COFFERATI: “TOCCAVA ALLA PAITA DARE L’ALLERTA”
“PARTITO ORMAI ARROGANTE, INCREDIBILE L’INTERVENTO DI BAGNASCO”… “IN LIGURIA NON CI SARA’ MAGGIORANZA PER GOVERNARE”
Cofferati Il leader della Cgil ai tempi del Circo Massimo è stato il rivale sconfitto da Paita in un’elezione opaca, con contestazione di brogli e garanti in campo
In seguito a quella vicenda lasciò il Pd
“Ormai il Pd è al di là del bene e del male».
Sergio Cofferati da quando è arrivata la notizia dell’indagine su Raffaella Paita ha parlato con pochissime persone. Chi lo ha sentito sa però che le sue affermazioni sono molto dure, in queste ore.
Quando fu sconfitto da Paita denunciò brogli, che poi sono stati in buona misura confermati anche dal Collegio dei garanti del partito. Quindi Cofferati è uscito dal Pd: qualcosa che – per un ex capo della Cgil – appariva oltre l’inaudito.
«Era evidente che la magistratura intervenisse – dice adesso – e indagasse l’allora assessore. Vi rendete conto che c’è stato un morto, e una catena molto discutibile di intervento?».
La difesa di Paita è che non tocca all’assessore, dal punto di vista normativo, dare l’allerta, ma al dirigente della protezione civile.
Cofferati la smonta. «Innanzitutto non è vero. Ma facciamo come se fosse vero: resta il fatto che, dopo un’indagine del genere, bisognerebbe almeno prendere atto delle enormi responsabilità politiche. Paita ha preso provvedimenti contro questi dirigenti? No. Li hanno licenziati in tronco, subito, il giorno dopo? No».
Il discorso che va facendo l’ex segretario generale della Cgil si allarga.
«Era uno dei temi che sostenni molto in campagna elettorale. Non mi piace fare il La Malfa, quello che dice “io l’avevo detto”, ma Burlando e Paita non hanno usato i finanziamenti europei per mettere in sicurezza il Bisagno e il Fereggiano, non hanno predisposto le azioni di intervento per contenerli. Poi è chiaro che le esondazioni non dipendono certo da loro, ci mancherebbe. Ma i mancati interventi politici sì».
In Liguria la situazione è complicata, ora, per il Pd.
«La gente non sopporta più l’arroganza di questo Pd», sostiene Cofferati. «Io ci ho messo la faccia perchè pensavo fosse giusto, e pensavo che l’autoriforma di certi comportamenti, molto diffusi dentro il partito, arrivasse dalla politica, perchè la politica arrivasse prima della magistratura».
Ma, ha raccontato Cofferati a chi lo ha sentito, «era inevitabile l’indagine della magistratura, esattamente come era successo a Marta Vincenzi; semmai l’unica cosa che sorprendeva era che non fosse ancora giunto, questo avviso di garanzia».
Cofferati giudica «incredibile» l’intervento della Curia: «Ma in quale paese il Cardinale, capo dei vescovi, interviene criticando la magistratura?».
Cosa succederà adesso? La sinistra, che poteva approfittarne, è totalmente spaccata. Il M5S a percentuali altissime, ma inutili. Qui rischia di vincere Toti, il che è absurdum. «Credo ne sia terrorizzato lui stesso», è la battuta di Cofferati che ci viene riferita.
«La verità è che a oggi, comunque vada, le elezioni non andranno a finire bene. Non c’è un’ipotesi credibile di governo, nessuno avrà la maggioranza per guidare una regione che va assolutamente rilanciata».
Jacopo Iacoboni
(da “La Stampa”)
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