ALFANO E LE TRE TIPOLOGIE DI COLOMBE
LE SUE TRUPPE SONO DIVISE IN TRE ORIENTAMENTI: ECCO QUALI
Quante ‘divisioni’ ha Angelino Alfano? Se non direttamente Berlusconi, certamente i suoi ‘falchi’ — i vari Verdini, Santanchè e, anche, Raffaele Fitto, cioè i ‘lealisti’ – si stanno facendo, in queste ore, la stessa domanda che, nel 1948, si fece Josif Stalin (“Ma quante divisioni ha, questo Papa?”) con una domanda retorica che, all’epoca, voleva suonare come irriverente.
Dunque, vediamo. Innanzitutto, ‘chi sono’ gli alfaniani e, soprattutto, come sono ‘divisi’ al loro interno?
Eh sì, perchè gli alfaniani o ‘realisti’ tutto sono tranne che un blocco unico, una compatta falange macedone, come, invece, sono i ‘lealisti’, il cui motto è molto semplice: “con Silvio, sempre, comunque e ovunque” (perinde ac cadaver, dicevano i gesuiti).
Tre le categorie.
La prima è quella delle cosiddette ‘colombe già volate (via)’.
‘Volate via’ nel senso che, Pdl o Forza Italia che sarà , spingono a più non posso per la definitiva ‘scissione’ dagli oltranzisti e lealisti berluscones e rappresentano, ormai, un problema politico grosso come una casa anche per lo stesso Alfano perchè, quando questi va a parlare e trattare col Cav, si ritrova a vedersi additare e imputare le loro gesta alla voce ‘traditori’.
Ne fanno parte alcuni esponenti ‘storici’ del Pdl, ma anche espressione di cd. culture ‘minori’ del centrodestra.
Le guida, infatti, l’ex capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, di rocciosa tradizione socialista (lombardiana prima, craxiana poi) che, a Montecitorio, conta sul suo fedele ‘operativo’ Sergio Pizzolante, e che ‘controlla’ grazie a lui pezzi di Lazio e di Puglia, e, al Senato, l’ex governatore della Lombardia, Roberto Formigoni.
Ex-dc ma anche ex-Cdu, ex-Ccd, ex-Fi, il ‘Celeste’, come lo chiamavano quando faceva il bello e il cattivo tempo al Pirellone, è soprattutto un ciellino doc.
Ci sarebbero anche, sempre al Senato, altri cattolici ex-Cdu-Ccd-Fi-Pdl come Carlo Giovanardi (modenese) o ex socialisti laici convertiti teo-con come Maurizio Sacconi (trevigiano), ma privi di fatto di truppe al seguito.
Senza truppe al seguito, ma in importanti postazioni di potere e di governo sono anche due ministri della Repubblica: Gaetano Quagliariello (Puglia) alle Riforme istituzionali e Beatrice Lorenzin (Lazio), titolare alla Salute.
Entrambi ritenuti, dai ‘lealisti’, “ministri ‘di’ Napolitano, non certo nostri”, hanno grande influenza presso gli ‘scissionisti’ — che, di fatto, dirigono — ma scarse truppe sui territori.
Certo è che, giudicando la ‘nuova’ FI alla stregua di una ‘neo-Alba Dorata’ o peggio difficilmente vi entreranno mai.
La seconda categoria è quelle delle ‘colombe con artigli’.
Guidate dallo stesso Alfano, intendono dare battaglia dentro il partito nuovo che nascerà , stanno raccogliendo centinaia di firme, a spron battuto, su tutti i territori, in vista del Consiglio nazionale del prossimo 16 novembre, ma sono pure i più fedeli e ortodossi assertori della necessità di continuare nell’esperienza del governo delle larghe intese nè accetteranno mai alcuna crisi del governo Letta, anche se a volerlo fare fosse Berlusconi in persona.
Sono ‘colombe’, come si diceva, non solo arruolate tra ‘ufficiali’ del Pdl, ma anche dotate di ‘truppe’.
Truppe che hanno, in abbondanza, sia il capogruppo al Senato, Renato Schifani, che ‘controlla’ (con Alfano) la Sicilia e quasi tutti i parlamentari lì eletti; il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, i cui sei (fedelissimi) senatori fecero da ago della bilancia (contro la sfiducia), lo scorso 2 di ottobre; i ciellini ortodossi propaggine del super-ciellino (e ministro) Maurizio Lupi, dal lombardo Raffaello Vignali al toscano Gabriele Toccafondi; il gruppone di ex-An passati armi &bagagli con Alfano e forti in Lazio (Barbara Saltamartini), ma anche in altre parti d’Italia; e, infine, i ‘forzisti’ della seconda ora (creati, come quelli della prima, da Berlusconi in persona) ma che si sono fatti subito ‘convertire’ sulla strada dell’alfanismo, da Enrico Costa (Piemonte) a Giorgio Lainati (Lazio), deputati del Nord come del Sud.
Terza, e ultima, categoria, quella delle ‘colombe che (ancora) svolazzano a casa Arcore e a palazzo Grazioli’.
Si tratta di una (esile) categoria di parlamentari e/o sottosegretari (Jole Santelli, al Welfare, calabrese) e/o ministri (Nunzia De Girolamo, all’Agricoltura, campana) che non solo hanno — ancora — ‘libero accesso’ alle residenze private del Cavaliere (palazzo Grazioli a Roma e villa San Martino ad Arcore), ma che, quando parlano, Berlusconi ‘ascolta’ con attenzione e trepidazione.
Gli ultimi — o, meglio, le ‘ultime’ perchè sono in pratica tutte donne — che potrebbero, insieme ad Alfano, fermare Berlusconi sulla strada del finale da tregenda o da cupio dissolvi, quello del ‘muoia Sansone con i Filistei’.
(da “Huffington Post“)
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