BERLUSCONI IN TV SCAMBIA SALVINI CON RENZI: LAPSUS FREUDIANO
CITA IL PREMIER COME UN “LEADER DEL CENTRODESTRA”
Silvio Berlusconi torna in tv, nel salotto di Bruno Vespa, e sfodera un lapsus che ha un che di freudiano: confonde Renzi e Salvini, e cita il sindaco di Firenze tra i leader dei partiti di centrodestra.
«Chiunque voglia venire con i tre partiti del centrodestra sarà il benvenuto. Meloni porterà la determinazione, io la creatività e Renzi la grinta».
Ha detto Silvio Berlusconi parlando a Porta a porta delle componenti attuali del centrodestra, ma confondendo il nome del leader della Lega, Matteo Salvini, con quello del premier, Matteo Renzi.
Quando Bruno Vespa glielo fa notare, Berlusconi sorride e spiega: «È tanto che manco dalla televisione, sono un pò in confusione…».
Matteo Renzi «non è certamente un uomo di sinistra, tanto è vero che gli uomini della sinistra italiana portano verso di lui un sentimento negativo in quanto si trovano un partito guidato da un vecchio democristiano, seppur giovane di età » ha poi proseguito Berlusconi a Porta a porta.
«Nel Patto del Nazareno c’era la modifica della Severino»
«Assolutamente sì». Così Silvio Berlusconi a Porta a porta spiega che uno dei motivi per cui Forza Italia si è sfilata dal Patto del Nazareno siglato con Matteo Renzi è stata la mancata modifica della legge Severino che, appunto, per Berlusconi «faceva parte del patto». Non ne faceva parte, invece, una grazia da parte del Quirinale: «No, no», spiega Berlusconi.
Il Cavaliere: «Voteremo a favore dell’abolizione della tassa sulla prima casa»
«Se dalle promesse – aggiunge Berlusconi – si arriva poi a delle proposte in Parlamento, non è detto che voteremo contro».
Del resto, ricorda, «Renzi sta copiando il nostro programma ma lo sta facendo male». E poi, «bisogna vedere se la sinistra in Parlamento lo seguirà ».
Il giudizio sulla legge di stabilità è però complessivamente negativo, perchè «Renzi ha annunciato di voler abrogare la tassa sulla casa ma lo fa senza tagliare la spesa pubblica e aumentando il debito, così scarica sulle spalle di chi verrà dopo il costo».
(da “il Secolo XIX“)
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