COME BOCCHINO HA BEFFATO BERLUSCONI: HA REGISTRATO IL MARCHIO “IL VERO CENTRODESTRA” A MAGGIO
LA SFIDA DEI FINIANI A BERLUSCONI: “NON PUO’ USARE IL SIMBOLO DEL PDL, E’ IN COMPROPRIETA’ CON FINI”… E ANCHE IL NOME “IL VERO CENTRODESTRA” CHE E’ CIRCOLATO COME IL POSSIBILE MARCHIO DEL NUOVO PARTITO DEL PREMIER NON LO POTRA’ USARE: E’ STATO REGISTRATO UFFICIALMENTE DA BOCCHINO IL 15 MAGGIO
“Dicono che Berlusconi stia preparando un nuovo partito per rinnovarsi in vista del voto. Comprendiamo la sua esigenza, anche perchè il nome e il simbolo del Pdl sono in comproprietà con Fini e non potrà utilizzarli”.
Lo afferma in una nota il capogruppo di Futuro e Libertà Italo Bocchino che lancia un monito anche riguardo all’altro nome circolato in questi giorni: “Dicono anche che nella conferenza stampa tenuta due giorni fa a Lisbona Berlusconi si sia fatto sfuggire che vuole scendere in campo definendosi ‘il vero centrodestra’”, scrive il dirigente di Fli.
“Per evitargli problemi giudiziari, che purtroppo non gli mancano – sottolinea -, gli comunichiamo che dal 17 maggio scorso ‘il vero centrodestra’ è stato registrato da noi all’ufficio marchi e brevetti di Roma. Una ragione in più che prova che il suo non sarà il vero centrodestra italiano”.
Poi Bocchino sposta l’attenzione sul futuro del governo.
Se Berlusconi ama l’Italia deve prendere atto della situazione e aprire una nuova stagione, così come gli ha chiesto Fini, ma sappiamo purtroppo che questo amore per la Nazione in lui è soffocato dall’odio verso chi si permette di contraddirlo” dice il capogruppo di Fli a Montecitorio, in vista del passaggio parlamentare del 14 dicembre.
La polemica di Bocchino con Berlusconi prosegue sul sito di Generazione Italia.
«Noi che davvero amiamo l’Italia consigliamo a Berlusconi di non arrivare in aula a mostrare i suoi muscoli e di invitare tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, a sedersi attorno a un tavolo per fare assieme tre cose per l’Italia prima di andare al voto», e cioè una nuova legge elettorale, «una seria riforma fiscale» e «grande provvedimento economico sociale» per tagliare la spesa pubblica e liberare risorse utili a finanziare le imprese e introdurre «il quoziente familiare».
«Il 14 dicembre è una data fortunata per Gianfranco Fini – ha poi rivelato Bocchino riferendosi al voto che il governo chiederà quel giorno al Parlamento – lo stesso giorno del 1987 fu eletto segretario nazionale del Msi e da lì cominciò il suo percorso di leader politico che dopo 23 anni lo vede ancora centrale nella politica italiana».
Poi c’è da chiedersi che cosa farebbe Berlusconi «se con lo shopping parlamentare conquistasse la fiducia per uno, due o tre voti. Un destino infame, come quello di Romano Prodi la scorsa legislatura. Una vittoria di Pirro per diventare un Re Travicello sbertucciato da tutte le rane dello stagno».
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