“BERDINI NON SAREBBE MAI DOVUTO ENTRARE NELLA GIUNTA RAGGI”
INTERVISTA AD ASOR ROSA: “LA GIUNTA RAGGI NON PUO’ ESSERE CORRETTA, VA DISMESSA”
Professore, lei è uno degli intellettuali che ha firmato l’appello pro Berdini alla sindaca Raggi… «Mi scusi, ma la devo interrompere. Io l’appello non l’ho firmato». Ma il suo nome, Alberto Asor Rosa, è scritto tra quello dei firmatari. Vuole dire che qualcuno l’ha firmata a sua insaputa? (sorride)
«Allora: la mail con la lettera è stata mandata anche a me ma io non ho risposto». È dunque valsa la logica del silenzio assenso. «Probabilmente ha funzionato un meccanismo del genere. Però guardi la mia stima per Berdini è senza limiti, ma come ho spiegato ai miei amici l’altra sera io pensavo che fosse più giusto non persuadere la Raggi, ma persuadere Berdini a lasciare la Raggi».
Quindi non soltanto non ha firmato l’appello, ma è persino contrario.
«L’appello non è scandaloso, ma ho una posizione diversa da quella espressa in quel testo».
Però non ha smentito.
«È firmata da miei amici di grandissimo livello culturale e morale, la smentita mi sembrava fuori luogo. Ma se lei me lo chiede, io le rispondo».
Appelli e sit-in sotto il Campidoglio pro Berdini, l’uomo della sinistra. In una amministrazione accusata di essere vicina agli ambienti della destra, l’assessore urbanista sembra essere un po’ una foglia di fico. Che ne pensa?
«Io non capisco più da molto tempo cosa ci sta a fare un uomo come lui in una giunta come questa. Uno come Berdini non sarebbe neanche mai dovuto entrarci. La giunta Raggi non può essere corretta, va il più rapidamente possibile dismessa».
Berdini ha detto sì al M5S perchè ha creduto di poter portare al governo le sue battaglie contro lo sfruttamento del suolo e il metodo “palazzinari”. Un Don Chisciotte?
«Non può comunque e non avrebbe potuto funzionare. Io non ho condiviso la sua scelta, ma la mia non è una condanna del suo comportamento, semplicemente io non l’avrei mai fatto ».
A Repubblica Berdini ha detto: “Mi sono abbandonato, riportando dei pettegolezzi”. Ma si può lavorare con qualcuno che si stima così poco?
«Lui in quella giunta non doveva entrare. Pensava di poter fare qualcosa di giusto ma è un convincimento radicalmente sbagliato. La sua esperienza lì deve terminare il prima possibile ».
Governare Roma sembra una missione quasi impossibile. Come si può salvare la città ?
«Roma non si può salvare senza un lavoro di anni, non esiste una soluzione in grado di risolvere rapidamente la situazione».
Niente politica? Di nuovo un commissario prefettizio?
«Sa cosa le dico? Che arrivo a pensare che ci vorrebbe una dittatura illuminata».
Cosa intende per “dittatura illuminata”?
«Un gruppo di esperti di prestigio indiscutibile. Ci vuole il coraggio di cominciare dallo stato disastroso delle nostre periferie, dove è sempre più terribile andare per le condizioni in cui sono ridotte. Solo con un gruppo di questo livello, la direzione di marcia potrebbe essere invertita».
Beppe Grillo nel 2011 disse: “Meglio una dittatura illuminata che una democrazia di corrotti”.
Ma a Roma anche il M5S è stato investito dagli scandali.
«Serve un periodo di governo che prescinda dalle logiche di affermazione della politica di questa o quella parte. Insomma niente polizze vita, niente strane relazioni. Se c’è un gruppo in grado di farsi accettare, è il benvenuto e forse qualcosa cambierà ».
(da “La Repubblica”)
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