COLPIRANNO SOLO I DIPENDENTI: VI SVELIAMO IL BLUFF DI CALDEROLI SUI TAGLI AGLI STIPENDI DEI DEPUTATI
I MANCATI RINNOVI DEI CONTRATTI INCIDERANNO PER 60 EURO MENSILI IN BUSTA PAGA, IL TAGLIO DEI PREMI DI PRODUTTIVITA’ 30 EURO, ANCHE NEL SETTORE PRIVATO… IL 5% IN MENO AI PARLAMENTARI SARA’ SOLO SULLO STIPENDIO BASE, QUINDI APPENA 274 EURO: CONTINUERANNO A METTERSI IN TASCA 15.455 EURO AL MESE
Se ci sono cose che indignano gli italiani è essere presi per i fondelli dai politici: soprattutto da coloro che vogliono apparire come i moralizzatori della vita pubblica italiana, esperti in falò fittizi e in inalazioni di fumo.
Di fronte alla grave crisi internazionale e al deficit pubblico italiano che non dà tregua, il ministro Tremonti preannuncia l’esigenza di recupare 25-30 miliardi di euro per rientrare nel 3% del Pil europeo.
Porte sbarrate per chi dovrebbe andare in pensione entro l’estate, con blocco delle finestre di uscita e risparmio per lo Stato di 1 miliardo di euro.
In secondo luogo i dipendenti pubblici dovranno rinunciare al rinnovo del contratto triennale, scaduto alla fine del 2009, fino alla fine del 2012.
Questa categoria di lavoratori è tutt’altro che ricca: con 26 anni di anzianità lo stipendio medio è di 1.300 euro netti al mese, tanto per chiarire.
Sgombrato il campo dagli equivoci, andiamo nel dettaglio: in pratica l’aumento contrattuale previsto era di di 60-70 euro al mese, già a partire da un anno e mezzo fa.
Costoro non vedranno un euro.
Il mancato rifinanziamento degli sgravi fiscali del 10%, riservato ai premi di produttività del settore privato (800 milioni di valore), colpirà poi non solo il settore pubblico.
Gli statali a loro volta si vedrebbero poi congelate le risorse del Fua (Fondo unico di amministrazione) con i quali vengono pagati i premi di produttività delle amministrazioni pubbliche.
Se si procedesse a taglio anche dell’indennità integrativa, la perdita media mensile sarebbe di 20-30 euro, con punte anche di 60-80 euro.
Risparmio previsto un altro milione di euro.
Ma il taglio, nella busta paga decurtata, arriverebbe a quasi 100 euro in meno.
Evitiamo qua di approfondire altri aspetti che tratteremo in successivi articoli e passiamo all’annuncio farsa di Calderoli, il ministro più inutile della storia italiana, colui a cui hanno dovuto inventarsi un ministero per semplificarne l’esistenza .
Dato che la Lega deve fare la parte di quella che taglia i costi della politica e i relativi stipendi (salvo moltiplicare le province del Nord per mantenere la pletora di nullafacenti che alimentano le file del Carroccio), ecco Calderoli che propone il taglio del 5% agli stipendi dei parlamentari.
A parte che già il 5% sarebbe vergognoso, il minimo sarebbe un taglio del 50%, vediamo quanto guadagna un parlamentare.
Un deputato incassa 15.729,39 euro al mese: 5.486,58 di stipendio netto base, 4.003,11 di diaria, 4.190 di rimborso spese, 1.331,7 di rimborso per ragiungere aeroporto, 718 per spese telefoniche.
Un senatore invece incassa 17.218,58 euro al mese: 5.613,59 di stipendio base, 4.003,11 di diaria, 4.678,36 di rimborso spese, 1.540,52 di rimborso spese per raggiungere aereoporto, 1.386 euro di spese telefoniche.
Da tenere presente che hanno gratis i viaggio in aereo, treno, autostrade e nave.
Dov’è l’inghippo vergognoso?
Che quando parlano di taglio del 5% non si riferiscono nemmeno al totale di 15.729,39 (il 5% sarebbe 786,46 euro) del deputato o ai 17.218,58 euro (il 5% sarebbe 860,92 euro) del senatore, ma solo allo stipendio base.
Quindi il taglio sarebbe alla fine di 274 euro per un deputato e di 280 euro per un senatore.
Con quello che guadagnano, ovvero da 10 a 12 volte uno stipendio normale, mentre il “povero cristo” perderà il 9% del suo potere d’acquisto e del suo salario, il buon Calderoli si taglierà l’ 1,7% del suo ricco stipendio.
Altro che Roma ladrona, lo scippo è da tempo esteso alla padagna del magna magna.
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