CAMBIA L’ISEE: SERVIZI PIU’ EQUI E CACCIA AI FURBI, SVOLTA SUGLI AIUTI ALLE FAMIGLIE
NEL NUOVO CALCOLO DEI REDDITI ISEE PESERANNO IMU E INDENNITA’ SOCIALI
L’Isee cambia.
Dopo ben 14 anni dalla sua ideazione, l’Indicatore della situazione economica equivalente si trasforma.
Nel calcolo di reddito e patrimonio, nei controlli per scovare chi bara, nelle nuove franchigie.
Con l’obiettivo di razionalizzare la spesa sociale, togliendo i vantaggi a chi non ne ha bisogno. E restituire allo strumento il suo scopo: fotografare le condizioni reali delle famiglie e aiutare quelle più in difficoltà .
Con le nuove norme, però, il valore dell’Isee 2013, in media, salirà .
Ma il rischio di tagliare fuori migliaia di persone dalle agevolazioni sociali – assicurano dal ministero del Welfare – sarà scongiurato da appositi meccanismi di equità .
Nel 2010, ultimi dati disponibili, sono state presentate 7,4 milioni di dichiarazioni Isee (il 45% in tre sole Regioni: Campania, Sicilia, Puglia), corrispondenti a 18,5 milioni di italiani, il 30% dell’intera popolazione.
Numeri importanti e in crescita.
IMU, beni all’estero, i Btp con un tetto allo “spread”, i premi di produttività .
Ma anche bonus, detrazioni, sconti.
Il nuovo Isee dell’era Monti, introdotto con il Salva-Italia e ora pronto per l’esame parlamentare, rivoluziona il modo di fotografare la situazione economica delle famiglie, perchè sia più vero e verificabile.
Se da una parte, dunque, si introducono nuove componenti nel calcolo, dall’altro nasce anche un Isee “solidale” per chi perde il lavoro.
Accanto a misure specifiche per i disabili.
IL CALCOLO ATTUALE
L’Isee è l’unico indicatore in grado di misurare la ricchezza (o povertà ) delle famiglie italiane. E consentire a chi è sotto una determinata soglia di chiedere prestazioni e servizi, sociali e assistenziali, agevolati, erogati da Stato, Comuni, Regioni, università o altri enti. Come assegni, sconti, aiuti per asili nido, mense, libri, tasse universitarie, borse di studio, assistenza a domicilio, bollette di luce e gas.
L’Isee si ottiene sommando i redditi di tutti i componenti della famiglia al 20% del loro patrimonio e dividendo quanto ottenuto per i parametri di equivalenza (esemplificativi del numero di figli, della presenza o meno di disabilità o altri disagi).
COSA CAMBIA NEL REDDITO
Nella parte reddituale del calcolo, per la prima volta ai redditi Irpef si sommeranno anche i redditi esenti, le entrate tassate in altro modo.
Come la cedolare sugli affitti, i premi di produttività . Ma anche l’indennità di accompagnamento, scelta che ha fatto discutere.
Non anche la social card e i voucher, come sembrava in un primo tempo.
Un reddito così lievitato sarà però compensato da alcune detrazioni (quasi tutte con un limite massimo).
Si sottraggono gli assegni al coniuge e ai figli, le spese per i disabili, il 20% del reddito da lavoro dipendente o della pensione.
E poi anche una quota degli affitti e una franchigia sull’abitazione di proprietà .
Gli interessi maturati sugli investimenti finanziari avranno un tetto: finora erano parametrati al rendimento del Btp a 10 anni, ma senza alcun vincolo. Impossibile ora, visti gli “spread”, costantemente al rialzo.
COSA CAMBIA NEL PATRIMONIO
La prima casa, dove si abita, sarà rivalutata ai fini Imu. E quindi entrerà nei calcoli patrimoniali con il 60% in più. Un vera mazzata.
Benchè il nuovo Isee considererà solo il 75% di questo valore immobiliare rivalutato, a cui sottrarre l’eventuale mutuo residuo, ancora da pagare.
Al mattone si aggiungerà poi anche il patrimonio estero e quello mobiliare, come ora: titoli di Stato, conti corrente, partecipazioni societari. Una franchigia, anche qui, attenuerà il “colpo”.
L’ISEE “SOLIDALE”
Chi ha perso il lavoro e vuole presentare l’Isee per usufruire di servizi agevolati può chiedere a Caf, Inps, sportello Comunale, un Isee “corrente”.
Ovvero che si tenga conto nel calcolo, non delle condizioni di reddito certificate (e dunque risalenti a due anni prima), ma dei dati attuali relativi, ad esempio, alla cassa integrazione.
Per i disabili, l’Isee diventa “intelligente” e distinguerà tra disabilità media, grave e non autosufficienza.
Negli ultimi due casi, si potranno dedurre buona parte delle spese.
Valentina Conte
(da “la Repubblica“)
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