DRAGHI: “IN ITALIA DANNI CON LE PAROLE, ASPETTIAMO I FATTI”
ESCLUDE UN OMBRELLO BCE PER EVITARE L’IMPENNATA DELLO SPREAD DOPO LA FINE DEL QE
La Bce conferma la sua strategia. In primi con i tassi invariati “almeno fino all’estate 2019”. Vengono limate le stime sulla crescita dell’Eurozona, ma l’istituto guidato da Mario Draghi vede una ripresa “solida e diffusa”, una “convergenza” dell’inflazione verso i target che necessita però ancora di “un ampio accomodamento monetario”, un progresso sostanziale del mercato del lavoro. “Aumentano però i rischi” legati al crescente protezionismo, alle vulnerabilità nei mercati emergenti e alla volatilità dei mercati finanziari.
Draghi assicura però anche che non cambia la mission della Bce in una risposta rivolta principalmente a quanti in Italia insistono sulla necessità di una garanzia della Bce sul rifinanziamento del debito pubblico, una sorta di soccorso comunitario per non far impennare lo spread.
“Il mandato della Bce è la stabilità dei prezzi nel medio periodo e abbiamo usato il QE come strumento verso questo scopo. In passato ci è stato chiesto perchè abbiamo fatto ricorso a tassi di interessi negativi sottraendo rendimenti agli investitori. La risposta – ha detto il presidente della Bce – è che il nostro mandato è la stabilità dei prezzi nel medio periodo e non altro. In questo caso, relativamente al QE, non è uno strumento per garantire che il debito governativo sia finanziato in ogni circostanza”.
Sull’Italia, in particolare, Draghi afferma che “negli ultimi mesi le parole sono cambiate molte volte e quello che ora aspettiamo sono i fatti, principalmente la legge di bilancio e la successiva discussione parlamentare”.
Ed ancora: “Purtroppo – ha detto – abbiamo visto che le parole hanno fatto alcuni danni, i tassi sono saliti, per le famiglie e le imprese” anche se “tutto ciò non ha contagiato granchè altri paesi dell’Eurozona, rimane un episodio principalmente italiano”.
Draghi invita anche a “considerare che sia il premier italiano, sia i ministri delle Finanze e degli Esteri hanno detto tutti che l’Italia rispetterà le regole” europee sui conti pubblici.
Il Pil dell’Eurozona, secondo le stime formulate dagli esperti della Bce, crescerà al ritmo del 2% nel 2018, dell’1,8% nel 2019 e dell’1,7% nel 2020. Una limatura per l’anno in corso e per il prossimo anno rispetto alle precedenti previsioni: 2,1% nel 2018, dell’1,9% nel 2019 e dell’1,7% nel 2020.
Draghi ha tuttavia voluto rassicurare, spiegando che “nonostante qualche moderazione dopo la forte performance di crescita del 2017” gli indicatori economici confermano che “è ancora in corso una solida e diffusa ripresa dell’eurozona”.
L’attuazione delle riforme strutturali nei paesi dell’area dell’euro va considerevolmente accelerata per consolidare la capacità di tenuta, ridurre la disoccupazione strutturale e rafforzare la produttività e il potenziale di crescita dell’area, ha detto il presidente Draghi rivolgendo ancora una volta un invito ai governi ad approfittare, per quanto riguarda le politiche di bilancio dell’espansione generalizzata in corso per ricostituire margini di manovra nelle finanze pubbliche. “Cio’ è particolarmente importante – ha sottolineato – per i paesi in cui il debito pubblico resta elevato”.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply