A GALLARATE UN ALBERO DI NATALE DA 20.000 EURO: VORAGINE DI DEBITI NELLA SOCIETA’ COMUNALE GAS E ACQUA
GLI SPRECHI DELLA VECCHIA GESTIONE DELL’AZIENDA CHE GESTISCE GAS, ACQUA E RIFIUTI FINIRANNO ALLA CORTE DEI CONTI
Un albero di Natale costato 20 mila euro: certo non basterà questo scintillante cadeaux festivo a giustificare il tracollo finanziario della Amsc, società pubblica del comune di Gallarate che pur gestendo i servizi di acqua, gas, rifiuti in regime di monopolio quasi totale è riuscita a passare in dieci anni da un attivo di 12 milioni di euro depositati in banca a un «rosso» di 26 milioni.
IL NUOVO CDA
Ma una cosa è certa: i nuovi amministratori della società chiamati al capezzale del malato, hanno messo in fila una serie di «perle» che raccontano una storia non semplicemente locale.
Raccontano di come si può sperperare denaro pubblico con regalie, sprechi, progetti strampalati.
La storia di questa «piccola bottega degli orrori» verrà messa a disposizione della magistratura ordinaria e di quella contabile: il nuovo presidente di Amsc, Sergio Praderio, ha infatti annunciato che chiederà l’intervento del tribunale e della Corte dei Conti.
L’albero di Natale da 20 mila euro, comunque sia, dice già molto di una mentalità diffusa non certo solo a Gallarate sull’uso del denaro pubblico.
«A bilancio gli alberi erano addirittura due – conferma Praderio – entrambi sotto forma di sponsorizzazioni. Ma che attività promozionale può esserci dove Amsc era l’unica azienda sul campo, nel suo settore?».
I DEBITI
Facendo le pulci alle amministrazioni passate, i nuovi dirigenti hanno scovato anche 47mila euro lasciati a ristoranti per spese di rappresentanza, l’acquisto di tre auto di grossa cilindrata per i dirigenti, la moltiplicazione di incarichi e poltrone.
«Nel 2001 – racconta ancora il presidente -, Amsc era una società unica, dieci anni dopo ne erano sorte 12, spesso senza dipendenti ma con consiglio d’amministrazione e consulenti. Il ruolo di direttore generale era stato raddoppiato e ai due era stato affiancato un procuratore generale. Per il loro appannaggio si spendevano 470mila euro l’anno».
Tra i progetti meno comprensibili finanziati con soldi pubblici si trova la costruzione di una piscina a Saltrio, che è un paese ai confini con la Svizzera («Che cosa c’entrano i soldi dei cittadini di Gallarate?»), mentre sono stati spesi anche 138mila euro per «strenne natalizie» per i dipendenti o 200mila euro per sponsorizzare la fondazione teatrale cittadina, ora finita in liquidazione.
GLI SPRECHI
Al di là degli episodi di colore, tuttavia, all’attenzione della magistratura verranno portate voci e capitoli di spesa assai più significativi: ad esempio il fatto che per l’appalto per le pulizie della sede venissero spesi 400mila euro, quando oggi quel servizio è garantito con poco più di un quarto di quei soldi.
O ancora c’è il fatto che alcuni lavori non siano stati assegnati con una gara ma con la formula del «consorzio». «Per i lavori di scavo e posa delle tubature – racconta ancora Praderio – Amsc aveva stretto un consorzio con una ditta esterna per un valore di 3 milioni di euro: a nostro modo di vedere l’affidamento di quei lavori non poteva essere fatto con quella formula».
Il corollario di questa vicenda è ancora una volta affidato ai numeri messi insiemi dai nuovi amministratori della società : in dieci anni sono stai «bruciati» 38 milioni di euro in investimenti e spese che non hanno avuto risultati. E tutto questo in una città di 50mila abitanti.
Claudio Del Frate
(da “Il Corriere della Sera“)
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