Destra di Popolo.net

RAPPORTO LIBERTIES: L’ITALIA E’ UNO DEI 5 PAESI CHE STA MINANDO INTENZIONALMENTE LA DEMOCRAZIA

Marzo 17th, 2025 Riccardo Fucile

“COMPROMETTE LO STATO DIRITTO E LIMITA LA LIBERTA’ DEI MEDIA”

Un recente rapporto della Civil Liberties Union for Europe (Liberties), pubblicato sul Guardian, ha sollevato preoccupazioni sul deterioramento dello stato di diritto in Europa. L’Italia è stata indicata come uno dei cinque paesi “smantellatori” – insieme a Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia – che stanno adottando politiche che minano “intenzionalmente” la democrazia e lo stato di diritto. Secondo il rapporto, il governo Meloni ha apportato modifiche significative al sistema giuridico e ha mostrato una forte intolleranza verso le critiche dei media, rappresentando un esempio emblematico di quella che viene definita la “recessione democratica” che starebbe colpendo l’Europa.
L’Italia tra i “Dismantlers”: un governo Meloni sotto accusa
Il rapporto di Liberties definisce l’Italia uno dei paesi che sta “intenzionalmente” minando lo stato di diritto in quasi tutti gli aspetti delle sue istituzioni. In particolare, l’analisi si concentra sul governo di Giorgia Meloni, accusato di aver adottato politiche che limitano l’indipendenza della magistratura e di aver rafforzato il controllo politico sulle istituzioni giuridiche. La situazione italiana è descritta come parte di una tendenza più ampia che colpisce vari paesi europei e che mette a rischio i principi fondamentali della democrazia.
Secondo il rapporto, il governo Meloni ha preso misure legislative che consentono al Ministero della Giustizia di esercitare “poteri illimitati” sui pubblici ministeri, permettendo così un maggiore controllo politico sulla magistratura e minando
l’indipendenza del potere giudiziario. Le riforme proposte sono state fortemente criticate da gruppi di difesa dei diritti umani, che vedono in queste modifiche un pericolo per la separazione dei poteri, un principio essenziale per garantire “una democrazia sana”. Il rapporto evidenzia che questa tendenza sarebbe in linea con un fenomeno crescente in Europa che erode l’indipendenza della magistratura, che dovrebbe invece essere immune da interferenze politiche.
L’intolleranza verso i media: un attacco alla libertà di stampa
Un altro aspetto centrale del rapporto riguarda l’interferenza crescente nei media, in particolare nei media pubblici. Viene citato l’esempio della reazione del governo italiano al “manifesto antifascista” di Antonio Scurati, che avrebbe dovuto essere trasmesso dalla Rai l’anno scorso. La cancellazione dell’intervento e l’avvio di una procedura disciplinare sono stati visti come segni di una crescente intolleranza alle critiche dei media, che minacciano così la libertà di stampa nel paese. Questo attacco alla libertà di stampa è descritto nel rapporto come un “sintomo di una recessione democratica più ampia”.
La “recessione democratica” in Europa: un fenomeno che si estende
Il rapporto non si limita a criticare infatti solo l’Italia, ma sottolinea anche la preoccupante regressione democratica che sta interessando diversi paesi dell’Unione Europea: l’Ungheria, ad esempio, è descritta come un caso di “autocrazia elettorale”, con una crescente pressione su gruppi non governativi e media. Il rapporto sottolinea come l’introduzione di un ufficio per la protezione della sovranità abbia aumentato i poteri del governo ungherese, rischiando di controllare ulteriormente la vita pubblica e limitare le libertà individuali. Altri paesi come Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia registrano segni di regressione democratica: in Bulgaria, le indagini anticorruzione sono spesso utilizzate per attaccare avversari politici, mentre in Slovacchia sono state introdotte leggi che etichettano le ONG come “organizzazioni sostenute dall’estero”, limitandone la libertà di azione. In Croazia, la nomina di Ivan Turudić, ex giudice dell’alta corte penale legato al partito al potere, a procuratore generale, secondo il rapporto, ha minato l’indipendenza del sistema giudiziario. In Romania, viene poi segnalato l’uso di TikTok da parte di un ultranazionalista per ottenere visibilità politica, dimostrando come anche la sfera digitale possa essere strumentalizzata per fini politici.
I “role-model” europei: Francia e Germania
Anche paesi considerati “modelli di democrazia”, come la Francia e la Germania, non sono esenti dalle problematiche sollevate nel rapporto. In Francia, è stato evidenziato l’uso crescente della procedura dell’articolo 49.3, che consente al governo di adottare leggi senza passare attraverso il voto del parlamento. Le crescenti restrizioni alla libertà di espressione, soprattutto in vista delle Olimpiadi, sono state poi segnalate come una minaccia alla democrazia. In Germania, nonostante siano stati introdotti
provvedimenti per limitare il fenomeno delle “porte girevoli” (dove i funzionari pubblici assumono incarichi nei settori che hanno regolato), ci sono preoccupazioni riguardo le risposte “esagerate” alle manifestazioni pro-palestinesi, che includono la censura delle voci a favore della Palestina e di Gaza: un esempio emblematico, il divieto di ingresso a figure politiche come Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze greco a eventi pubblici.
La Polonia come monito: una lotta difficile per la democrazia
La Polonia, pur cercando di invertire la rotta e ripristinare l’indipendenza giudiziaria e la pluralità dei media, deve fare i conti con una realtà complessa e frammentata. Il rapporto Liberties evidenzia infatti come il governo di Donald Tusk abbia incontrato ostacoli da parte del presidente Andrzej Duda, che è allineato con il partito di governo precedente. Questo conflitto, unito alle difficoltà nel riformare le istituzioni compromesse, dimostrerebbe quanto sia difficile “risanare le democrazie una volta che sono state erose”.
Alla luce di queste problematiche, il rapporto della Civil Liberties Union for Europe sollecita la Commissione Europea a potenziare gli strumenti di monitoraggio dei diritti democratici, collegando i fondi UE al rispetto dello stato di diritto. Viene richiesto poi un intervento legale più rapido e deciso per contrastare le violazioni dei diritti fondamentali all’interno dell’Unione Europea, al fine di prevenire ulteriori erosioni democratiche.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

NETANYAHU COME TRUMP: ATTORNO A SÉ VUOLE SOLO YES MEN CHE NON LO CONTRADDICANO

Marzo 17th, 2025 Riccardo Fucile

IL PREMIER ISRAELIANO LICENZIA IL CAPO DELLO SHIN BET (I SERVIZI DI SICUREZZA INTERNI), RONEN BAR, A CAUSA DI UNA “PERSISTENTE MANCANZA DI FIDUCIA”. MA SECONDO L’OPPOSIZIONE IL VERO MOTIVO SONO LE INDAGINI SUI FONDI DEL QATAR AI COLLABORATORI

“Ho deciso di presentare al governo una proposta di risoluzione per la conclusione dell’incarico del capo dello Shin Bet Ronen Bar a causa di una persistente mancanza di fiducia”, ha dichiarato il primo ministro Benyamin Netanyahu.
“Israele è nel mezzo di una guerra esistenziale su sette fronti. In ogni momento, ma soprattutto in un conflitto di questa portata, deve esserci piena fiducia tra il primo ministro e il capo dello Shin Bet. Purtroppo, la realtà è l’opposto: non ho fiducia in lui, una sfiducia che è cresciuta nel tempo. Per questo motivo, ho deciso di portare al governo questa settimana una proposta per la sua rimozione.
Il capo del dipartimento investigativo della polizia ha deciso di convocare per un interrogatorio l’ex capo dello Shin Bet, Nadav Argaman, dopo che il primo ministro Benyamin Netanyahu ha presentato una denuncia contro di lui. Lo riferisce la stampa israeliana. Argaman, in un’intervista, aveva dichiarato che potrebbe rivelare informazioni sui suoi incontri a porte chiuse con il primo ministro se ritenesse che questi stia agendo contro la legge.
“Netanyahu sta licenziando il capo dello Shin Bet (sicurezza interna) Ronen Bar per un solo motivo: l’indagine Qatargate”. Lo ha dichiarato il capo dell’opposizione Yair Lapid commentando l’annuncio secondo cui il primo ministro Benyamin Netanyahu presenterà al governo una proposta per porre fine all’incarico.
“Per un anno e mezzo il primo ministro non ha visto alcun motivo per licenziarlo, ma solo quando sono iniziate le indagini sull’infiltrazione del Qatar nell’ufficio di Netanyahu e sui fondi trasferiti ai suoi più stretti collaboratori, all’improvviso è diventato urgente per lui cacciarlo subito”, ha affermato.
Il capo del Partito democratico israeliano Yair Golan afferma in un post su X che Netanyahu “ha dichiarato guerra allo Stato di Israele”. “Il licenziamento del capo dello Shin Bet è un disperato tentativo da parte di un imputato di sbarazzarsi di qualcuno fedele a Israele, che sta indagando su Netanyahu e la sua cerchia ristretta per reati gravi e oscuri e si rifiuta di insabbiare le cose”, scrive Golan, “quanto più le indagini sul premier si espandono e rivelano connessioni problematiche, tanto più Netanyahu sprofonda nell’isteria e nel rifiuto”.
Il capo dello Shin Bet Ronen Bar ha dichiarato che la decisione del rpemier israleiano Benyamin Netanyahu di volerlo licenziare “non è collegata” all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, suggerendo invece che il movente sia in gran parte politico. “Mi sono assunto la responsabilità dell’agenzia”, nel non essere riuscita a prevenire l’attacco. “E’ chiaro che l’intento dietro il mio licenziamento non è correlato al 7 ottobre”, ha sottolineato Ronen Bar in una dichiarazione.
Con il licenziamento il capo dello Shin Bet, Netanyahu punta a rafforzare il suo controllo personale su Israel
Annunciando domenica l’intenzione di licenziare il capo dello Shin Bet Ronen Bar, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha fatto ripiombare Israele nella crisi costituzionale che aveva creato all’inizio del 2023 con il suo tentativo di neutralizzare la magistratura e di concentrare nelle proprie mani il controllo di tutti i rami del governo.
All’epoca si tirò indietro dall’abisso, tra una vasta opposizione pubblica. Ora rischia di nuovo di spaccare la nazione, evidentemente non curante del fatto che la spaccatura del 2023 ha rafforzato i nemici di Israele e che oggi Israele è ancora nel mezzo della successiva guerra contro Hamas e sta ancora cercando di liberare i suoi ostaggi dalla prigionia a Gaza.
Potrebbe anche aver osservato la facilità con cui il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha nominato dei lealisti in ruoli chiave, licenziando i membri in carica, tra cui il presidente dello Stato Maggiore, e aver pensato che una simile spietatezza fosse appropriata e realizzabile anche qui.
Ronen Bar era comunque intenzionato a dimettersi, avendo pubblicato all’inizio del mese i risultati di una ricerca dello Shin Bet sulle mancanze dell’agenzia di sicurezza interna riguardo all’invasione di Hamas del 7 ottobre 2023. Se l’agenzia avesse agito diversamente, ha riconosciuto Bar pubblicando la ricerca, “il massacro sarebbe stato evitato”
In una dichiarazione rilasciata poche ore dopo l’annuncio del licenziamento da parte di Netanyahu, Bar ha affermato di aver rifiutato le precedenti pressioni di Netanyahu per dimettersi, perché intendeva continuare a ricoprire il suo ruolo fino alla restituzione degli ostaggi, fino al completamento di diverse indagini “sensibili” e fino a quando i suoi due potenziali successori non fossero stati pronti.
Ha inoltre dichiarato che “l’aspettativa del Primo Ministro di un dovere di lealtà personale, il cui scopo contraddice l’interesse pubblico, è un’aspettativa fondamentalmente illegittima. È contraria alla legge sull’Agenzia di sicurezza e ai valori da statista che guidano lo Shin Bet e i suoi membri”.
Netanyahu non era disposto ad aspettare che Bar determinasse i tempi della sua partenza, non vuole che completi le sue indagini “delicate” e ha scarso interesse nella scelta dei suoi potenziali successori. Dopo aver abbandonato il ministro della Difesa Yoav Gallant a novembre e aver accettato le dimissioni e la partenza del capo dell’IDF Herzi Halevi 10 giorni fa, Netanyahu è passato al suo prossimo obiettivo, affermando che il capo dello Shin Bet doveva andarsene a causa della “continua
sfiducia” tra loro, “che è solo cresciuta nel tempo”.
sorprendente, tuttavia, che Netanyahu non abbia citato i fallimenti del 7 ottobre come causa di licenziamento. Ciò avrebbe accentuato l’attenzione sul suo rifiuto di assumersi la responsabilità personale per gli orrori che Hamas ha perpetrato sotto il suo controllo, il suo rifiuto persino di accettare una commissione d’inchiesta statale per esaminare a fondo i fallimenti e garantire che non si ripetano.
Netanyahu avrà previsto grandi proteste pubbliche per il licenziamento di Bar, ma è improbabile che cambi idea.Alla fine, saranno presumibilmente i giudici della Corte Suprema di Israele a stabilire se […] se Bar verrà bandito e se verrà trovato un successore di più assoluta fedeltà personale a Netanyahu.
I giudici potrebbero respingere le petizioni, già promesse dai politici dell’opposizione, in cui si afferma che Netanyahu sta cercando di estromettere Bar per sabotare una delle indagini “sensibili” dell’agenzia, quella in corso su presunti affari illegali con il Qatar da parte di collaboratori del primo ministro. Netanyahu non è un sospettato in questo caso, potrebbero ragionare i giudici, e l’indagine potrebbe continuare indipendentemente da chi dirige l’agenzia.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

TRUMP FA UN ALTRO FAVORE A PUTIN: GLI USA SI RITIRANO DALL’ORGANISMO INTERNAZIONALE DELL’UE CHE INDAGA SUI CRIMINI DI GUERRA RUSSI, NATO CON L’OBIETTIVO DI RICONOSCERE “MAD VLAD” PERSONALMENTE RESPONSABILE DI QUANTO ACCADE IN UCRAINA

Marzo 17th, 2025 Riccardo Fucile

IAN BREMMER: “L’AMMINISTRAZIONE USA POTREBBE ACCETTARE PROPOSTE RUSSE IRRICEVIBILI PER KIEV. PUTIN FARÀ IL POSSIBILE PER CONVINCERE TRUMP AD ACCOGLIERE LE SUE RICHIESTE E SCARICARE SU ZELENSKY LA COLPA DI UN FALLIMENTO DEL NEGOZIATO”

L’amministrazione Trump ha deciso di ritirarsi dall’organismo internazionale istituito nel 2023 dall’Unione europea per indagare sui leader responsabili dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, tra cui il presidente russo Vladimir Putin: lo scrive il New York Times (Nyt), che cita persone a conoscenza della situazione.
La decisione è l’ultima indicazione dell’allontanamento dell’amministrazione Trump dall’impegno del presidente Biden di ritenere Putin personalmente responsabile dei crimini commessi contro gli ucraini, commenta il giornale.
“Il Dipartimento di Giustizia ha informato in sordina i funzionari europei che gli Stati Uniti si stanno ritirando da un gruppo multinazionale creato per indagare sui leader responsabili dell’invasione dell’Ucraina, tra cui il presidente russo Vladimir V. Putin”, scrive l’Nyt.
“La decisione di ritirarsi dall’International Center for the Prosecution of the Crime of Aggression against Ukraine, a cui l’amministrazione Biden ha aderito nel 2023, è l’ultima indicazione dell’allontanamento dell’amministrazione Trump dall’impegno del presidente Joseph R. Biden Jr. di ritenere Putin personalmente responsabile dei crimini commessi contro gli ucraini”, prosegue il giornale.
L’organismo, gestito da Eurojust, è stato creato per ritenere la leadership della Russia – insieme ai suoi alleati Bielorussia, Corea del Nord e Iran – responsabili crimini, definiti come ‘aggressione’ ai sensi del diritto e dei trattati internazionali, che violano la sovranità di un altro Paese e non sono avviati per legittima difesa. La decisione, secondo le fonti, verrà annunciata oggi via email a Eurojst.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

L’ASSO NELLA MANICA DI ZELENSKY: IL SUPER-MISSILE FATTO IN CASA: L’ANNUNCIO DA PARTE DI KIEV DEL “LONG NEPTUNE”, IL RAZZO “AUTARCHICO” CAPACE DI COLPIRE CON PRECISIONE OBIETTIVI A OLTRE MILLE CHILOMETRI DI DISTANZA (OVVERO ANCHE A MOSCA), È UN MESSAGGIO A PUTIN E AGLI ALLEATI: L’UCRAINA NON S’ARRENDE, ANZI CONTINUA AD ARMARSI IN MODO INDIPENDENTE E SI PREPARA A TENERE BOTTA

Marzo 17th, 2025 Riccardo Fucile

KIEV HA RINFORZATO L’INDUSTRIA BELLICA, IN VISTA DI UN DISIMPEGNO AMERICANO: ENTRO FINE ANNO PUNTA A PRODURRE IL 40% DEL PROPRIO FABBISOGNO PER LA DIFESA

