BERLUSCLONE: MATTEO E’ SEMPRE PIU’ LA SUA COPIA
DALLA TASI ALL’ART 18, DAL PONTE SULLO STRETTO ALLA SOGLIA DEL CONTANTE: CINQUE SCELTE STRATEGICHE IN SINTONIA
La domanda è ormai un tormentone e ha ricevuto risposte di tutti i tipi: serie, ironiche o addirittura parodistiche.
Tra le più virali, l’immagine di Silvio Berlusconi-Darth Vader che confessa a Matteo Renzi-Luke Skywalker “sono tuo padre”.
Eppure la questione è sempre lì sul tappeto: quanto si somigliano l’ex e l’attuale presidente del Consiglio?
Che non si tratti soltanto di una domanda oziosa, lo dimostrano anche i due diretti interessati che ne hanno fatto oggetto di botta e risposta a distanza.
Perchè se da una parte il Cavaliere dice: “Matteo ha copiato il mio programma”, dall’altro il presidente del Consiglio a Bruno Vespa replica: “Silvio le riforme non le ha fatte. Ci ha provato, ma non le ha fatte”.
Al di là della polemica politica, o della questione ‘cos’è di destra, cos’è di sinistra’, però, si possono analizzare i fatti.
E ci sono almeno cinque misure economiche varate o annunciate dal governo di Matteo Renzi che ricordano provvedimenti o cavalli di battaglia degli esecutivi berlusconiani.
L’ultimo in ordine di tempo è l’annuncio del premier che il Ponte sullo Stretto di Messina “si farà ”.
Fu proprio il governo Berlusconi nel 2001 ad avviare l’iter legislativo per sbloccare l’opera. Si arrivò, nel 2005 anche all’assegnazione dell’appalto a una associazione temporanea di imprese capeggiata da Impregilo. L’iter fu poi bloccato dal governo di Romano Prodi e ripreso dal Cavaliere nel 2008. “E’ un’opera epocale — diceva l’allora premier — che si inserisce tra le prime sei più importanti del nostro impegno infrastrutturale”.
Il jobs act e l’abolizione dell’articolo 18.
Difficile dimenticare i tre milioni portati in piazza nel 2002 dall’allora segretario della Cgil, Sergio Cofferati, per bloccare la delega che rendeva la norma inapplicabile ai nuovi assunti. “Tuteliamo i lavoratori indifesi”, argomentava Berlusconi. Ma fu tale la tensione sociale che si creò attorno a quel provvedimento che il suo governo fu costretto alla resa e allo stralcio.
Bonus bebè.
La misura fu introdotta dal leader di Forza Italia con la legge Finanziaria che stabiliva un assegno di 1000 euro per ogni figlio nato o adottato nel 2005 e per ogni secondo o ulteriore figlio nel 2006. Un provvedimento simile è stato varato dal governo Renzi: si stabilisce un sussidio di 80 euro al mese alle famiglie che avranno un figlio tra il 2015 e il 2018.
Aumento della soglia del contante.
È una delle misure della legge di Stabilità di Matteo Renzi più contestate dalla minoranza del Pd perchè sospettata di favorire l’evasione. Ed è anche un cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi che, all’epoca del governo Monti, si era schierato a favore dell’abbassamento a 1000 euro con una serie di argomentazioni entrate a far parte della sua aneddotica più classica.
Un esempio? “Ho avuto proteste vibranti di chi vende cose di lusso come gioiellieri e antiquari perchè molte volte quando fai certi acquisti non vuoi che altri lo sappiano, per esempio la moglie o i colleghi”.
Abolizione della tassa sulla casa.
E’ probabilmente la misura economica su cui maggiormente Silvio Berlusconi ha messo la faccia. Nel 2008, quando tornò a palazzo Chigi dopo Romano Prodi, volle che l’abolizione della tassa sulla casa, allora si chiamava Ici, fosse varata dal primo consiglio dei ministri che si riunì a Napoli.
Tuttavia, quando nel 2011 dovette traslocare dal governo per fare posto a Mario Monti, anche il suo partito votò per la reintroduzione. Una delle sue frasi più celebri è: “Quand le bateau va, tuot va”. Tradotto: quando l’edilizia va, tutto va.
(da “Huffingtonpost”)
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