ANZIANI, SOLDI CASH SOTTO I 500 EURO, DUE MILIONI COSTRETTI ALLA CARTA DI CREDITO
PENSIONATI TRATTATI COME EVASORI, UNA CAZZATA STRATOSFERICA DEL GOVERNO MONTI, UN FAVORE ALLE BANCHE…PROTESTANO LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI: “UNA VIOLENZA SULLA PARTE PIU’ DEBOLE DELLA POPOLAZIONE”
“Da oggi le pensioni sopra i 500 euro non si pagano più in contanti”. Il messaggio allo sportello potrebbe essere più o meno questo.
Rivolto a due milioni e duecentomila pensionati italiani che non hanno nè conto corrente nè carte elettroniche.
E che in fretta dovrebbero provvedere, se vogliono assicurarsi pensione e tredicesima.
Sì, perchè il decreto legge 201 – il “salva-Italia” – è entrato in vigore già il 6 dicembre, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
E all’articolo 12, quello che limita l’uso del contante all’ormai famosa soglia dei mille euro, prevede una pillola avvelenata per chi riceve stipendi, pensioni o compensi dalla Pubblica amministrazione.
Superata la soglia di 500 euro, addio banconote.
“Una vergogna e una violenza sui poveri pensionati costretti dallo Stato ad aprire un conto corrente”, tuona Elio Lannutti, senatore Idv e presidente di Adusbef. Pensionati come evasori?
In realtà c’è tempo. Lo farebbe intendere lo stesso articolo del decreto.
Entro tre mesi il ministero dell’Economia e l’Associazione bancaria italiana definiranno con una convenzione le caratteristiche di un conto corrente di base da offrire ai pensionati “vecchio stile” – quelli che fanno la fila ogni mese alla Posta o in banca e poi infilano guardinghi i pochi euro ricevuti in borsa – ad un costo accettabile: struttura semplice e trasparente e carta di debito.
E zero spese ma solo per “le fasce socialmente svantaggiate”.
Così come entro tre mesi l’Abi dovrebbe definire le regole per “una equilibrata riduzione” delle commissioni sulle carte.
Sempre il decreto riferisce che il limite di 500 euro non è blindato, ma “può essere modificato con decreto del ministero dell’Economia”.
Una via di fuga?
Il livello della protesta è già alto.
Imporre bancomat, carte prepagate, pin, token – e tutto l’armamentario bancario fatto di scartoffie infinite da firmare, con postille scritte a corpo otto – a 2,2 milioni di anziani pensionati Inps “analfabeti” bancari (su 16,9 milioni totali) non significa solo “incrementarne i livelli di sicurezza fisica”, come sembra darsi premura il decreto.
Ma cambiare un mondo. Fatto di abitudini, relazioni, tradizioni. E poca dimestichezza con la tecnologia.
E’ anche vero che nel 2010 ciascun italiano ha usato strumenti alternativi al contante solo 66 volte, rispetto alle 176 rilevate in media nei Paesi dell’Eurozona.
Con un divario – spiega Bankitalia – molto forte tra Nord e Sud (84 operazioni contro 39), anche per una diffusione inferiore al 40 per cento di sportelli, Atm, Pos, carte di pagamento, collegamenti telematici per l’e-banking.
Un utilizzo modesto. Lo stesso governatore Ignazio Visco, ieri in audizione alla Camera, ha auspicato “un’ulteriore riduzione” della soglia per il contante, da affiancare a “un taglio dei costi” per la moneta elettronica.
Privilegiare gli scambi telematici, poi, aiuta a monitorare e scoraggiare riciclaggio ed evasione.
Ma che a questo contribuisca anche l’azzeramento dell’imposta di bollo da 34,20 euro, promesso dal decreto Monti, a chi ha una pensione minima o un assegno sociale, purchè apra un conto corrente, è più dubbio.
Come è ridicolo che uno Stato che si rispetti debba ricorrere a questi mezzi vergognosi per impedire chissà quale evasione fiscale, quando non esiste nulla di più tracciabile dell’importo di una pensione (basta chiedere all’Inps).
In realtà e’ solo un sistema per foraggiare le banche, allora bastava instaurare una “tassa pro-banca” senza rompere le palle a tanti anziani.
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