L’esercito ucraino è ormai in grado di produrre un missile, il «Long Neptune», capace di colpire con precisione obbiettivi a oltre mille chilometri di distanza. Il che significa che non soltanto i droni, ma anche proiettili molto più efficaci e devastanti, adesso possono raggiungere Mosca.
Lo ha voluto annunciare personalmente Volodymyr Zelensky mostrando anche il video del 14 marzo, in cui salta in aria un grande serbatoio della raffineria russa di Tuapsyn, situata 550 chilometri dal confine ucraino.
Le parole «La prima prova del lancio del nostro Neptune ha avuto un bel successo. Grazie ai nostri ingegneri, alle industrie e ai nostri soldati», dice il presidente ucraino e le sue parole sono indirizzate a tre pubblici differenti.
Primo: vuole rassicurare la popolazione ucraina, che negli ultimi giorni è scossa dalle notizie della ritirata dalla regione russa del Kursk. L’Ucraina non s’arrende, segnala Zelensky, anzi continua ad armarsi in modo indipendente dagli alleati e si sta preparando a tenere botta.
Il fatto poi che questa nuova arma sia una versione più potente e sofisticata del Neptune-1, il «missile autarchico» che nell’aprile 2022 colpì e affondò l’incrociatore pesante Moskva , la nave ammiraglia della flotta russa del Mar Nero, per il pubblico ucraino è notizia di grande gioia e fiducia nelle proprie forze.
Secondo: a Kiev si stanno convincendo che l’America è sempre più lontana e potrebbe presto tornare a tagliare o limitare gli aiuti militari. Di recente un commentatore del Kyiv Post ha azzardato l’ipotesi che i russi in avanzata a Kursk abbiano ricevuto qualche «imbeccata» dall’intelligence americana. Dunque, diventa fondamentale sviluppare in modo autonomo la produzione di missili e droni sofisticati.
Terzo: Zelensky replica a Putin con il suo stesso linguaggio, forza contro la forza. Non crede affatto che Mosca accetterà seriamente il cessate il fuoco. «Tutto ci fa pensare che Putin non voglia la pace e stia solo prendendo tempo, senza rispondere alla proposta americana di cessate il fuoco per 30 giorni. Ogni bombardamento sulle nostre città rivela le vere intenzioni russe di annullarci per sempre come Stato indipendente», ribadisce Zelensky.
Il presidente Zelensky ieri ha nominato il generale Andrii Hnatov a nuovo capo di stato maggiore delle forze armate: un ufficiale con 27 anni d’esperienza, che è stato anche a capo delle forze speciali dei marines.
Ma è sulle industrie militari nazionali che punta Zelensky per affrontare le incognite del nuovo caos internazionale. La questione è ormai nota, ma resta all’ordine del giorno: prima della guerra del febbraio 2022 l’Ucraina, che pure era sotto attacco russo dal 2014, produceva meno del 10 per cento del proprio fabbisogno per la difesa; adesso mira al 40 per cento per il 2025.
Di recente Zelensky ha sottolineato che il Paese può produrre 4 milioni di droni annuali e negli ultimi tre anni ha ideato almeno mille nuovi tipi di arma. Sono numeri che paiono esagerati (i dati per gli ultimi 12 mesi parlano di 2,5 milioni di droni), però forniscono i prossimi obbiettivi.
I giornali locali segnalano che il valore delle armi prodotte nel 2024 è stato di 10 miliardi di dollari e si vorrebbe salire a 30-35 miliardi per il 2025. Fiore all’occhiello delle nuove armi saranno almeno 30.000 droni a lungo raggio e oltre 3.000 missili da crociera.
Le industrie ucraine, compresa una miriade di piccole startup avviate da studenti universitari, vengono contattate sempre più di frequente dai grandi gruppi stranieri, compresi gli americani della Silicon Valley ed europei.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

EFFETTO TRUMP: PRIMA I NARCOS MESSICANI SMERCIAVANO DROGA, ADESSO… LE UOVA

Marzo 17th, 2025 Riccardo Fucile

L’AUMENTO DEI PREZZI DELLE UOVA NEGLI STATI UNITI (+65% NELL’ULTIMO ANNO) È UN’OCCASIONE PER I TRAFFICANTI A SUD DEL CONFINE: LE INTERCETTAZIONI DI UOVA DAGLI AGENTI DELLA FRONTIERA SONO AUMENTATE DEL 36% NEL 2025 … IN PENNSYLVANIA, DEI LADRI HANNO RUBATO PIÙ DI 100MILA UOVA, PER UN VALORE DI 40MILA DOLLARI, DA UN DROGHIERE

“Le uova sono così costose, che la gente le contrabbanda dal Messico”. E’ il titolo che il Wall Street Journal ha dato ad un articolo sulla nuova emergenza al confine meridionale degli Stati Uniti. Dopo la droga, dunque, il traffico adesso si concentra su questo prodotto alimentare
Durante la campagna elettorale Trump aveva promesso di stroncare rapidament
l’inflazione, ma non sta succedendo. Anzi, con i dazi imposti o minacciati a mezzo mondo, la previsione è che i prezzi tornino presto a salire. I criminali ne hanno preso nota e si stanno attrezzando per ricavarne profitti.
Durante una recente ispezione al confine col Messico, per cercare stupefacenti o migranti illegali, “le 64 libbre di metanfetamina stipate nei sedili e nella ruota di scorta di un pick-up hanno attirato l’attenzione degli agenti di frontiera di El Paso, in Texas, che hanno sequestrato la droga il mese scorso. Ma sono stati i vassoi di uova ad allarmarli davvero”. Il Journal descrive l’emergenza così: “Mentre i prezzi delle uova salgono alle stelle negli Stati Uniti, i viaggiatori si riforniscono di scorte più economiche in Messico e, in una certa misura, in Canada. Il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti vieta tali importazioni, perché le uova non ispezionate tramite canali ufficiali possono diffondere malattie”.
“Le cosiddette intercettazioni di uova – rivela il quotidiano di Manhattan – sono aumentate del 36% a livello nazionale in questo anno fiscale, rispetto all’anno precedente, secondo la U.S. Customs and Border Protection. Lungo alcune parti del confine del Texas, sono cresciute del 54%, secondo l’ufficio di Laredo della CBP. A San Diego, sono più che raddoppiate”.
Questo sta alimentando il traffico, ma anche i furti, come ha raccontato la Bbc: “I ladri nello stato americano della Pennsylvania hanno rubato più di 100.000 uova, per un valore di 40.000 dollari, da un singolo droghiere. La rapina ha preso di mira il retro di un camion presso Pete & Gerry’s Organics a Greencastle il 1° febbraio. Ciò avviene mentre il prezzo delle uova è aumentato a causa di un’epidemia di influenza aviaria, rendendole un’opzione di menu inaspettatamente costosa.
La catena nazionale Waffle House ha appena aumentato il prezzo, che sono saliti di oltre il 65% nell’ultimo anno, secondo i dati del governo degli Stati Uniti. Il dipartimento dell’agricoltura ha previsto che il costo aumenterà di circa il 20% nel 2025”.
L’amministrazione Trump sta cercando di rispondere, ma non è facile. Il Dipartimento di Giustizia ha aperto un’indagine sulla causa dell’aumento dei prezzi, mentre la USDA ha annunciato di voler investire fino a 1 miliardo di dollari per abbassare i prezzi.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

“L’UNIONE EUROPEA DEVE ACQUISTARE ARMI DALLE INDUSTRIE NAZIONALI”

Marzo 17th, 2025 Riccardo Fucile

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO ANTONIO COSTA: “CREERANNO POSTI DI LAVORO E INNOVAZIONE”

Il presidente del Consiglio Europeo António Costa dice che l’Ue deve armarsi acquistando dalle industrie nazionali. Privilegiando cioè i produttori degli Stati membri. In un’intervista rilascia a Die Welt e a La Repubblica spiega che il riarmo sarà pagato con «un allentamento delle regole europee sul debito». In modo che i governi possano spendere più soldi in armamenti senza temere sanzioni da Bruxelles. Poi con un uso diverso dei fondi di coesione, che in realtà sono destinati alle regioni povere dell’Unione. Infine, con un prestito da 150 miliardi di euro.
Soluzioni globali
Costa parla di «soluzioni globali» per finanziare la difesa del club dei 27. Ma non dice subito sì all’idea di debito condiviso tra tutti i paesi, a cui è contraria in principio la Germania. «“Soluzioni globali” può significare molte cose», risponde in maniera criptica. Poi ammette che gli armamenti «a breve termine, dovremo comperarli dove sono disponibili le armi di cui abbiamo bisogno. Ad esempio in Europa, America, Corea del Sud o Giappone. A lungo termine, però, i nostri investimenti dovrebbero essere più decisamente indirizzati verso le industrie degli armamenti dei nostri Paesi. Sarebbe una buona cosa per la nostra sicurezza e la nostra società. Infatti, tutti questi capitali potrebbero anche creare posti di lavoro e stimolare le innovazioni. Ci tengo a sottolinearlo: dobbiamo assumerci maggiori responsabilità per la nostra difesa».
L’Europa e gli Stati Uniti
«Ma questo non significa che intendiamo rompere i nostri legami con gli Stati Uniti. Dovremmo lavorare meglio e in modo più armonioso con gli Usa. L’America rimane un alleato e un amico della Ue», precisa Costa. Sulla possibilità che i prodotti
statunitensi possano rendere inutilizzabili le loro armi (come gli aerei da combattimento F-35) da remoto, Costa è caustico: «Non credo che il presidente Trump prenda decisioni che ostacolino la vendita di prodotti statunitensi. Semmai, lui vuole che i governi europei acquistino più armi dall’America». Su Kiev, «la Ue sta dalla parte dell’Ucraina fin dal primo giorno di guerra. E continuerà a sostenere quel Paese. Il nostro obiettivo è aiutare l’Ucraina a ottenere una pace globale, giusta e duratura. Se i colloqui bilaterali attualmente in corso tra America e Ucraina o tra America e Russia fossero il primo passo in questa direzione, sarebbe meraviglioso. Poi dovremmo fare ulteriori passi».
L’Ungheria e l’Ue
Infine, sulla posizione dell’Ungheria che rimane contraria alle armi in Ucraina, Costa fa notare che «è comunque davvero notevole il fatto che in una comunità di ventisette Paesi, con molti e diversi orientamenti politici, visioni del mondo e culture, di norma raggiungiamo l’unanimità. In qualche caso non ci si riesce. E penso che nel nostro vertice più recente abbiamo trovato un buon modo per affrontare la questione e per tenere in considerazione le opinioni di tutti. L’Ungheria non ha bloccato le decisioni — e noi rispettiamo la posizione isolata di quel Paese. Le conclusioni sulla difesa sono state adottate all’unanimità; quella sull’Ucraina è stata approvata da ventisei Paesi».
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

LA PACE DEL CUORE E QUELLA DELLE ARMI

Marzo 17th, 2025 Riccardo Fucile

VALORI ED EMOZIONI VOLATILI HANNO SOSTITUITO SENSO DEL REALE E CONCETTI POLITICI RAZIONALI… LO SPETTRO CON VARIANTI DEL 1938

