ARRESTATO IN LIBIA IL TRAFFICANTE DI UOMINI BIJA, ACCUSATO DALLA CORTE DELL’AJA DI CRIMINI CONTRO I DIRITTI UMANI
E’ L’EX CAPO DELLA GUARDIA COSTIERA LIBICA DI ZAWYAH CHE L’ITALIA INVITO’ PURE A PARTECIPARE A UN VERTICE A ROMA QUANDO MINISTRO ERA MINNITI
È stato arrestato in Libia Abd al-Rahman al-Milad, detto Bija, un famigerato trafficante di esseri umani sotto sanzioni Onu che nel 2017 partecipò ad una riunione Oim in Italia, presentandosi come rappresentante di Tripoli. Lo riferisce un media libico.
“Arresto di Abd al-Rahman al-Milad al Bidja”, riferisce un tweet dell’emittente Libya Alhadath precisando che l’uomo è stato arrestato dalla “Forza di dissuasione”, quindi dalla milizia “Rada”, del Governo di Tripoli
‘Bija’, o più ‘Bidja’, è accusato dall’Onu e dalla Corte internazionale dell’Aja di crimini contro i diritti umani per essere uno dei maggiori organizzatori del traffico di migranti, ridotti in schiavitù in Libia, lungo le rotte migratorie del Mediterraneo.
Il trafficante nel maggio 2017 prese parte a una riunione sull’immigrazione al Cara di Mineo (Catania) tra le autorità italiane e quelle libiche come emerse da un’inchiesta di Avvenire a firma Nello Scavo.
Pochi giorni prima anche il Centro di Alti Studi del Ministero della Difesa lo indicava tra i principali boss dellla tratta e del contrabbando. Le autorità italiane, dunque, avevano sufficienti notizie su di lui. Un anno dopo, il 7 giugno 2018, il Consiglio di sicurezza dell’Onu dispose sanzioni internazionali su Bija e altri suoi complici.
L’incontro in Italia rientrava in un progetto comune del governo italiano e delle agenzie umanitarie internazionali. La serie di riunioni facevano parte di un progetto finanziato dalla Comunità europea che prevedeva “visite di studio” in Italia da parte di una delegazione libica, i cui componenti venivano proposti dagli stessi libici. Bija ottenne il visto dall’ambasciata italiana a Tripoli presentando il suo passaporto legalmente concesso da Tripoli e con il quale già in passato aveva viaggiato in Europa da giovane studente dell’accademia militare libica.
L’uomo è stato accusato dalle Nazioni Unite “di essere uno dei più efferati trafficanti di uomini in Libia, padrone della vita e della morte nei campi di prigionia, autore di sparatorie in mare, sospettato di aver fatto affogare decine di persone,ritenuto a capo di una vera cupola mafiosa ramificata in ogni settore politico ed economico dell’area di Zawyah” (Zauia), come sintetizzò l’anno scorso Nello Scavo in un suo articolo.
(da Avvenire)
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