COPRIFUOCO A PARIGI E IN GRAN PARTE DELLA FRANCIA DALLE 21 ALLE 6 DEL MATTINO
LA MISURA VARRA’ PER UN MESE, PROROGABILE… OGGI IL VIRUS IN FRANCIA HA CAUSATO 22.591 CONTAGI E 104 VITTIME
Nella lotta al coronavirus il presidente Emmanuel Macron si gioca un’ultima carta prima del lockdown generale e annuncia il coprifuoco per Parigi e le altre città più colpite dalla crisi sanitaria.
L’annuncio è arrivato dopo l’attesa intervista rilasciata ai microfoni di France 2 e TF1, anche se la notizia era stata ampiamente anticipata dai media durante la giornata.
La stretta, che entrerà in vigore questo sabato a mezzanotte, riguarderà la capitale, la regione dell’Ile-de-France e altre otto città : Lione, Rouen, Saint Etienne, Marsiglia, Aix-En Provence, Tolosa, Grenoble e Montpellier.
Dalle 21:00 alle 6:00 del mattino bar, ristoranti e teatri dovranno rimanere chiusi per le prossime quattro settimane, al termine dei quali verrà valutata la situazione e eventualmente sarà deciso un prolungamento di due settimane. Per chi non rispetterà il coprifuoco è stata prevista una multa di 135 euro, ma il governo ha già deciso deroghe per chi lavora la notte.
“Non ci sarà un divieto di circolare dalle nove alle sei del mattino. Ci sarà una rigida limitazione per le buone ragioni”, ha affermato il presidente.
Un dispositivo estremo, che riporta alla memoria dei francesi alcuni dei momenti più difficili della sua storia recente, come la guerra d’Algeria scoppiata nel 1955, le rivolte nelle banlieue del 2005 e gli attentati del novembre 2015.
Ma mai prima d’ora un simile provvedimento era stato preso per ragioni sanitarie. La situazione è “preoccupante”, ha riconosciuto il presidente, che ha confermato l’arrivo di una “seconda ondata” in tutto il paese.
Adesso Macron deve convincere, soprattutto all’interno del governo, dove non tutti sono d’accordo con la linea adottata. Secondo “BfmTv” la scelta di applicare un coprifuoco è appoggiata da alcuni ministri, come quello della Salute Olivier Veran, mentre altri si sarebbero opposti durante le concertazioni di queste ultime ore. Nella fronda dei contrari figurano il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin e quello dell’Istruzione, Jean Michel Blanquer.
Per il momento l’ipotesi di un lockdown generale come quello adottato la scorsa primavera è fuori discussione. Pur di non bloccare l’economia nazionale, la Francia preferisce agire a livello locale, mentre il coronavirus continua ad accelerare in quasi tutto il paese. Proprio mentre il presidente stava parlando, le autorità sanitarie hanno annunciato il bilancio quotidiano: 22.591 contagi in 24 ore con 104 decessi, per un totale di 33.037 morti dall’inizio della crisi.
Numeri che sembrano ormai fuori controllo, mentre nelle città di Marsiglia e Aix-en-Provence si registra una nuova impennata nonostante lo stato di massima allerta decretato il 23 settembre, con un tasso di incidenza di 271 casi ogni 100mila abitanti nella settimana tra il 5 e l′11 ottobre, contro i 218 della settimana precedente.
Ma per contenere la minaccia sanitaria Macron conta anche sulla responsabilità dei francesi chiedendo loro uno “sforzo” per “frenare insieme il virus”.
Per questo la “regola del sei” diventa essenziale. “Al ristorante abbiamo detto non più di sei a tavola. Allora per le nostre vite personali proviamo (…) quando invitiamo degli amici a non essere più di sei”, ha chiesto il capo dello Stato parlando delle riunioni private.
Con l’intervista di questa sera Macron è tornato in prima linea ripetendo quell’esercizio pedagogico a cui aveva abituato i francesi durante la prima ondata, interrotto a luglio con un ultimo discorso.
Una scelta obbligata, in un momento in cui il governo fatica a convincere soprattutto a causa di un primo ministro che non riesce a prendere in mano il timone di una nave ormai in balìa di una tempesta che non accenna a calmarsi.
Nominato a luglio al posto di Edouard Philippe, il premier Jean Castex continua a perdere terreno nell’opinione pubblica. Secondo un sondaggio condotto dall’istituto Ipsos e pubblicato oggi dal settimanale “Le Point”, solamente il 35 per cento dei francesi approva il capo del governo, contro il 27 per cento del mese scorso.
Macron, invece, resta stabile al 40 per cento.
Ma oltre a voler riprendere i legami con l’elettorato, l’inquilino dell’Eliseo vuole mandare un segnale anche al comitato di valutazione della gestione dell’emergenza sanitaria.
Composto da cinque esperti guidati dall’infettivologo svizzero Didier Pittet, il gruppo è stato incaricato a giugno dallo stesso Macron di preparare un rapporto entro dicembre contenente un bilancio dell’operato del governo.
In una nota provvisoria pubblicata ieri, il comitato ha puntato il dito contro gli “evidenti sbagli di anticipazione, preparazione e gestione” dei vari aspetti sanitari, come la disponibilità di mascherina e di tamponi, o il mancato coordinamento tra i differenti attori.
Una bastonata per il governo, già sotto pressione per le criticità registrate nei reparti di rianimazione, per i quali a fine agosto erano stati promessi 12mila posti in tutto il paese, contro i 5mila della prima ondata. Un impegno che non è stato mantenuto vista la situazione in cui versano molti ospedali, soprattutto nell’Ile-de-France.
Per difendersi dalle critiche, il presidente è tornato sulla scelta di rendere gratuiti i tamponi, anche se ha riconosciuto che i tempi di attesa per i risultati sono stati “troppo lunghi”. Per questo è stata prevista una nuova “strategia” per velocizzare “drasticamente” le procedure
Adesso però Macron passa la palla a Castex, che domani dovrà illustrare nel dettaglio le misure decise con una conferenza stampa. Intanto, il presidente spera di riuscire ad arginare la nuova ondata di coronavirus mettendo una toppa che forse è troppo piccola per la falla che si è creata.
(da “Huffingtonpost”)
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