CRISANTI: “BISOGNA ABBASSARE I CONTAGI, TUTTO DIPENDE DAL COMPORTAMENTO DEGLI ITALIANI”
“LE MISURE NON PER FORZA PORTANO A RISULTATI”
“Tutte le misure restrittive avranno un effetto sulla trasmissione del virus. Il coprifuoco in Lombardia è un passo che va sicuramente tentato prima di arrivare a una chiusura generalizzata, per evitare un nuovo lockdown”.
Il direttore di microbiologia e virologia all’università di Padova, Andrea Crisanti, commenta in questo modo il possibile coprifuoco lombardo durante la trasmissione Agorà su Rai3. I dati che fanno paura sono sia il rapporto tamponi e positivi sia il rapporto positivi e isolati, che ci dice quanto funziona il sistema di controllo della trasmissione. È un dato basso, per ogni positivo ci dovrebbero essere 7/8 isolati. Il che significa che il sistema di tracciamento sul territorio non funziona”.
Il perchè si sia arrivati a questa situazione, secondo il virologo, è dovuto a una “situazione di equilibrio instabile tra la capacità di trasmissione del virus e la nostra di individuarlo. Con la riapertura delle scuole e la ripresa delle attività abbiamo dato involontariamente al virus capacità di riprendersi. Non sono stati fatti investimenti necessari in 5 mesi, le restrizioni prima o poi funzionano ma vanno fatti investimenti prima”.
Questo però non vuol dire che sia “un problema di quarantena, ma di individuazione dei contagi. Non possiamo fare come la Cina che su 11 casi ha fatto milioni di tamponi. Oggi noi stiamo convivendo con il virus ma con sofferenza e per questo bisogna arrivare a numeri bassi dei contagi: con 10mila casi nessun sistema è in grado di reggere”.
Ora, ciò che è importante secondo Crisanti è ridurre quanto più possibile la vita sociale delle persone, unico modo “per salvare lavoro e scuola. Purtroppo non è più tempo di stare davanti ai locali e frequentare luoghi affollati, ma di limitare i contatti superflui, come ben indicato dagli ultimi due decreti del governo”.
Anche se, ammette, “non è detto che le misure rallentino i contagi. Lo spero fortemente, ma la verità è che non lo sa nessuno. Tutto dipende dai comportamenti degli italiani”, conclude il virologo.
(da agenzie)
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