COSI’ MARONI AVREBBE SISTEMATO LE DUE “FEDELISSIME” MARA CARLUCCIO E MARIA GRAZIA PATURZO
UNA INTERCETTAZIONE TELEFONICA SOSPETTA E UNA TESTIMONIANZA FAREBBERO RIFERIMENTO AI DUE “CONTRATTI FORZATI”
Da una parte una “fedelissima”, che faceva parte del suo staff già nel 2011 al Viminale e che lo ha seguito nel corso della sua carriera fino alla poltrona del Pirellone.
Dall’altra una “conoscente”, premiata con un contratto di lavoro da 5mila euro mensili.
Una sospetta storia di malcostume e di “spintarelle” che si intreccia con una vecchia inchiesta giudiziaria e con recentissimi accertamenti burocratici sui contratti Expo 2015, sui quali ormai da intere settimane sono puntati gli occhi degli inquirenti lombardi.
E’ stato da due canali diversi e quasi simultanei che la procura di Busto Arsizio, titolare dell’indagine su Finmeccanica, è arrivata a indagare sul presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, accusato di aver fatto ottenere due contratti “tramite pressioni” a due sue conoscenti, Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo, assunte rispettivamente dalle società Expo 2015 ed Eùpolis, ente di Regione Lombardia per la ricerca, la statistica e la formazione.
Il sospetto degli inquirenti è infatti che il governatore, non essendo riuscito a “sistemare” le due donne all’interno dei suo staff, in quanto “la loro assunzione sarebbe stata soggetta a controlli da parte della Corte dei Conti”, abbia cercato di trovare loro un impiego tramite il capo della propria segretaria Giacomo Ciriello (anche lui indagato) attraverso le due società “esterne” ma sempre legate alla Regione.
In particolare, la Carluccio sarebbe stata premiata con un contratto a termine da 29.500 euro annui e Maria Grazia Paturzo, con un mensile di 5.417 mensili euro per la durata di due anni.
“La loro attività è finalizzata all’ottimizzazione e all’efficienza della macchina organizzativa in vista dell’evento Expo. In particolare, una figura professionale ha un preciso scopo di raccordo tra Regione e società Expo, mentre l’altra, di provata esperienza professionale, ha un ruolo di consulenza delle diverse tematiche organizzative legate a Expo”, ha detto pubblicamente Maroni.
Di sicuro, la stima professionale verso queste due donne non gli manca.
In particolare verso Mara Carluccio.
Leggendo il suo curriculum disponibile sul web, infatti, si vede che la donna ha seguito “Bobo” lungo il corso della sua carriera dai tempi del ministero del Lavoro, passando per il Viminale fino a oggi.
Nel 2001, infatti, la Carluccio, che risulta diplomata al liceo linguistico, era responsabile delle relazioni e del coordinamento con gli enti istituzionali nell’ambito delle iniziative comunitarie ed internazionali del Ministero del Lavoro, nell’era Maroni.
Nel 2008-2011, eccola di nuovo al fianco di “Bobo”, al Ministero dell’Interno.
Incarico “di diretta collaborazione con il Ministro dell’Interno, On. Roberto Maroni, in qualità di consigliera nell’ambito della Segreteria del Ministro- Ufficio del Consigliere Diplomatico, per le politiche comunitarie e di genere, con particolare riferimento allo svolgimento delle attività internazionali dell’Unione europea”.
Da allora, fino al 2013, risulta aver avuto un incarico di consulenza professionale sempre presso il ministero dell’Interno e del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Nel 2014 è passata — sempre al Viminale — a un incarico di consulenza tecnico per le esigenze della Direzione centrale della polizia criminale.
Il “salto” alla società Expo non deve essere passato inosservato.
Ed è balzato anche agli occhi dei carabinieri del Noe, attraverso due canali.
Mentre, infatti, su direzione della Procura di Busto Arsizio continuavano a monitorare l’affare Finmeccanica, anche alla luce del processo tuttora in corso, si sono imbattuti in un’indagine immediatamente stralciata.
Un’intercettazioni telefonica sospetta, che faceva riferimento a questi due contratti “forzati”.
Che si è sommata a una testimonianza-conferma che in questi ultimi giorni sarebbe arrivata direttamente dalla società Expo, “forzata” — secondo la Procura di Busto — ad assumere una delle due donne.
“In queste ultime settimane l’attenzione su tutta la documentazione e i contratti Expo si è alzata tantissimo”, conferma un investigatore del Noe, “c’era da aspettarsi che qualche contratto ‘opaco’ sarebbe stato segnalato. Noi abbiamo solo avuto una doppia conferma”.
Le due società interessate da questo filone d’indagine, infatti, negli ultimi tempi sono finite per motivi diversi nel mirino della magistratura.
Mentre Expo 2015 è stata travolta a maggio da una serie di arresti eccellenti (il suo manager Angelo Paris è finito in manette) e negli ultimi giorni — per volere del pool Anticorruzione di Raffaele Cantone – sono finiti appalti già assegnati e segnalati dall’autorità di vigilanza sui contratti pubblici, anche la Eùpolis non è rimasta immune dalle indagini.
A indagare su di lei, la Guardia di Finanza di Milano, dopo l’esposto di un professore a contratto, inspiegabilmente declassato dal primo al secondo posto in graduatoria in favore di altri candidati.
(da “Huffington Post”)
Leave a Reply