A TAJANI L’HANNO RIMASTO SOLO: AL “BERLUSCONI DAY”, NEL TRENTENNALE DELLA SUA DISCESA IN CAMPO (IL 26 GENNAIO), NON CI SARANNO NE’ MARTA FASCINA NE’ MARINA E PIER SILVIO
I FIGLI DEL CAV SONO INCAZZATI PER L’IRRILEVANZA IN CUI E’ SPROFONDATA FORZA ITALIA, PER IL TAGLIO DEL CANONE RAI CHE DANNEGGERA’ MEDIASET (E LA7) SUL TETTO PUBBLICITARIO… LA VENDETTA DI “PIER DUDI” CONTRO LA DUCETTA SI STA CONSUMANDO CON LA SVOLTA ANTIMELONIANA DI MEDIASET
Alcuni, come lo squisito e intelligentissimo Antonio Martino, tessera numero 2 di Forza Italia dopo quella di Berlusconi, o il generale Luigi Caligaris, non ci sono più: e che peccato! E ieri proprio ieri è morto Alessio Gorla, che è stato dirigente Rai e Mediaset e soprattutto regista del trionfo del Cavaliere nel 94 e ideatore del celeberrimo duello elettorale con Occhetto.
Stiamo parlando dei fondatori, di quelli che hanno inventato il partito azzurro che pubblicamente cominciò con il video della discesa in campo di Sua Emittenza il 26 gennaio 94.
E’ stata un’epopea e una rivoluzione molto riuscita per tanti aspetti (quello della post ideologia per esempio e della nascita della Seconda Repubblica) e, dal punto di vista di dare una svolta liberale all’Italia, anche non riuscita. Venerdì 26 gennaio, giusto a trent’anni dalla video-fondazione che fu una bomba politico-comunicativa che ha cambiato la storia, il leader Antonio Tajani ha invitato tutti a festeggiare.
E non sarà un Berlusconi Day quello che si sta preparando al Salone delle Tre Fontane all’Eur ma un modo per prendere la rincorsa dal passato e arrivare al futuro. Che è anche quello che si aprirà dopo il congresso azzurro del prossimo fine febbraio e dopo il voto europeo di giugno.
Ci saranno tutti a questo trentennale, musiche e immagini a cura di Mediaset, ma Marina e Pier Silvio e probabilmente anche Marta Fascina (al tempo aveva 4 anni) non parteciperanno, e Tajani nella lettera d’invito ha scritto: «Le oltre 100mila adesioni al nostro partito sono un trampolino di lancio per le prossime sfide e testimoniano la crescita costante nei sondaggi. Così come i nuovi ingressi nelle nostre fila rappresentano l’ottimo stato di salute di Forza Italia».
Ci saranno nella sala dell’Eur i cori di Azzurra Libertà (parole e musica di Silvio), la proiezione del video battesimale girato in una dependance della villa di Macherio con Roberto Gasparotti alla macchina da presa, il filmato sulla lunga storia del fondatore e della sua creatura.
Parlerà Mario Valducci, oggi top manager, lo era anche prima dell’impegno politico nel 94, e racconta l’ex super big azzurro: «Sono stati per me venti anni di impegno politico vissuto intensamente».
Del periodo della fondazione, Valducci ricorda le tante energie e intelligenze che si misero al lavoro: «Oltre a Martino e Caligaris, c’erano Tajani che è stato il primo portavoce di Berlusconi e una volta al governo lo fece Giuliano Ferrara, Urbani che redasse l’opuscolo dei circoli del buongoverno, Dell’Utri, Previti, Della Valle, Dotti, Angelo Codignoni ai club di Forza Italia, Fabio Minoli. E non vorrei dimenticare nessuno. C’era, a organizzare la rete sul territorio, gente validissima e giovane come Miccichè, Ghigo, Tortoli, Cipriani, Gianni Pilo».
Tajani è il gran regista dell’iniziativa. Attesissimi, ma specie il secondo non è detto che ci sarà, Gianni Letta e Fedele Confalonieri. Bruno Vespa, questo è l’auspicio degli organizzatori, racconterà la firma in tivvù del Contratto con gli italiani, che Berlusconi stipulò a Porta a Porta l’8 maggio 2001.
E ancora: sono stati invitati i leader del Ppe. E ci saranno molti dei parlamentari delle origini. Una festa del genere Berlusconi l’avrebbe organizzata anche nel più minimo dei dettagli («Occhio ai fiori, alle luci e ai colori», diceva sempre in situazioni di questo tipo).
E ce lo immaginiamo nell’aldilà, felice, pimpante e curioso, come ce lo ha raccontato teneramente Fiorello l’altro giorno nella sua finta telefonata televisiva. Quasi che il Cavaliere, ma questa volta non ci sarà, fosse ancora al centro del palcoscenico dell’Eur. A pochi passi da quello mitico della vecchia fiera che calcò il 6 febbraio 94, subito dopo il video della discesa in campo scegliendo Roma e non Milano, quando si presentò con un’enorme coccarda tricolore sul petto dicendo a tutti: «Eccomi qui, sono un matto tra tanti matti».
(da Il Messaggero)
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