CALVANI, IL FORCONE IN JAGUAR: “NON POSSO ANDARE DAI GIUDICI A TORINO, NON HO I SOLDI DEL TRENO”
IL LEADER DEL MOVIMENTO CHIAMATO A TESTIMONIARE SUI DISORDINI IN PIEMONTE: “NON ME LO POSSO PERMETTERE”
«Non posso venire a Torino, non ho soldi per pagare il viaggio». E’ la giustificazione che Danilo Calvani, il leader dei forconi, diventato noto alle cronache italiane per aver viaggiato nella Jaguar del suo amico che gli fa da autista, ha dato ai sostituti procuratori Andrea Padalino e Antonio Rinaudo che giovedì 19 dicembre alle 14 lo aspettavano in procura per ascoltarlo.
Calvani non è indagato.
Il capo dei manifestanti del Movimento 9 dicembre doveva essere sentito come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta che i due magistrati hanno aperto sui disordini avvenuti la scorsa settimana a Torino. Ma non si è presentato.
Ai pm ha fatto arrivare un fax, da parte di un legale di Latina, l’avvocato Alessandro Saieva, con scritto: «Devo precisare che le difficoltà economiche del predetto impediscono di fatto di affrontare le spese del viaggio da Latina a Torino». Calvani però, precisa sempre il suo legale, «è disponibile ad affrontare il viaggio con mezzi della pubblica autorità ».
TRASPORTO«COATTIVO»?
Ovvero, se glielo paga lo Stato.
Un biglietto notturno di sola andata da Latina a Torino costa 53 euro. Uno in alta velocità costa circa 100 euro.
Preso atto che Calvani non verrà a farsi sentire, i pm Rinaudo e Padalino potrebbero nelle prossime ore decidere — come rientra nelle loro facoltà — di procedere «coattivamente».
Potrebbero mandare la polizia giudiziaria a prenderlo e trasportarlo nel capoluogo piemontese. Antonio Rinaudo, quando il legale di Calvani lo ha chiamato per confermargli che non sarebbe venuto, gli avrebbe risposto, forse pensando all’immagine di lui sulla Jaguar: «Ma se non può venire con i suoi mezzi, perchè non si fa accompagnare da qualcuno?».
«LA JAGUAR È DI UN MIO AMICO»
«Ho detto alla procura che l’interrogatorio si può fare anche a Latina» ribatte Calvani ai giornalisti che lo hanno contattato al telefono.
A chi gli chiede se davvero cento euro di viaggio siano davvero insostenibili, risponde: «Ma come, mica posso andare a tornare. E l’autostrada, e la benzina, vai e torna sono almeno 300 euro. Perchè vai, guida… non è che posso andà e poi mi ammazzo… devo pure fermarmi a dormire no?».
Sul suo stato di “indigenza”, Calvani precisa: «Lavoro nell’azienda agricola, ma qui siamo al disastro ormai. E la Jaguar non è mia ma di un mio amico io non ho niente». «La lotta la continueremo — ribadisce — e stiamo collaborando con la procura. Il problema è che chi ha fatto questi danni a Torino lo scorso 9 dicembre durante gli scontri, con noi non c’entra niente. Anche noi vogliamo capire chi sono i responsabili di questa violenza che non ci appartiene».
APERTA UN’INCHIESTA SUGLI SCONTRI
I pm Rinaudo e Padalino hanno aperto un’inchiesta sugli scontri e sui disordini avvenuti a Torino durante la scorsa settimana.
I reati ipotizzati sono violenza privata, danneggiamento, interruzione di pubblico servizio, estorsione e resistenza a pubblico ufficiale.
Le persone che erano state fermate sono sei, ma i denunciati ammontano a un centinaio.
In particolare, i pm indagano sugli scontri avvenuti lunedì 9 dicembre davanti al Palazzo della Regione in piazza Castello.
Per due ore alcuni manifestanti, insieme a circa 400 ultrà , avevano lanciato bottiglie, bombe carta e bastoni contro le forze dell’ordine che presidiavano l’edificio. Alla fine feriti erano stati quattro.
(da “il Corriere della Sera”)
Leave a Reply