevano di riportare nell’ordine di servizio la modifica e l’accompagnamento delle due civili».
Fuori dal loro percorso, fuori da qualsiasi regola, dunque. La gazzella rimane ferma sotto l’abitazione fino alle 3,13, almeno a guardare i video delle telecamere di sorveglianza che si trovano di fronte.
Poi si allontana, ma nessuno è in grado di dire dove vadano Camuffo e Costa. Ufficialmente scompaiono per quasi un’ora perchè nelle relazioni di servizio si parla genericamente di un posto di blocco effettuato alle 4 e fino al termine del servizio. In realtà anche su questo si stanno effettuando verifiche per scoprire che cosa abbiano fatto davvero, se abbiano chiesto aiuto a qualche altro collega, se quel tempo sia stato utilizzato per «ripulire» auto e divise e così nascondere quanto era accaduto con le due giovani. Era la seconda volta che i due uscivano insieme in pattuglia, sembra strano che abbiamo agito con tanta sicurezza. O forse è vero – come viene ipotizzato – che non sono gli unici a utilizzare le auto di servizio per uso privato e a prendersi «pause» durante il turno, quindi erano fiduciosi che l’avrebbero fatta franca.
La ministra della Difesa Roberta Pinotti ha infine espresso il suo punto di vista: “La sospensione non può bastare”. I due carabinieri rischiano il congedo e la radiazione.
(da agenzie)
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