“ASSUMETE GIAMBRUNO”: LA TELEFONATA DI CONFALONIERI CHE GLI APRI’ LE PORTE DI MEDIASET (GRAZIE A UN ESPONENTE DI FDI)
RICCI: “SE PARLA LUI SCOPPIA UN CASINO”
La paura della presidente del Consiglio Giorgia Meloni è ancora quella di finire risucchiata nel gorgo Mediaset. Perché sa di non essere del tutto estranea all’andamento della carriera dell’ex compagno Andrea Giambruno, lunedì tornato al lavoro.
E sa anche, nonostante sempre ieri Pier Silvio Berlusconi si sia detto “dispiaciuto” per i fuorionda che hanno inguaiato il padre di sua figlia, che se metti solo un dito dentro l’azienda della famiglia rischi poi che ti resti impigliato: “Non sono ricattabile”, disse non a caso dopo gli sgarbi fatti al Cavaliere durante le trattative sul governo e la frase, sibillina, del fondatore di Fininvest che sussurrò: “Il suo compagno è un mio dipendente”.
Ma da dove arriva il vero timore di Meloni di finire risucchiata in questo gorgo? Per rispondere a questa domanda bisogna fare qualche passo indietro. Giambruno è davvero un underdog: famiglia borghese, studi all’Università Sacro Cuore, dopo una breve esperienza in una televisione locale lombarda, Telenova, inizia a collaborare intorno al 2010 a Mattino Cinque allora diretto da Claudio Brachino. La segnalazione arriva da Lele Mora, che gestiva la sua agenzia di star e meno star che frequentavano l’abitazione di viale Monza.
Ma Mora non ha mai spinto la carriera di Giambruno. E chi frequentava in quegli anni viale Monza assicura: “Giambruno non era uno che saliva al secondo piano dell’appartamento di Lele, dove c’erano molte donne e ragazzi belli”.
Come dire, non era nel giro degli amici intimi. Non a caso fa molta gavetta a Mattino Cinque, con il compito di cercare gli ospiti. Poi lavora anche con il suo “mito” giornalistico Paolo Del Debbio a Quinta Colonna, e ritorna a Mattino Cinque dove cura la nota politica avendo come capo redattore Francesco Vecchi: ha conosciuto da poco, siamo nel 2013, Giorgia Meloni negli studi Mediaset ed è scoccata la scintilla.
Da tutti è considerato un lavoratore: sa anche di essere piacente e fa il piacione, ma a Brachino o a Vecchi non arrivano segnalazioni di comportamenti scorretti.
Poco dopo l’inizio della sua relazione con Meloni viene mandato a Roma negli studi del Palatino per lavorare a Matrix, allora condotto da Luca Telese. È ancora un semplice ‘collaboratore’ con contratti a tempo.
Ai dirigenti Mediaset arriva un giorno della fine del 2018 una telefonata da Fedele Confalonieri: “Assumetelo”. E negli studi televisivi si rincorre subito la voce che a perorare la causa sia stato un “autorevole esponente” lombardo di Fratelli d’Italia che conosce bene la linea alta di Mediaset composta dallo stesso Confalonieri, ma anche da Adriano Galliani e Mauro Crippa. Sono gli anni di FdI in ribasso. Ma a Cologno registrano la richiesta.
Andato nel frattempo via Brachino, Giambruno passa per un periodo a Tgcom24 e arriva a condurre qualche telegiornale: salvo poi essere rimesso in redazione pochi giorni dopo una intervista di Meloni che disse di “non dovere nulla a Berlusconi”.
Gli alti e i bassi in Mediaset legati alle vicende politiche della illustre compagna. E lui un po’ inizia a giocarci su con l’essere nelle reti berlusconiane fuori sistema: la barbetta (un particolare che Berlusconi detesta per i suoi dipendenti), il ciuffo, il guascone che vuole rimarcare il suo essere di provincia. Si arriva ai giorni recenti: la nomina del governo Meloni, la promozione alla conduzione di Diario del giorno.
Lui sembra subito voler dimostrare che dopo tanta gavetta la conduzione se l’è meritata, ma diventa anche più spavaldo: non solo nei confronti di colleghi anche di altre aziende, promettendo buoni uffici con il governo, ma anche in un luogo che lui considera comunque la sua casa, Mediaset. E saltano fuori quelle frasi con allusioni sessuali a colleghe e collaboratrici inaccettabili e inscusabili. Fuorionda come sempre registrati dai tecnici: e che in azienda pure i muri sanno finire quasi sempre sul tavolo di Antonio Ricci a Striscia. Registrati a luglio, vengono mandati in onda a ottobre.
Nel frattempo alcune tensioni tra Meloni e i Berlusconi. Per Palazzo Chigi non si tratta di una coincidenza. Da dieci anni a questa parte c’è stato un filo che ha legato Meloni e Giambruno in Mediaset: “E quindi perché non dovrebbe essere così anche questa volta?”, è il ragionamento nel cerchio magico meloniano.
Ieri Pier Silvio Berlusconi, in un’intervista a Bruno Vespa per il suo libro, è tornato a dirsi “dispiaciuto”: “Sono vicino a Giorgia, le dietrologie sono ridicole”. E Ricci intervistato su Radio1 ha detto sibillino: “Se Giambruno parla è un casino”. E poi ha ribadito: “Nessuno sapeva che stavano andando in onda quegli audio”.
Ma in Mediaset sussurrano: come faceva la direzione generale, che tutto osserva, a non sapere di quel modo di fare non accettabile? Nessuno ha riferito qualcosa alla direzione di Tgcom24? Intanto Giambruno, visto ieri dalle parti di Palazzo Chigi, è tornato a lavorare: giubbotto di pelle e capello corto con gel. Lo stile spavaldo non cambia, e non sembra volersi adeguare nemmeno ai canoni berlusconiani.
(da agenzie)
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