CANDIDATI PER AVERE I PERMESSI: LA POLIZIA AVVIA INDAGINE INTERNA SULLA “BANDA DELL’ASPETTATIVA”
A CARBONE, COMUNE IN PROVINCIA DI POTENZA, UN GRUPPO DI POLIZIOTTI IN SERVIZIO AL REPARTO MOBILE DI REGGIO CALABRIA SI ERA CANDIDATO PER GODERE DI UN MESE DI ASPETTATIVA ELETTORALE
Un’inchiesta interna sui poliziotti candidati soltanto per ottenere l’aspettativa. Obiettivo: verificare se sono state violate norme deontologiche.
La Polizia si muove dopo la denuncia di Repubblica del caso di Carbone, piccolo comune della provincia di Potenza, dove un gruppo di poliziotti in servizio al reparto mobile di Reggio Calabria si era candidato per governarla.
E, non avendo praticamente avversari, sono stati eletti.
Peccato però che nè candidato sindaco nè i consiglieri erano mai stati una volta nel centro alle porte del parco del Pollino. Tanto che, il giorno dopo le elezioni, si sono immediatamente dimessi.
Perchè allora la candidatura? Per godere, probabilmente, dell’aspettativa elettorale di 30 giorni che, per legge, spetta a chi si candida.
Repubblica ha ricostruito come lo stesso gruppo di persone si candidi praticamente ogni anno in centri diversi, applicando sempre lo stesso sistema. A farli scoprire, questa volta, però il fatto che sono stati addirittura eletti.
La vicenda – seppur si muova, sulla carta, nell’ambito della legge – ha molto indispettito i vertici della Polizia che hanno ritenuto assolutamente amorale, se fosse confermato, e fuori dalla deontologia l’atteggiamento. Per questo sono stati immediatamente avviati degli accertamenti per verificare se sono stati violati i codici deontologici interni alla Polizia.
Il caso è finito anche in Parlamento con il segretario di Leu, Nicola Fratoianni. “Quanto hanno denunciato Repubblica e Striscia la notizia ha dell’incredibile. Mentre ci sono decine di migliaia di rappresentanti delle forze dell’ordine – spiega – che quotidianamente svolgono con serietà i propri compiti nell’interesse della collettività , bastano pochi furbetti per disonorare il loro impegno. Poichè è da anni, mi pare di capire, che questo giochetto funziona ora mi aspetto che il Viminale – conclude Fratoianni – prenda severi provvedimenti nei confronti di questi figuri, che c’entrano davvero poco con la polizia di Stato”.
(da agenzie)
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