BILANCI DEI PARTITI, IL BUCO NERO: PERDITE PER 60 MILIONI DI EURO
LA POLITICA COSTA E I CONTRIBUTI PRIVATI RIESCONO SOLO IN PARTE A COPRIRE IL DEFICIT
Si fa presto a dire «taglieremo i costi della politica».
Poi uno legge i conti 2013 dei partiti e si rende conto che nel migliore dei casi siamo ancora nel regno fatato delle buone intenzioni.
L’anno scorso il sistema ha accumulato una perdita di oltre 60 milioni di euro. La metà circa di questa somma viene dal buco della Berlusconi spa.
Pdl e Forza Italia, sommate insieme, hanno chiuso il 2013 con un deficit di 33 milioni di euro.
Anche il Pd naviga a vista: le perdite sono aumentate dai 7 milioni del 2012 ai 10,8 milioni dell’anno scorso.
E a ben guardare anche la Lega Nord rischia grosso.
Nel 2013 il movimento guidato da Matteo Salvini ha incassato 12 milioni e ne ha persi 14, cioè 4 milioni in più rispetto all’anno prima.
Tra tutti i gruppi presenti in Parlamento, soltanto Sel galleggia aggrappata a un profitto striminzito, 145 mila euro.
Magra consolazione per Nichi Vendola, perchè al bilancio in utile corrisponde un partito che si sfarina.
I partiti perderanno (altri) 45 milioni
La norma che taglia i rimborsi elettorali contiene una svista che ridurrà di un ulteriore terzo il denaro che sarà erogato nel prossimo triennio.
Solo fra Pd e Forza Italia, i partiti più colpiti, si prevedono minori entrate per circa 15 milioni
Il panorama complessivo, tra deficit e debiti, resta comunque desolante.
La politica costa, mentre per effetto delle nuove norme sul finanziamento pubblico si va esaurendo il fiume dei rimborsi elettorali, pagati dalle tasse dei cittadini. L’alternativa sarebbero i contributi privati, quelli dei militanti, che però, almeno finora, sono riusciti a coprire solo in parte il deficit prodotto dal calo dei sussidi di Stato, destinati a cessare del tutto nel 2017.
ROSSO PD
Per tamponare le perdite il Pd ha battuto cassa dai suoi parlamentari, che nel nel 2013 hanno versato 5,4 milioni contro i 4,8 milioni del 2012. Risultano più che raddoppiate anche le entrate alla voce “contributi da persone fisiche”, passate da 3,4 a 7,1 milioni. Insomma, l’appello dei vertici del partito non è del tutto caduto nel vuoto, anche grazie alla mobilitazione delle strutture locali.
Il bilancio però resta in bilico, anche perchè nel frattempo sono letteralmente crollati i rimborsi elettorali, passati nell’arco di due anni dai 58 milioni del 2011 ai 24,7 incassati nel 2013. C’è poco da sorprendersi, allora, se il patrimonio netto dell’azienda Pd, per effetto delle perdite, si è ridotto a soli 5 milioni di euro, contro i 15 milioni del 2012 e i 23 milioni dell’anno precedente.
LEGHISTI IN FUGA
L’esercito dei lumbard, invece, l’anno scorso, ha addirittura dimezzato l’obolo a sostegno del movimento fondato da Umberto Bossi. Nel bilancio 2013 la voce “contribuzioni da persone fisiche” non va oltre 3,8 milioni contro i 6,8 milioni del 2012.
In effetti, dopo il caso Belsito, con i soldi della Lega Nord utilizzati per pagare la laurea albanese di Bossi junior (il Trota) o dilapidati in altre iniziative discutibili, non è una sorpresa che molti leghisti abbiano preferito tagliare i fondi al partito.
Resta da vedere se il nuovo segretario Matteo Salvini riuscirà nell’impresa di convincere la base a metter mano al portafoglio.
Nel frattempo si scopre che nel 2013 la Lega Nord ha dovuto far fronte a costi per 3,1 milioni alla voce “spese legali”.
Come dire che oltre un quarto delle entrate complessive del partito (12,4 milioni) è stato usato per pagare gli avvocati.
Questi oneri, si legge nel bilancio, sarebbero dovuti a “emolumenti e altri gravami afferenti anche a contenziosi con consulenti legali”.
ONOREVOLI SPONSOR
Conti in pareggio, o quasi, per Scelta Civica, il partito nato nel nome del rigore economico e del suo profeta, Mario Monti.
Il bilancio del 2013 si è chiuso in perdita, ma di poco, solo 106 mila euro. In compenso, dopo il disastroso risultato elettorale delle Europee di maggio, il partito è quasi scomparso. Scomparso fino a un certo punto, perchè i soldi continuano a viaggiare. Ad agosto Scelta Civica prevede di incassare una rata da 2 milioni dei rimborsi elettorali per le Politiche del 2013.
Nel frattempo, per far quadrare i conti, il partito fondato da Monti ha chiesto un prestito a Unicredit. Poi ci sono i contributi privati.
Nell’elenco dei finanziatori spiccano un paio di nomi, entrambi parlamentari. Ilaria Borletti Buitoni, che è anche sottosegretario ai Beni Culturali, ha staccato un assegno da 711 mila euro. Una somma che da sola vale un quarto della raccolta complessiva del partito, pari a circa 3 milioni. Altri 113 mila euro sono arrivati dall’avvocato Andrea Mazziotti, pure lui deputato. Monti invece si è fermato a 9 mila euro.
MENOMALE CHE SILVIO C’E
Forza Italia è un caso a parte. Lì c’è un uomo solo al comando che finora ha pagato per tutti, o quasi. Si chiama Silvio Berlusconi ed è grazie alle sue fideiussioni bancarie che il partito non si è inabissato, travolto da un disavanzo patrimoniale, cioè il deficit accumulato di anno in anno, che nel 2013 ha superato di slancio gli 83 milioni.
E pensare che Forza Italia è tornata in attività da meno di un anno, dopo che nel 2009 aveva lasciato il posto al Popolo della libertà .
Nella sua breve vita il Pdl è riuscito comunque a scavare un buco profondissimo.
Le perdite 2013 ammontano a oltre 14 milioni, che si sommano ai 3,7 milioni del disavanzo 2012.
Numeri come questi raccontano di una vera Caporetto contabile, a cui i vertici di Forza Italia cercano di dare meno pubblicità possibile.
Tutti i partiti hanno pubblicato il bilancio sul loro sito.
Tutti salvo Forza Italia, che ha fin qui diffuso solo un breve comunicato riassuntivo con un paio di cifre del tutto generiche. Neanche l’ombra di un rendiconto.
E la trasparenza? Sarà per un’altra volta.
Forse
Vittorio Malagutti
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