“DOVRESTI CAPIRLO, L’OSTACOLO SEI TU”: TREMONTI E LA LITE CON SILVIO
TENSIONE NEL PARTITO, PISANU A SCAJOLA VERSO LA CREAZIONE DI GRUPPI AUTONOMI…BOSSI RIAPRE IL CASO BANKITALIA
Stavolta la sopravvivenza del governo è a rischio.
Berlusconi, impegnato nel braccio di ferro con Tremonti su Banca d’Italia e decreto sviluppo, è il primo a esserne consapevole.
“Sulla crescita – confida il Cavaliere – ci giochiamo tutto”.
L’assedio che il Pdl e i ministri berlusconiani stanno portando al ministro dell’Economia, per spingerlo a riempire di contenuti la cartellina vuota del provvedimento, è tale da trascinare a picco l’intera coalizione.
Nella notte tra martedì e mercoledì, a Palazzo Grazioli, la luce nel salotto del Cavaliere è rimasta accesa.
Alla presenza di Gianni Letta, tra Berlusconi e Tremonti è andato in scena l’ennesimo litigio, un’ora dopo che le agenzie internazionali avevano battuto la notizia del declassamento dell’Italia da parte di Moody’s.
Il capo del governo ha chiesto conto a Tremonti di quell’uscita “improvvida” sulle elezioni anticipate come medicina per curare la febbre dello spread.
Il ministro, che si era già rimangiato la battuta su suggerimento di Maurizio Gasparri, si è difeso alzando il tono della voce: “Io stavo parlando solo del caso spagnolo eppure i tuoi mi sono subito saltati alla gola senza nemmeno curarsi della smentita”.
Ma è stato quando il premier gli ha chiesto cosa il governo potesse fare per sottrarsi agli attacchi della speculazione che Tremonti ha affondato il pugnale: “Silvio, ma ancora non l’hai capito? Il problema sei tu”.
Questo è quanto si racconta nel Pdl, dove è ripartita la caccia all’uomo contro il ministro dell’Economia.
“L’unica – sostiene un ministro – è dargli Grilli alla Banca d’Italia. Finchè non si sblocca quel nome Tremonti è irremovibile”.
Che sia questo il nodo di fondo lo dimostra anche la battuta pronunciata ieri da Umberto Bossi, che sembra aver perso la pazienza per l’immobilismo del Cavaliere: “Berlusconi si decida a far votare il milanese Grilli”.
Di questo e del decreto sviluppo parleranno questa mattina il premier e Tremonti in un nuovo incontro fissato a palazzo Chigi.
Ma l’intero Pdl è in rivolta contro Tremonti e le chance di Grilli sono al lumicino.
Basti pensare che al convegno che si aprirà a Spineto, organizzato da Maurizio Lupi con la partecipazione di una sessantina di parlamentari e del sottosegretario all’Economia Luigi Casero, l’invitato d’onore sarà proprio Mario Draghi, principale sponsor di Saccomanni alla Banca d’Italia.
Quello stesso Draghi che viene considerato da Tremonti il nemico pubblico numero uno.
In questo clima, è proprio sul decreto sviluppo che i bookmaker di Montecitorio fissano il terreno ideale per una crisi di governo.
Ieri è stato notato Beppe Pisanu parlare a lungo alla Camera con Walter Veltroni, complice il caos della seduta comune.
Mario Valducci è un altro scontento dell’attuale andazzo e con lui molti altri.
A sera, in un ristorante della Galleria Colonna, Claudio Scajola ha riunito una quindicina di fedelissimi per decidere il da farsi nei prossimi giorni.
Sebbene Denis Verdini, il coordinatore del Pdl che dal 14 dicembre ha blindato la maggioranza, non dia peso a questi movimenti (“vedo solo qualcuno in cerca di visibilità “) da “radio Pdl” si captano rumori sempre più forti.
Ci sarebbe in gestazione un documento molto duro nei confronti del governo, una richiesta di “discontinuità ” che salirebbe da questo gruppo di frondisti, unita alla richiesta di un passo indietro del premier.
La mossa successiva sarebbe la costituzione di gruppi autonomi alla Camera e al Senato, disponibili a sostenere un “governo del Presidente” per mandare avanti la legislatura e gestire l’emergenza.
Anche gli ex Fli Andrea Ronchi e Adoldo Urso sono in fibrillazione e ieri l’hanno detto chiaro e tondo ad Angelino Alfano in un convegno organizzato da Fare Italia. “O ci sono le risorse in grado di garantire il rilancio delle imprese occupazione e infrastrutture, oppure – ha minacciato Ronchi – noi questo decreto non lo votiamo”.
Il problema è che queste risorse, al momento, non ci sono affatto.
Altero Matteoli e Renato Brunetta hanno ricevuto da Berlusconi l’incarico di predisporre le misure del decreto, ma senza soldi la manovrina per la crescita rischia di restare soltanto un titolo.
“Siamo in un angolo – confessa un capogruppo del Pdl – perchè abbiamo caricato questo decreto di aspettative enormi e ci sarà un effetto boomerang tremendo quando si scoprirà che nel provvedimento ci sono solo zuccherini”.
Francesco Bei
(da “La Repubblica“)
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