BOSSI: “ALLA LUNGA LE CONTRADDIZIONI DI SALVINI EMERGONO”
“L’ALLEANZA CON MARINE LE PEN MOTIVATA SOLO DAL CERCARE DI PRENDERE VOTI”… “SONO CONTRARIO ALL’IMMIGRAZIONE INCONTROLLATA, MA NON SIGNIFICA CHE TUTTI GLI ISLAMICI SONO BASTARDI”
“Chi confonde i terroristi con la maggior parte dei musulmani è uno stronzo”. Ancora: “Mai il Front National avrebbe potuto usare l’espressione ‘bastardi islamici’”. Sembrava impossibile, ma agli esponenti del partito di Marine Le Pen i toni duri e le generalizzazioni usate dalla Lega Nord prima e dopo la strage di Parigi contro gli islamici, non piacciono proprio.
A cominciare dalle dichiarazioni di Matteo Salvini e Gianluca Pini. Lo ha detto chiaro e tondo, a Martina Castigliani, Wallerand de Saint-Juste, capolista del Fn alle prossime elezioni nella regione parigina: “Abbiamo una responsabilità e non possiamo pronunciare quelle parole, nemmeno di fronte a degli assassini”.
Comunque, ha aggiunto, “siamo due partiti diversi e ognuno fa la sua campagna nel suo Paese”. Un attacco e una presa di distanze trascurati dai vertici del Carroccio, ma che non sono passati inosservati agli occhi di Umberto Bossi.
Onorevole, cosa ne pensa della parole di Wallerand de Saint-Juste?
Ha ragione quando dice che siamo due partiti diversi e che viviamo in due realtà diverse.
Un titolo come quello di Libero, “bastardi islamici”, lo avrebbe mai pubblicato?
No. Sono contrario all’immigrazione incondizionata, ma questo, come ho già detto, non significa che tutti gli islamici siano dei bastardi.
Torniamo al rapporto fra il Carroccio e il Front National. L’idillio si è già rotto?
Quella di sposare la posizione di Marine Le Pen è stata una decisione presa da Salvini durante la campagna per le elezioni Europee 2014 per raccogliere il maggior numero di voti possibili. E per portare più parlamentari leghisti in Europa. Ma si sapeva che sarebbe stata una scelta momentanea e non duratura.
Sta forse criticando il suo segretario?
Salvini ha fissato un obiettivo e lo ha raggiunto, ma alla lunga le contraddizioni emergono.
Giorgio Velardi
(da “il Fatto Quotidiano”)
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