COSI’ LA LEGA METTE LE MANI NELLE TASCHE DI TUTTI I PENSIONATI
RITENUTE, RITOCCHI E TAGLI: LA RICETTA DELL’ECONOMISTA DELLA LEGA BRAMBILLA PREVEDE RIDUZIONI ANCHE PER CHI PRENDE IL MINIMO PER CAMPARE
Non ci sono buone notizie per i pensionati in Italia. La Lega prepara una nuova tassa sulle pensioni. Su tutte le pensioni, non solo su quelle d’oro.
Alberto Brambilla, economista ed esperto di previdenza in quota Lega, a Repubblica ha illustrato il suo piano per raggranellare almeno un miliardo o due, introducendo quello che chiama un “contributo di solidarietà ” da far pagare a tutti i pensionati.
Si tratta di una ritenuta che partirerebbe da 35 centesimi (per le pensioni più basse) per poi crescere via via con il reddito.
“Abbiamo calcolato che se si considera il tetto dei 5.000 euro netti mensili le risorse ottenute sarebbero tra i 100 e i 120 milioni- ha detto Brambilla- . Ma anche se, come sembra ormai orientato a fare Luigi Di Maio, il tetto scendesse a 4.000 euro netti, si otterrebbero 180-200 milioni. Mentre nella peggiore delle ipotesi il contributo di solidarietà vale un miliardo, nella migliore delle ipotesi si potrebbero anche superare i due miliardi”.
Lo svantaggio è il medesimo: il contributo di solidarietà finirebbe per pesare su un’ampia platea di pensionati e dunque anche su coloro che non sono titolari di una pensione d’oro.
I soldi ricavati dalla “manovrina” andranno su due fondi: uno dedicato alla “non autosufficienza”, l’altro ai lavoratori deboli: i giovani precari sotto i 29 anni e gli ultracinquantenni che perdono il posto.
In tal modo, secondo Brambilla, si potrebbero risparmiare anche i denari destinati all’Ape Sociale.
I sindacati. Grande l’allarme dei confederali “Le pensioni non si toccano. Il governo farebbe bene a fermarsi prima di fare degli errori e ad aprire un confronto serio e di merito con i sindacati”. Lo dichiarano in una nota i Segretari generali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil Ivan Pedretti, Gigi Bonfanti e Romano Bellissima.
“Tra ipotesi di ricalcoli, contributi di solidarietà e tagli sopra una certa soglia – continuano i sindacalisti in una nota – è del tutto evidente che l’intenzione è quella di mettere ancora una volta le mani nelle tasche dei pensionati provocando così l’ennesimo danno a uomini e donne che hanno lavorato per una vita. È un film già visto e sarebbe una clamorosa retromarcia rispetto a quanto fatto in questi ultimi anni con l’allargamento e il potenziamento della 14esima”.
I sindacati si dicono “pronti” a confrontarsi con il governo, ma dicono “fin da ora” di essere “assolutamente indisponibili a ragionare su interventi che avrebbero come unico fine quello di fare cassa con le pensioni”.
Intanto l’Inps ha calcolato che le pensioni che in Italia viaggiano mensilmente sopra i 4 mila euro netti aggirerebbero intorno alle 40 mila.
Secondo l’Istituto, infatti, al primo gennaio 2018 sono 37 mila gli assegni sopra i 7 mila euro lordi, relativi sia alle pensioni di vecchiaia e anticipate sia a quelle che si riferiscono ai superstiti e all’invalidità . Alzando l’asticella dell’importo lordo a 7.500 la platea scende a 26.450. Ovviamente il rapporto tra assegno netto e lordo varia quindi la stima sulle cosiddette pensioni d’oro, di cui si ipotizza un ricalcolo, non può che essere approssimativa.
(da Globalist)
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