Editoriale
SPARTIZIONE ANTICIPATA DEI POSTI IN LISTA: ERA IL CASO DI COMPLICARSI COSI’ LA VITA? IL DUOPOLIO NON PAGA, LA BRAMBILLA TRADITA.
Scriviamo queste righe mentre i massimi dirigenti del Popolo della Libertà stanno cercando di far quadrare a modo loro i conti della spesa ovvero, ad es., come distribuire i 340 posti sicuri ( in caso di vittoria) alla Camera dei Deputati tra i vari partiti della coalizione.
Il duopolio Forza Italia – AN ha, infatti determinato, con l’annessione del secondo nel Popolo della Libertà , oltre che a problemi di linea politica con la sparizione di una Destra e un gran affollarsi al Centro, anche una “spartizione” singolare della “torta candidature sicure”. Fatti fuori Casini, Storace e Ferrara, Fini è riuscito, pare, ad acchiappare su 340 posti alla Camera la garanzia di 84 deputati sicuri ( se si fosse presentato da solo ne avrebbe visti molti di meno), Forza Italia ne ha “bloccati per sè pare 191, segue la Lega con 40, gli autonomisti di Lombardo con 10, mentre dovrebbero bastare in totale 15 seggi per tutti gli altri 7 “piccoli”, ovvero la Dc di Rotondi, Alternativa Sociale della Mussolini, il PRI di La Malfa, il Nuovo PSI di Caldoro, i Liberaldemocratici di Dini, gli Italiani nel Mondo di De Gregorio e i Pensionati di Fatuzzo.
Diciamo sinceramente che, sulla base dei voti presi recentemente, questi partitini messi insieme raggiungono pur sempre una percentuale di poco meno della meta di quelli che porta attualmente Fini, o poco meno di quelli che assicura la Lega e quindi avrebbero avuto anch’essi diritto a un 30/35 seggi e non certo di 15 che sa di elemosina.
Per non contare altre cose strane: i Circoli di Michela Brambilla, fino a qualche mese fa tanto esaltati e che erano quotati intorno al 3% (come contributo alla causa), adesso si vedrebbero assegnati 3 posti ( invece che i 25 promessi e meritati).
Altra incongruenza: Casini, Ferrara e Storace sono stati cacciati perchè non volevano entrare nel PdL, ma solo nella coalizione, poi si fa una prima eccezione per la Lega, poi per la Lega Siciliana di Lombardo e ora pare anche per la DC di Piazza, in cui entrebbe anche Mastella.
Ma abbiamo il senso del ridicolo o no? Anche la Dc di Piazza è una “realtà territoriale” adesso? E i Circoli della Michela che sono stati gli unici a far politica per un anno aggregando ambienti nuovi, mentre molte strutture di Forza Italia e AN dormivano della lunga, adesso che i notabili devono spartirsi i posti prendono un calcio in culo? Come i Circoli di Dell’Utri peraltro ( 4 seggi pare).
Una gestione peggiore della nascita del Popolo della Libertà non poteva essere fatta, tanto valeva, come abbiamo sempre sostenuto, che si presentasse una coalizione di anche 8 partiti ( come in passato), ognuno avrebbe preso i seggi in base ai voti reali che avrebbe apportato, con minimi accorpamenti tra di loro. Le diversità avrebbero pagato in termini elettorali e la coalizione avrebbe ancora adesso il 56% dei consensi.
Siamo invece arrivati con un Popolo della Libertà che dal 45% dei voti sulla carta, sommando le percentuali dei vari partiti due mesi fa, arranca ora al 37% contro un Partito democratico che sale al 33% con l’apporto di Di Pietro. Che bella operazione ragazzi…emarginando poi fuori dai giochi un 10% che deriva dalla somma di Casini, Storace e Ferrara. Non solo: scontentando pure i partiti minori che hanno aderito e ora trattati come utili idioti e, cosa pericolosa, con una prevalenza della vecchia Casta a danno delle nuove leve rappresentate dai Circoli della Libertà , un segnale che crea grande sconcerto a livello di elettorato.
Qualcuno obietterà che così la coalizione è più “coesa”, meno soggetta a ribaltoni: balle. Se il margine fosse stato al Senato di 30 senatori in più rispetto alla Sinistra non ci sarebbe stato problema anche con una ventina di senatori a rischio. Ma con questo sistema si rischia di avere un margine di una manciata di seggi di differenza ( annullati dai senatori a vita peraltro) e c’è il rischio di un pareggio con “governissimo alle porte” e relativo Weltrusconi inevitabile. E’ questo che si vuole? Che senso ha smentire questa ipotesi ma poi mettere in atto una serie di comportamenti che possono solo portare a questo? Perchè si è avuta paura di vincere bene? E dov’è il rinnovamento tanto auspicato, se poi tutti i “vecchi” hanno paura di mollare la poltrona? Abbiamo la classe dirigente più vecchia d’Europa ( insieme alla Francia), per forza…chi si avvicina alla politica deve accettare regole infami…
Vengono svenduti partiti e tutti zitti, ne vengono creati altri e si adottano sempre gli stessi criteri mafiosi nella selezione del personale politico, chi si vende e chi compra, vince chi ottiene il prezzo migliore. Altro che bipartitismo… ci sarà anche un Casini di meno, ma certamente tra Fini e Silvio hanno fatto l’impossibile per creare tanti “casini” di più. Almeno Fini ha ottenuto l’unica cosa che gli premeva: 84 poltroncine per i suoi colonnelli, brigadieri e attendenti di campagna …ma a Berlusconi chi glielo ha fatto fare?
E al voto mancano ancora tanti giorni…
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