Se tanta gente di buona stoffa e benintenzionata, più qualche benpensante professionale e conformista, ha manifestato a Roma sbandierando il Manifesto di Ventotene invece che il piano ReArm Europe, qualcosa vorrà dire. Vuol dire che volatili valori ed emozioni, diversi nelle sfumature “plurali” ma compatibili tra loro, hanno sostituito senso del reale e concetti politici razionali. D’altra parte i sondaggi dicono che il consenso alla battaglia dell’Ucraina dopo tre anni è sceso al 35 per cento nell’opinione pubblica. In un certo senso, Trump era nella lista degli oratori di Piazza del Popolo. Accordarsi con Putin, e sacrificare la Cecoslovacchia del XXI
secolo, come fecero Francia e Inghilterra a Monaco nel settembre del 1938, è il sostrato consolatorio e rassegnato di un europeismo fiacco, simbolico, indisponibile alle dure scelte necessarie in fatto di armi e quattrini. Cercando il meglio di un’Europa disarmata il cui progetto è una nozione illusoria di pace per il nostro tempo, i benintenzionati preparano il peggio.
Il pacifismo ostentato e travestito da realismo del nuovo sceriffo americano non è così impopolare come sembrerebbe anche tra i buoni della sinistra italiana “plurale”. Se non siamo ancora alla svendita totale è perché Starmer non si comporta da Chamberlain e Macron non prende l’abito di Daladier, mentre il piano von der Leyen funge da piattaforma anche per la Germania democratica che Merz, Scholz e i Verdi sembrano intenzionati a schierare con le armi giuste dalla parte giusta, cioè la pace giusta e duratura di Zelensky invece che il premio strategico allo zar postsovietico di Mosca.
Oggi, diversamente che negli anni Trenta, i capi europei che contano sembrano più consapevoli dei rischi dell’inazione e della disponibilità verso la prepotenza di quanto lo siano le società democratiche europee, mettono la produzione di blindati e tecnologie belliche al posto delle aspirazioni valoriali generiche del cittadino medio di Piazza del Popolo, riuniscono gli stati maggiori e cercano di imporre garanzie armate laddove i popoli sognano ideali federalisti disincarnati come consolazione spirituale e sostegno del loro benessere. Quanto potrà durare questo divario tra i capi dei governi e i nuovi tribuni dell’appeasement, anche ben dissimulati nell’idealismo di Ventotene, non si sa.
A leggere il magnifico saggio di Maurizio Serra sull’Europa che cedette a Hitler, “Scacco alla pace”, il dubbio su chi l’avrà vinta, tra il realismo che si arma e il realismo sognatore che si rassegna, è forte. “Quando le democrazie si adagiano, perché mai i loro capi dovrebbero agire diversamente? Esse hanno sempre ciò che meritano”, scrive Serra a pagina 507 della sua rassegna della crisi di Monaco. E aggiunge: “Questo non assolve né la Francia dall’aver rinnegato i suoi obblighi verso la nazione che aveva contribuito più di tutti a creare nel 1918-1919, né l’Italia mussoliniana dall’aver manovrato cinicamente tra le potenze per scegliere, all’ultimo momento, l’alleanza che sembrava offrirle le migliori opportunità di successo.
L’interrogativo si estende così, al di là dei calcoli dei personaggi in scena e delle loro gravi responsabilità, al clima morale degli anni Trenta, caratterizzato da una sorta di fallimento incombente: quello di un’Europa incapace di ritrovare la propria identità e rigenerare le proprie energie”. Il fatto è che dopo Monaco la popolarità di Chamberlain e Daladier e Mussolini, autori della resa a discrezione al Terzo Reich, ebbe un picco. La pace per il nostro tempo fu immediatamente seguita dalla guerra più devastante del secolo, e dal sacrificio dell’Europa, ma vinse facile la battaglia dei cuori, delle emozioni e dei valori.
Giuliano Ferrara
(da ilfoglio.it)

argomento: Politica | Commenta »

SONDAGGIO SWG: RISPETTO ALLA POLITICA ESTERA, GLI ITALIANI MENEFREGHISTI E IMBELLI

Marzo 17th, 2025 Riccardo Fucile

GLI ITALIANI REAGISCONO CON UN “CHISSENEFREGA” ALLA CRISI MONDIALE: IL 64% CHIEDE DI DIMINUIRE IL SOSTEGNO MILITARE ED ECONOMICO ALL’UCRAINA… SOLO IL 48% E’ PER UNA DIFESA COMUNE EUROPEA: CHE BELLA IMMAGINE DI VIGLIACCHI PRONTI A SERVIRE I NUOVI PADRONI

Un popolo di poeti, santi, navigatori, e…imbelli menefreghisti. Di fronte al caos mondiale, alla ritrovata solidarietà europea di fronte alle minacce (l’espansionismo putiniano, il disimpegno americano, il cappio di seta cinese), come reagiscono gli italiani? Con un sonoro “chissenefrega”.
A certificarlo i risultati di un sondaggio dell’istituto Swg: il 64% dei nostri concittadini, infatti, chiede di diminuire il sostegno economico e militare all’Ucraina (l’Italia è già tra gli ultimi Paesi in Europa in termini di aiuti al Paese invaso dai russi nel 2022).
Il 74% si spinge oltre, e si dice contrario all’invio di militari “europei” nel Paese di Zelensky, anche all’interno di un contingente di pace.
Soltanto il 48% degli italiani, inoltre, è favorevole alla costruzione di un sistema autonomo di difesa europea.
Numeri che spiegano l’atteggiamento ambivalente di Giorgia Meloni, sensibile al consenso della “gggente”: da un lato, la Ducetta non può opporsi al piano di riarmo varato dalla Commissione Ue, dall’altro però insiste con il mantra del “nessun soldato italiano andrà in Ucraina” (tema finora più evocato come spauracchio, che reale).
Sorprende, invece, una sorta di rassegnazione europeista: per la maggior parte degli intervistati, l’Europa è “il posto dove stare” grazie al servizio sanitario e previdenziale nazionale di qualità (74%). Soltanto sul piano economico, uno su quattro predilige gli Stati Uniti d’America.
Infine, la manifestazione di sabato 15 marzo: in generale ha riscosso un’opinione positiva (il 59% ritiene che la piazza convocata da Michele Serra sia stata “per l’Europa”), ma la gran parte degli italiani (il 75%) la ritiene collocata politicamente “a sinistra”.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

TASSARE (POCO) I MILIONARI ITALIANI, LA MINI-PATRIMONIALE CHE VARREBBE QUANTO UNA FINANZIARIA

Marzo 17th, 2025 Riccardo Fucile

LO STUDIO DI ELISA PALAGI, RICERCATRICE ALLA SANT’ANNA DI PISA: “IN ITALIA I MULTIMILIONARI SONO 50.000, SE LO STATO LI TASSASSE SOLO DELL’1,3% IN PIU’ INCASSEREBBE 13 MILIARDI”… MA COME PARLI DI QUESTO SI ALZANO LE CORNACCHIE SOVRANISTE CHE NON HANNO CAPITO UNA MAZZA

