DRAGHI STRONCA SALVINI: “LE CHIUSURE DIPENDONO SOLO DAI CONTAGI, CONTANO I DATI”
UN COLPO A SALVINI E UNO A GARAVAGLIA IN NOME DELLA VITA DEGLI ITALIANI… GIORGETTI RESTA ISOLATO, TUTTI D’ACCORDO CON LA LINEA DEL RIGORE (ANCHE FORZA ITALIA)… SE ALLA LEGA NON PIACE TUTELARE LA SALUTE DEGLI ITALIANI NESSUNO LI TRATTIENE AL GOVERNO
Niente zone gialle fino alla fine di aprile e la Lega, nella riunione di maggioranza con il premier Mario Draghi e i tecnici, resta isolata. La cabina di regia è da poco terminata, il presidente del Consiglio sta rispondendo alle domande della stampa ed ecco che Matteo Salvini diffonde una nota al vetriolo che spacca la compagine di governo: “È impensabile tenere chiusa l’Italia anche per tutto il mese di aprile”.
A stretto giro questa affermazione viene rivolta al presidente del Consiglio, il quale non esita a dire che “se sia pensabile o impensabile dipende dai dati che abbiamo. Queste misure hanno dimostrato di non essere campate per aria. Direi che è desiderabile non tenere chiusa l’Italia, ma non è impensabile se lo dicono i dati”.
Il premier risponde a muso duro, dopo che Salvini è andato in rotta di collisione appellandosi “al buonsenso che contraddistingue Draghi” e chiedendo al presidente del Consiglio “che dal 7 aprile, almeno nelle regioni e nelle città con situazione sanitaria sotto controllo, si riaprano (ovviamente in sicurezza) le attività chiuse e si ritorni alla vita a partire da ristoranti, teatri, palestre, cinema, bar, oratori, negozi”. E poi ancora: “Qualunque proposta in Consiglio dei Ministri e in parlamento avrà l’ok della Lega solo se ci sarà un graduale e sicuro ritorno alla vita”.
Niente da fare. All’unanimità , con esclusione della Lega, la cabina di regia, formata da tutti i capi delegazione e dagli scienziati Locatelli e Brusaferro, ha deciso che, fino alla fine al 30 aprile, ci saranno solo zone rosse e arancioni.
Salta anche la riapertura dei cinema e teatri che era stata prevista per domani, 27 marzo. La ripresa sarebbe stata consentita solo nelle zone gialle ma, alle luce delle decisioni, slitta di conseguenza anche la riapertura di cinema e teatri.
Il leghista Giorgetti, in rappresentanza del suo partito , tiene la posizione di Salvini chiedendo norme più leggere e meno restrittive, seppur con toni – viene riferito – meno barricadieri del leader leghista. Comunque sia nessuno lo segue.
Neanche la ministra azzurra Maria Stella Gelmini, che si ferma in una via di mezzo tra gli aperturisti e i rigoristi. Ma alla fine è quest’ultima linea a prevale, anzi emerge la linea super rigorista. Il premier Draghi sorride quando risponde al ministro leghista del Turismo Garavaglia per il quale gli italiani possono già pensare a prenotare le vacanze estive. “Io sono d’accordo con lui — afferma il premier con aria un po’ perplessa – perchè no, io ci penserei se potessi. A chi non piacciono le vacanze”
Dal fronte delle Regioni parla Giovanni Toti, che considera un disastro la chiusura fino al 30 aprile “senza prospettive”. La tensione è alta, molti governatori di centrodestra, soprattutto quelli leghisti, sono pronti a contestare le misure del governo. Oltre ad essere già provocati dalle accuse che gli sono state rivolte riguarda una campagna vaccinale che ha avuto molte lacune. Così Draghi sarà presente lunedì all’incontro con i presidenti di Regioni per placare gli animi. “Noi faremo un decreto ora, sulla base dei dati disponibili. Continueremo a seguirli e non escludo cambiamenti in corso, perchè la situazione è così complessa che va monitorata settimana per settimana, giorno per giorno”.
(da “Huffingtonpost”)
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