CHIARA APPENDINO, LA LEADER GRILLINA DI DOMANI: “UN’INTESA TRA 5 STELLE E CENTROSINISTRA? SPERO CHE SU BATTAGLIE PROGRESSISTE COME IL SALARIO MINIMO O SUI DIRITTI SI RIESCA A FAR FRONTE COMUNE”
“VOTAVO A SINISTRA PRIMA DEL MOVIMENTO MA SIAMO ONESTE: IN UN PARTITO TRADIZIONALE UNA RAGAZZA GIOVANE CHE NON AVEVA MAI FATTO POLITICA TERRITORIALE NON AVREBBE MAI POTUTO FARE LA CARRIERA CHE HO FATTO”
«Ancora fino all’ultimo anno di università quando dovevo parlare davanti a 10 persone svenivo; s’immagini il mio livello di timidezza».
«Da piccola amavo il tennis e questo non è cambiato, anzi: questo sport mi ha seguita nelle varie fasi della vita. Giocando a tennis ho conosciuto la persona che poi è diventata mio marito; ho portato a Torino un grande evento di racchette e adesso sono vice presidente della Federazione Italiana tennis».
Cos’ha imparato da questo sport?
«Essendo molto competitiva con me stessa, l’”uno a uno” per me è sempre stato estremamente stimolante. Mi ha insegnato a “tenere il campo” anche da un punto di vista psicologico, tutt’altro che banale».
La definivano secchiona.
«Eh sì. Alla maturità ho sbagliato il tema e questo ha fatto sì che mi diplomassi con 98/100; ho pianto per mesi. Se ci penso adesso, mi fa tenerezza la bambina che sono stata».
Onorevole, ha citato suo marito Marco Lavatelli: che coppia siete?
«Solida direi, visto che ci siamo conosciuti quando avevo solo 17 anni e lui 20. Era un maestro al campo di tennis dove facevo estate ragazzi».
Si è innamorata del maestro?
«Sì, ma non è successo subito perché quell’estate sono partita per un semestre in Germania, dove peraltro mi sono presa una gran cotta per un ragazzo tedesco; continuavo però a sentirmi con Marco. E infatti…».
Cosa vi tiene uniti?
«Siamo molto diversi e la sua razionalità aiuta a spegnere i miei incendi emotivi. Alla base di un rapporto stabile però, credo ci sia sempre la condivisione di un progetto che va al di là del sentimento».
Si ricorda il suo primo bacio?
«Con Marco?»
E’ stato il primo?
«No, il primo è stato con un amico su una spiaggia dell’isola d’Elba. Si chiamava Marco anche lui, e ricordo molto bene quel bacio. Mi lasci dire, però, che ricordo ancora meglio il primo bacio tra me e mio marito. Era il 7 marzo del 2002, avevo 17 anni ed era tutto perfetto».
Tornando alla politica: c’è qualcosa che si rimprovera?
«Ogni sera mi chiedo come avrei potuto fare meglio, e lo facevo anche durante il mandato da sindaca. Quando abbiamo vinto nel 2016 il Movimento non era certo quello di oggi; non aveva una classe dirigente pronta e io e Virginia Raggi ci siamo ritrovate a essere la prima linea di “governo”».
È riuscita a fare pace con se stessa rispetto alla tragedia di piazza San Carlo?
«Me la porterò dentro per sempre. Non può che essere così. Confesso che durante il mandato ci sono stati momenti in cui mi sono sentita sola, ma non rimpiango quei 5 anni meravigliosi. Oggi con Giuseppe Conte stiamo facendo un percorso di nuova identità passando anche da momenti complessi come la scissione con Luigi Di Maio. Un tema mi è particolarmente caro: l’astensionismo. Che riguarda tutti, non solo i 5 Stelle».
C’è spazio per un’intesa tra 5 Stelle e centrosinistra?
«Spero che su battaglie progressiste come il salario minimo o sui diritti, con tutto quello che sta succedendo in Italia, si riesca a far fronte comune. Mi lasci dire però che non sono entrata in politica “contro qualcuno” e mi sono avvicinata al Movimento perché c’erano dei temi —l’ambiente, la questione dei giovani e delle donne — che secondo me i partiti tradizionali non rappresentavano. Io stessa votavo a sinistra prima del Movimento ma siamo oneste: in un partito tradizionale una ragazza giovane che non aveva mai fatto politica territoriale non avrebbe mai potuto fare la carriera che ho fatto io».
(da Il Corriere della Sera)
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