BERLUSCONI TEME PM E SONDAGGI
“I MAGISTRATI VOGLIONO UCCIDERMI”…. LE RILEVAZIONI LO DANNO PERDENTE ANCHE SE SI ALLEASSE AL TERZO POLO
Nel giorno della fiducia, con i sondaggi a picco, Berlusconi sa che la tempesta non è finita.
Anzi, la tempesta perfetta potrebbe arrivare nei prossimi 15 giorni.
Il Cavaliere rimane chiuso a Palazzo Grazioli, assente dalla scena pubblica. Pensa solo ai guai giudiziari, al fango che gli sta piovendo addosso, le intercettazioni esplicite sulle sue prestazioni sessuali, le confidenze piccanti con Tarantini.
Proprio quel Tarantini che insieme a Lavitola lo avrebbe ricattato, spillandogli soldi.
Martedì prossimo i magistrati di Napoli andranno a sentire il premier a Palazzo Chigi come parte offesa.
Ma per lui è chiaro che la musica dei pm non è suonata in sua difesa. «Vogliono uccidermi per le mie scopate. Vogliono delegittimare il governo, la mia persona in un momento così delicato per il Paese. È una vergogna pubblicare sui giornali conversazioni private. E nella maggioranza chi vuole fare altro ci metta la faccia, se ha il coraggio…».
Berlusconi non è andato al Senato per la fiducia e non andrà nemmeno alla Camera nei prossimi giorni.
Deve prepararsi a rispondere, senza la presenza dei suoi avvocati, alle domande degli insidiosi magistrati napoletani (ieri pomeriggio ha ricevuto anche il senatore argentino, Esteban Caselli, il cui nome era saltato fuori in una telefonata tra lo stesso Berlusconi e Lavitola).
Martedì prossimo tutto ciò potrebbe avvenire mentre i giornali spiattellano conversazioni telefoniche in cui il premier italiano esprime apprezzamenti poco lusinghieri su alcuni suoi colleghi europei.
Sono questi i timori che serpeggiano nella maggioranza, il panico che prende alla gola ministri e capigruppo. Ed è solo una parte del problema.
La via crucis infatti proseguirà mercoledì 13 settembre quando arriverà il voto in Giunta su Marco Milanese, ex braccio destro del ministro Tremonti.
Un voto palese al quale farà seguito la settimana successiva quello a scrutinio segreto nell’aula della Camera.
Dicono che la sorte di Milanese (il carcere) sia segnata e che le truppe fedeli a Maroni abbiano già pronto il pollice verso. «Quanto potrà resiste Tremonti al suo posto?», dicono i tanti nemici del ministro dell’Economia.
In questo lasso di tempo la manovra troverà sui mercati il suo banco di prova.
Il punto di rottura sarebbe proprio questo: che tutto quello che è stato fatto non serva a fermare la speculazione, a evitare il crollo di Piazza Affari, a scongiurare il declassamento da parte delle agenzie di rating, ad accorciare lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi.
Ecco, la tempesta perfetta che teme Berlusconi.
A quel punto la Lega non potrebbe più reggere la botta e le tensioni al suo interno, con Maroni in movimento per il dopo Berlusconi, esploderebbero.
E’ la tenuta del Carroccio che teme il segretario del Pdl Alfano, più che i movimenti dentro la maggioranza.
Si vocifera però di riunioni segrete, ipotesi di documenti di gruppi della maggioranza. Il deputato calabrese Pittelli dal Pdl è passato al gruppo misto. I sudisti di Miccichè sempre più lontani, argini che nella galassia meridionale si rompono con il passaggio all’opposizione dell’Mpa.
C’è la paura del baratro se Berlusconi non farà un passo indietro per un esecutivo di larghe intese, come gli suggerisce Pisanu. Mentre Cazzola consiglia di «saper lasciare al momento giusto».
In molti si preparano all’apocalisse. C’è chi spera, e chi ne è sicuro, che di fronte alla tempesta perfetta sarà Napolitano a dire al Cavaliere, «nonostante tutto quello che è stato fatto, l’Italia sta affondando: evidentemente il problema è la credibilità del governo, il problema è lei…».
Il Cavaliere si illude di poter resistere.
Ma è proprio dentro la sua maggioranza che cresce la consapevolezza di una fase politica nazionale finita, gravata da una eccezionale crisi internazionale.
Il premier potrebbe dire, «allora elezioni anticipate», facendo paura ai parlamentari che non vogliono andare a casa.
Ma lo stesso Berlusconi sa che perderebbe rovinosamente.
Gli ultimi sondaggi sono disastrosi, 12 punti in meno sul 2008.
Col tandem Pdl-Lega testa a testa con la sinistra pure se si alleasse con Casini e il terzo Polo.
Amedeo La Mattina
(da “La Stampa“)
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