CROLLANO GLI XENOFOBI DI AFD, LA PETRY CONTESTATA E IN LACRIME
IL PARTITO DIMEZZA I VOTI E CROLLA AL 7%, IN SASSONIA VIENE ATTACCATA DA AVVERSARI INTERNI NEONAZISTI E SCOPPIA IN UN PIANTO… TE LI SEI CRESCIUTI, ORA TE LI GODI
Le lacrime amare di Frauke Petry. Ora che l’Afd, il partito della destra populista tedesca è crollato al 7% nei sondaggi, stanno tornando a galla le sanguinose faide dei capi.
La caduta della Alternative fuer Deutschland ai minimi dall'”inverno dei profughi”, dal novembre del 2015, si fa sentire anche ai vertici.
A dicembre i populisti anti euro ruotavano attorno al 13-15%, al livello federale.
Ora galleggiano attorno alla metà , con tendenza al ribasso.
Così durante un congresso in Sassonia che l’ha votata con scarso entusiasmo capolista dell’Afd, attaccata frontalmente dai suoi avversari, Petry non è riuscita a trattenere il pianto.
In Germania i populisti si stanno rimpicciolendo. Merito, ovviamente, di una crisi dei profughi che sta rientrando, ma che tra il 2015 e il 2016 aveva regalato in cinque elezioni regionali al partito della Petry una popolarità da capogiro, attorno al 25% nei Land dell’Est, oltre il 10% in quelli dell’Ovest.
Nella regione del seggio elettorale di Angela Merkel, nel Meclemburgo-Pomerania, la destra era arrivata seconda, scalzando la Cdu. Uno schiaffo dolororo, per la cancelliera.
L’altro motivo della caduta dell’Afd si chiama Martin Schulz. Con il suo forte accento sui temi sociali, sta attirando una fetta di elettorato arrabbiato che si sentiva dimenticato dai partiti tradizionali.
Più in generale, il “grande centro” dei due partiti al governo si sta mangiando via i margini. In tutti i sondaggi da dicembre a oggi, cioè dalla discesa in campo di Martin Schulz e la ricandidatura di Angela Merkel, la Cdu e la Spd si sono ripresi tra il 60 e il 65% dell’elettorato tedesco. Rosicchiando voti ai Verdi, alla Linke e, appunto, all’Afd.
Frauke Petry, intanto, fatica a tenere insieme il partito.
Incinta al sesto mese del quinto figlio, la leader 41-enne è strattonata da alcuni membri di primissimo piano dell’Afd che vorrebbero imprimerle una svolta più nazionalista.
L’ala destra dei populisti è molto forte nei Land più cruciali, a Est, e continua a criticarla per aver avviato l’espulsione dell’antisemita Bjoern Hoecke.
L’opposizione a Petry si è anche espressa nella scelta del partito di non farla correre da sola, ma in tandem con il vice Alexander Gauland.
Di negarle insomma l’opportunità di essere la “spitenkandidat” unica del suo partito. Al congresso recente che con una percentuale piuttosto bassa, il 72% dei voti dei delegati, l’ha scelta come capolista, ha dovuto subire le sparate di due rivali, Roland Ulrich e Norbert Mayer, che l’hanno massacrata per la sua scelta di stigmatizzare gli antisemiti e i colleghi in odore di simpatie naziste.
E lei, sul palco di Weinboehla, non è riuscita a controllare la rabbia ed è scoppiata in lacrime.
(da “La Repubblica”)
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