AI PROFUGHI DI CAPALBIO FACCIAMO LUCIDARE I NOSTRI COLLIER
HA RAGIONE CHICCO TESTA: POTREMMO ANCHE FARGLI ASCIUGARE GLI SCOGLI O LUCIDARE GLI AGHI DI PINO
Ha ragione Chicco (Testa): bisogna trovare immantinente un lavoro per quei 50 profughi in arrivo a Capalbio. A Capalbio, signora mia, persino qui ce li mandano!
Neri e cenciosi, con quegli occhi che ti guardano e provano a farti sentire in colpa solo perchè te al collo hai un doppio filo di perle, mica coltivate eh, e loro due collanine di osso di chissà che bestia.
No, no, ha ragione il Chicco. Troviamogli un lavoro, poverini, così almeno non se ne stanno a ciondolare tutto il giorno.
Del resto si ha sempre bisogno di qualcuno che faccia qualcosa di utile tipo: lucidare a una a una le perle del famoso doppio filo. E noi si è anche generose, signora mia, e un bel 10 centesimi a perla glielo si garantisce.
Che non hanno mica bisogno di tanto, già gli si paga tutto noi. Giusto qualche spiccio per bersi una spuma al cedro o comperarsi le sigarette.
Li si possono anche impiegare, quelli più robusti e resistenti (signora mia ma ha visto che spalle che hanno?) per asciugare gli scogli e passare il brillantante sugli aghi di pino della pineta, che fan così tristezza tutti opacizzati dal salmastro.
Ecco e già gli abbiamo trovato tre occupazioni oneste e lodevoli.
S’è anche sentito che alla signora della terza villa a sinistra s’è ammalata la filippina, povera cara, ora non sa come fare; che una non è che può passare quei pochi giorni di ferie che ha a spazzare il portico, no?
Bene mandiamogliene un paio anche a lei, non saranno urbanissimi, ma pazienza, noi si è persone tolleranti. E poi gli si fa del bene, gli si dà un lavoro.
Chi è, pure che sosteneva che l’ozio è il padre dei vizi?
Chicco dice anche che se ce ne sono alcuni che hanno particolari abilità , magari sono esperti nella caccia al leone (l’anno scorso s’è fatto un safari in Kenya e dovevi vedere che ganzo che era la nostra guida) si devono fare avanti senza timore: tra un po’ si apre la stagione della caccia al cinghiale.
Se poi ce n’è qualche altro che corre svelto (ma l’hai visto quel Bolt lì ieri sera?
Ah dici che è jamaicano e non africano? Vabbè ma insomma i geni si sa son sempre quelli) può venire comodo per fare le consegne a domicilio a impatto ambientale zero.
Visto? È questione di un attimo trovare un impiego per 50 profughi e impedire loro di gingillarsi nel rimpianto della loro casa, dei loro affetti.
È un attimo distrarli dall’opulenza a doppio filo (di perle e di cashmere) dalla quale sono oggi, e saranno sempre esclusi, per sfortuna di nascita.
Gli diamo un lavoro, possibilmente lontano dagli occhi nostri, e ci mettiamo la coscienza in pace
Sì, ha proprio ragione Chicco.
Noi siamo favorevoli all’accoglienza a patto che non squilibri la nostra routine quotidiana di vacanzieri del posto più esclusivo (che ci rimane sennò? una volta c’erano le Eolie, ma ora se non stai attento quando ti fai un giro in barca ti imbatti in un barcone) d’Italia.
Perchè noi non siamo razzisti, signora mia, e chi mai potrebbe accusarci di questo? Siamo solo molto stanchi dopo un anno così.
Non si può davvero tollerare che anche nei pochi mesi estivi nei quali ci possiamo finalmente rilassare siamo costrette a fare i conti con l’antiestetica realtà della miseria. Che colpa ne abbiamo noi se quelli lì non sanno far altro che farsi la guerra? Va bene, arrivano qui, mica vogliamo rispedirli là da dove sono arrivati, ma che si integrino e si rendano utili alla comunità .
Abbiamo fili di perle e di cashmere da tenere in ordine, aghi di pino da far brillare e scogli da asciugare.
Una volta avevamo anche un giaguaro da smacchiare. A proposito che fine ha fatto quel giaguaro che è un pezzo che non si vede? Bah, sarà in Costa Smeralda con la sua bandana.
Signora mia, sa che ho avuto un’idea? E se glieli mandiamo a lui questi profughi?
Sì sì mandiamoglieli là in Costa Smeralda che tanto ci vanno pure gli arabi e insomma tra loro si capiscono.
Beh, signora mia, adesso vado e, mi raccomando, porti tanti cari saluti a Chicco (Testa), che è sempre stato uomo di rara umanità .
Deborah Dirani
(da “Huffingtonpost”)
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