BATTISTI, TIMBRI FALSI SUL PASSAPORTO: ORA IN TEORIA E’ A RISCHIO ESPULSIONE
L’AMMISSIONE: “E’ VERO, LO HO USATI QUANDO ERO LATITANTE”… L’EX TERRORISTA GODE DI ASILO POLITICO OFFERTO DALL’EX PRESIDENTE LULA, QUINDI E’ IMPROBABILE CHE VENGA CONSEGNATO ALLE AUTORITA’ ITALIANE
Una vecchia condanna potrebbe rimettere in discussione la permanenza di Cesare Battisti in Brasile, dove gode dell’asilo politico concessigli dall’ex presidente Lula.
Il Supremo Tribunale di Giustizia ha respinto l’appello chiesto dall’ex terrorista italiano per una condanna minore avvenuta mentre era in carcere a Brasilia, e cioè uso di timbri ufficiali falsi sul passaporto.
AMMISSIONE
Battisti, lo ha ammesso lui stesso, ha usato questo sistema per garantirsi la permanenza in Brasile mentre era latitante.
Il documento, a sua volta, era falso e Battisti l’aveva usato per entrare in Brasile come cittadino francese. S
econdo il Tribunale, «una copia della sentenza verrà inviata al ministero della Giustizia, per le eventuali decisioni in merito».
CONSEGUENZE
In teoria, la legge prevede l’espulsione immediata dal Paese per gli stranieri che falsificano documenti per entrare o per restare in Brasile.
Ma il caso di Battisti è particolare: il governo brasiliano ha prima negato l’estradizione chiesta dall’Italia e poi gli ha concesso un visto di lavoro permanente.
Entrambe le decisioni sono avvenute quando la vicenda del passaporto e dei timbri falsi era già venuta alla luce.
Mentre era in carcere Battisti ha ammesso che i timbri che imitavano quelli dell’immigrazione all’aeroporto servivano nel caso che il latitante fosse stato fermato per qualche motivo in Brasile.
Rocco Cotroneo
(da “il Corriere della Sera“)
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