DA “SENZA PAURA” A “SENZA PRIMARIE”: PIOGGIA DI VELENI SU GORGIA MELONI DAGLI EX AN
L’ACCUSA DI AVER FATTO RICORSO A QUALCHE RITOCCO
Giorgia Meloni si sforza di riderci su ma si capisce da dieci chilometri di distanza che, come direbbe lei stessa in romanesco, le «rode», e anche tanto.
Anzi, «rosica», che le primarie non si facciano più mentre lei, pia militante, ci aveva creduto tanto da partire in quinta con manifesti appiccicati in tutta Roma (anche fuori dagli spazi consentiti).
«Ma chi è quella? È la Meloni? Ma va! Somiglia alla Pfeiffer», si è sentito dire per le strade della capitale.
Bella, bionda, una svedese dei sogni italiani, sguardo rivolto al futuro, viso disteso, sorriso aperto, come quasi mai la si vede.
Sono così partite le malelingue della politica e della Rete, innanzitutto. «Quella si è photoshoppata», si è aggiustata al computer insomma.
Come se non bastasse in Rete poi è spuntata la presa in giro tutta politica, con la foto di lei sorridente, solare e lo slogan «Senza Paura» e accanto la “vera Giorgia” che esce da Montecitorio con il solito cellulare in mano, burbera, accigliata e nera, con lo slogan posticcio «Senza Primarie».
Lei a denti stretti ha tirato fuori l’autoironia che ogni tanto (ultimamente mai) le germoglia in bocca e alla Gruber a Otto e mezzo ha spiegato che la foto non è taroccata, quella è veramente lei, ripresa durante la cerimonia per il Premio Bellisario. Ma allora, ha detto, «se c’è il sospetto di photoshop, l’Italia mi considera bruttarella, eh beh, dovrò farci i conti…».
I conti piuttosto dovrà farli nel suo partito, il Pdl, che sembra una clinica psichiatrica. E «rosica» per quello che sta combinando Berlusconi, la trentacinquenne Meloni, e dietro le sue spalle quelle vipere dei suoi ex camerati di An la prendono in giro, quante ne dicono.
La Russa, che è stato abbandonato dalla biondina candidandosi alle primarie contro il suo volere di capocorrente, è irriferibile.
Più simpatica la battuta del senatore Augello, anche lui ex Ax Msi-An che ha una lingua come la lama per tagliare il prosciutto.
Dice, tutto serio con la stilettata in agguato: «Certo, Giorgia ha fatto un grande errore politico a candidarsi, è stata consigliata male, ora si trova esposta e senza primarie. Doveva ascoltare i consigli di altri che le dicevano di non candidarsi. Ma noi la perdoniamo, sì, vogliamo perdonarla, ma una sola condizione: che ci presenti la sua sorella svedese…».
Quella del manifesto non photoshoppato.
Amedeo La Mattina
(da “La Stampa”)
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