«Se tassassimo con una tassa patrimoniale dell’1,3% i multimilionari italiani, che sono circa 50 mila (ovvero lo 0,1% della popolazione), lo Stato incasserebbe 13 miliardi di euro». Elisa Palagi è un’assegnista di ricerca alla scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e si occupa di disuguaglianze economiche in Italia e nel mondo. Secondo lei il divario tra ricchi e poveri continuerà ad acuirsi in futuro a meno che non vengano implementate politiche mirate proprio a colmare questo gap.
Elisa Palagi, in merito alle disuguaglianze economiche, cosa evidenziano i suoi studi?«Negli ultimi anni la disuguaglianza di reddito in Italia è aumentata. L’1% più ricco della popolazione continua ad arricchirsi sempre di più, mentre il 50% più povero sta vedendo diminuire ulteriormente la propria quota di reddito e questa tendenza sarà sempre maggiore in futuro. Le categorie più vulnerabili sono i giovani, le donne e le persone che abitano nelle regioni del Sud».
Cosa non funziona nel sistema fiscale italiano?
«Il sistema fiscale italiano presenta due problematiche principali. Prima di tutto, i redditi da capitale, come dividendi e plusvalenze, sono tassati molto meno rispetto ai redditi da lavoro. Questo favorisce i più ricchi, che guadagnano una parte significativa del loro reddito da investimenti. In secondo luogo, c’è una certa regressività nelle imposte, in quanto le aliquote effettive sono più basse per i redditi più elevati. Per esempio, il top 0.1% paga il 32% in tasse che è un’aliquota inferiore rispetto a quella che viene pagata dalla restante parte della popolazione che si aggira più o meno intorno al 45%».
Quali potrebbero essere le soluzioni per migliorare questa situazione?
«Una delle soluzioni sarebbe quella di aumentare la tassazione sui redditi da capitale, che al momento è fissata al 26%. Per esempio, le aliquote sui dividendi e sugli interessi potrebbero essere rialzate per essere più in linea con quelle dei redditi da lavoro. Inoltre, sarebbe fondamentale introdurre una patrimoniale che colpisca l’1% più ricco della popolazione attraverso la quale lo Stato potrebbe incassare alcuni miliardi. Tra l’altro questo è un argomento di attualità che è stato dibattuto anche all’ultimo G20: una piccolissima patrimoniale globale del 2% che vada a colpire i miliardari a livello globale aiuterebbe ad affrontare i costi della transizione energetica».
Parlando di patrimoniale, quali sono le resistenze politiche che hai riscontrato in Italia
su questo tema?
«In Italia, la parola “patrimoniale” genera una reazione di forte resistenza, in parte dovuta a una comunicazione poco chiara su come funzionerebbe realmente. C’è la percezione errata che la tassa colpirebbe la classe media o che si tratterebbe di un prelievo indiscriminato sui conti bancari. In realtà, sarebbe localizzata solo sui più ricchi, e il suo impatto sarebbe minimo per la maggior parte delle persone. È fondamentale spiegare bene come funzionerebbe, in modo da superare la paura che spesso accompagna questo tipo di intervento. Inoltre la concentrazione di ricchezza va di pari passo con il potere politico: Elon Musk non pungolerà mai Trump per una patrimoniale sui miliardari, vorrebbe dire tassare sé stesso».
Oltre alla tassazione, quali sono gli altri fattori che influenzano le disuguaglianze economiche?
«Oltre alla tassazione diseguale, esistono altri fattori che contribuiscono ad acuire il divario economico come: la partecipazione ai sindacati, l’accesso all’istruzione di qualità, gli investimenti in sanità e il cambiamento climatico. Proprio su questo ultimo punto, abbiamo notato che nei Paesi in via di sviluppo, dove l’economia dipende fortemente dal settore agricolo, il riscaldamento globale sta riducendo la quota di reddito delle persone meno abbienti. Stiamo lavorando a uno studio simile anche per l’Italia. Insomma le cause sono tante e senza un cambio di passo sarà difficile vedere un miglioramento».
(da Il Corriere della Sera)

argomento: Politica | Commenta »

Next Entries »
  • Destra di Popolo.net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici: destradipopolo@gmail.com

