CHI HA LO STATUS DI PROFUGO?
COSA DICE LA NORMATIVA VIGENTE, QUANTI MIGRANTI SONO GIA’ ARRIVATI IN ITALIA, COSA PREVEDE L’ACCORDO CON LA TUNISIA, DOVE VERRANNO SISTEMATI I LIBICI, COME STA FUNZIONANDO L’ORGANIZZAZIONE….LE TANTE RISPOSTE ALLE DOMANDE CHE SI PONE IL CITTADINO ITALIANO
Chi ha lo status di profugo?
Negli ultimi giorni sono sbarcati 1500 migranti: il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha dichiarato che sono profughi e non migranti. Perchè?
Quando si parla di profughi si intende chi si è allontanato dal Paese di origine per le persecuzioni o per una guerra, ma è un’indicazione generica.
Dal punto di vista giuridico si usa più propriamente la parola rifugiati: sono coloro che hanno ricevuto dalla legge dello Stato che lo ospita o dalle convenzioni internazionali lo status di rifugiato e la relativa protezione, ovvero l’asilo politico.
Come si fa ad essere sicuri che tra i profughi non si mescolino dei clandestini?
E’ impossibile esserne sicuri. «Save the Children» ricorda che molti profughi provenienti dalla Libia, originari dei Paesi del Corno d’Africa, sono ai confini della Tunisia, nei campi di accoglienza.
Ma è altrettanto vero che molti tunisini possono mescolarsi ai profughi, arrivare sulle stesse imbarcazioni e sfuggire ai controlli per l’identificazione, una volta in Italia.
Da qualche giorno, infatti, sembra essersi rotta definitivamente la tregua degli sbarchi di immigrati a Lampedusa.
Proseguono gli arrivi di tunisini che, invece, vengono considerati migranti economici e, dunque, non rientrano fra coloro che hanno diritto alla protezione prevista dall’Italia e comunque dallo status di rifugiato.
Che cosa prevede l’accordo sottoscritto con la Tunisia il 5 aprile?
Il rimpatrio per i migranti arrivati dopo quella data, ma anche per altri 800, giunti prima che fosse siglata l’intesa, numero raggiunto nei giorni scorsi. Prevede, poi, un’azione preventiva di cui Maroni non ha precisato i dettagli, se non promettendo che si sarebbero «chiusi i rubinetti» degli arrivi e che si sarebbe realizzato un rafforzamento della collaborazione tra forze di polizia.
Qual è il bilancio degli arrivi finora?
I migranti giunti in Italia sono 33 mila dall’inizio dell’anno, secondo i dati forniti dall’agenzia europea Frontex.
Una trentina ha pensato a una soluzione diversa dalle previsioni: il ritorno volontario in patria. L’Oim, l’organizzazione Internazionale per le migrazioni, ha annunciato, che sta sostenendo i primi casi di ritorno volontario di nordafricani già in possesso di permesso di soggiorno temporaneo.
La procedura, finanziata con fondi europei, è gestita dal ministero dell’Interno e si avvale del programma «Partir» messo a punto dall’Oim, che in due anni ha permesso il ritorno volontario di oltre 400 migranti, che hanno ottenuto un biglietto aereo e 200 euro.
L’Italia chiede da mesi maggiore solidarietà e aiuto da parte dell’Ue. Che cosa farà l’Unione?
Al Consiglio d’Europa di giovedì si parlerà del rafforzamento dei controlli sui confini del Frontex. Sono le richieste italiane, e il governo spera adesso alcune aperture dopo l’irrigidimento iniziale.
Nel frattempo è in corso l’accoglienza dei profughi nelle strutture italiane. Come procede?
Con molte difficoltà . Le regioni dovranno trovare 10mila posti per accogliere gli immigrati e, per questo motivo, verrà ripartito dal commissario straordinario per l’emergenza, nonchè capo della Protezione civile umanitaria, Franco Gabrielli, un primo stanziamento di 5 milioni di euro.
Nonostante ciò, molte Regioni protestano.
In Lombardia, per esempio, dove il sindaco di Lodi ha denunciato confusione nell’assegnazione dei profughi del Nord Africa ai singoli Comuni. E ha chiesto di attenersi agli accordi Stato-Enti Locali di inizio aprile.
Che cosa prevedono questi accordi?
Piccoli insediamenti di immigrati distribuiti in tutta Italia, no alle tendopoli, coinvolgimento in prima battuta della Protezione Civile, insieme con le Regioni e gli enti locali, concessione dell’articolo 20, ovvero del permesso temporaneo di soggiorno.
E soprattutto si sottolineava che vi sarebbe stata una divisione equa dei profughi sul territorio e un’organizzazione delle risorse.
Ed invece?
C’è stata molta disorganizzazione.
Il sindaco di Lodi racconta di come si pensi di risolvere il problema pagando l’albergo ai profughi per 10 giorni, lasciandoli poi in carico ai Comuni, senza che si assegnino loro risorse adeguate.
A Gallarate 48 rifugiati hanno trascorso la notte sui furgoni della Protezione civile. Sono originari della Libia, tutti richiedenti asilo, ma Gallarate li ha mandati via, sostenendo di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale del loro arrivo.
Flavia Amabile
(da “La Stampa“)
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