  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (341)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (175)
    • Attentato (329)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4.297)
    • Bersani (235)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1.222)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (83)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (120)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (276)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5.591)
    • criminalità (1.403)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (14.535)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (276)
    • don Gallo (9)
    • economia (2.332)
    • elezioni (3.303)
    • emergenza (3.079)
    • Energia (45)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (784)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1.314)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (823)
    • fioriere (5)
    • Fitto (27)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (596)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (291)
    • Futuro e Libertà (511)
    • g8 (25)
    • Gelmini (68)
    • Genova (543)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5.793)
    • governo (5.804)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2.941)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (734)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1.395)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1.316)
    • LegaNord (2.414)
    • Letta Enrico (154)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (68)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (543)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (60)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (357)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (319)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (40)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (33)
    • Parlamento (1.428)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1.034)
    • PD (1.192)
    • PdL (2.781)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (35.288)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (502)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (52)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3.689)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1.410)
    • Referendum (200)
    • Regione (344)
    • Renzi (1.521)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1.125)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (354)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (373)
    • Storace (47)
    • subappalti (31)
    • televisione (244)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (16)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (342)
    • Web (1)
    • Zingaretti (10)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Ottobre 2025 (586)
    • Settembre 2025 (662)
    • Agosto 2025 (669)
    • Luglio 2025 (671)
    • Giugno 2025 (573)
    • Maggio 2025 (591)
    • Aprile 2025 (622)
    • Marzo 2025 (561)
    • Febbraio 2025 (352)
    • Gennaio 2025 (640)
    • Dicembre 2024 (607)
    • Novembre 2024 (609)
    • Ottobre 2024 (668)
    • Settembre 2024 (458)
    • Agosto 2024 (618)
    • Luglio 2024 (429)
    • Giugno 2024 (481)
    • Maggio 2024 (633)
    • Aprile 2024 (618)
    • Marzo 2024 (473)
    • Febbraio 2024 (588)
    • Gennaio 2024 (627)
    • Dicembre 2023 (504)
    • Novembre 2023 (435)
    • Ottobre 2023 (604)
    • Settembre 2023 (462)
    • Agosto 2023 (641)
    • Luglio 2023 (605)
    • Giugno 2023 (560)
    • Maggio 2023 (412)
    • Aprile 2023 (567)
    • Marzo 2023 (506)
    • Febbraio 2023 (505)
    • Gennaio 2023 (541)
    • Dicembre 2022 (525)
    • Novembre 2022 (526)
    • Ottobre 2022 (552)
    • Settembre 2022 (584)
    • Agosto 2022 (585)
    • Luglio 2022 (562)
    • Giugno 2022 (521)
    • Maggio 2022 (470)
    • Aprile 2022 (502)
    • Marzo 2022 (542)
    • Febbraio 2022 (494)
    • Gennaio 2022 (510)
    • Dicembre 2021 (488)
    • Novembre 2021 (599)
    • Ottobre 2021 (506)
    • Settembre 2021 (539)
    • Agosto 2021 (423)
    • Luglio 2021 (577)
    • Giugno 2021 (559)
    • Maggio 2021 (556)
    • Aprile 2021 (506)
    • Marzo 2021 (647)
    • Febbraio 2021 (570)
    • Gennaio 2021 (605)
    • Dicembre 2020 (619)
    • Novembre 2020 (575)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (588)
    • Luglio 2020 (597)
    • Giugno 2020 (580)
    • Maggio 2020 (618)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (593)
    • Gennaio 2020 (596)
    • Dicembre 2019 (542)
    • Novembre 2019 (316)
    • Ottobre 2019 (631)
    • Settembre 2019 (617)
    • Agosto 2019 (639)
    • Luglio 2019 (654)
    • Giugno 2019 (598)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (383)
    • Marzo 2019 (562)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (641)
    • Dicembre 2018 (623)
    • Novembre 2018 (603)
    • Ottobre 2018 (631)
    • Settembre 2018 (586)
    • Agosto 2018 (362)
    • Luglio 2018 (562)
    • Giugno 2018 (563)
    • Maggio 2018 (634)
    • Aprile 2018 (547)
    • Marzo 2018 (599)
    • Febbraio 2018 (571)
    • Gennaio 2018 (607)
    • Dicembre 2017 (579)
    • Novembre 2017 (634)
    • Ottobre 2017 (579)
    • Settembre 2017 (456)
    • Agosto 2017 (368)
    • Luglio 2017 (450)
    • Giugno 2017 (468)
    • Maggio 2017 (460)
    • Aprile 2017 (439)
    • Marzo 2017 (480)
    • Febbraio 2017 (420)
    • Gennaio 2017 (453)
    • Dicembre 2016 (438)
    • Novembre 2016 (438)
    • Ottobre 2016 (424)
    • Settembre 2016 (367)
    • Agosto 2016 (332)
    • Luglio 2016 (336)
    • Giugno 2016 (358)
    • Maggio 2016 (373)
    • Aprile 2016 (307)
    • Marzo 2016 (369)
    • Febbraio 2016 (335)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (422)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (416)
    • Luglio 2015 (387)
    • Giugno 2015 (397)
    • Maggio 2015 (402)
    • Aprile 2015 (407)
    • Marzo 2015 (428)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (436)
    • Giugno 2014 (391)
    • Maggio 2014 (392)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (447)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (293)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (363)
    • Settembre 2012 (341)
    • Agosto 2012 (238)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (288)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (218)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (247)
    • Gennaio 2012 (259)
    • Dicembre 2011 (223)
    • Novembre 2011 (267)
    • Ottobre 2011 (283)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (155)
    • Luglio 2011 (210)
    • Giugno 2011 (264)
    • Maggio 2011 (273)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (233)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  • Marzo 2025
    L M M G V S D
     12
    3456789
    10111213141516
    17181920212223
    24252627282930
    31  
    « Feb   Apr »
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • TRA ORBAN E RANUCCI
    • GHIGLIA E ARIANNA: C’E’ UN BUCO DI 50 MINUTI NELLA VISITA ALLA SEDE DI FDI
    • ECCO I VERI MOTIVI PER CUI GHIGLIA E’ ANDATO DA ARIANNA
    • BRACCIALETTO ELETTRONICO PER IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLZANO DI FRATELI D’ITALIA INDAGATO PER LESIONI E MALTRATTAMENTI AGGRAVATI ALLA MOGLIE
    • UN PAESE FONDATO SULLE CASE DI NONNI E GENITORI. CON I GIOVANI PRECARI, MALPAGATI E QUINDI CON POCHE POSSIBILITÀ DI POTERSI COMPRARE UN’ABITAZIONE, IN ITALIA CRESCE LA “RICCHEZZA EREDITATA”: NEL 2023 SI SONO TOCCATI QUASI 80 MILIARDI DI EURO IN BENI TRASFERITI
    • “UNA BANDA DI HACKER HA TENUTO IN OSTAGGIO LE ÉLITE POLITICHE ITALIANE”: “POLITICO.EU”, LA TESTATA PIÙ LETTA TRA I PALAZZI DELL’UE, DEDICA UN LUNGO E DETTAGLIATO ARTICOLO ALLO SCANDALO EQUALIZE
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Accedi
      • Feed dei contenuti
      • Feed dei commenti
      • WordPress.org
    • Credits: G.I





    Usiamo i cookie anche di terze parti autorizzate. Continuando a navigare su questo sito, acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy.
    PreferenzeCONTINUA
    Manage consent

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
    CookieDurataDescrizione
    cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
    cookielawinfo-checbox-functional11 monthsThe cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
    cookielawinfo-checbox-others11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
    cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
    cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
    viewed_cookie_policy11 monthsThe cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
    Functional
    Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
    Performance
    Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
    Analytics
    Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
    Advertisement
    Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
    Others
    Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
    ACCETTA E SALVA